COSENZA – La Calabria è una regione straordinaria, ricca di biodiversità e con paesaggi unici e dalle tradizioni consolidate. Tra queste tradizioni c’è anche l’attività venatoria, spesso fraintesa, oppure demonizzata, ma che può, se gestita nel pieno rispetto delle regole, rappresentare un alleato prezioso nella tutela del nostro territorio. “Troppe volte, purtroppo, il cacciatore viene dipinto come una figura negativa, ridotta a stereotipi lontani dalla realtà”. Ad affermarlo è Piercarlo Chiappetta, candidato al Consiglio regionale nella Circoscrizione nord nella lista di Forza Italia, nel corso di un’intervista su questo argomento. “Chi conosce davvero i nostri boschi, sa bene che il cacciatore, quello consapevole e rispettoso, è spesso anche un presidio attivo sul territorio, che segnala incendi, discariche abusive, movimenti sospetti o animali in difficoltà. Per cui ritengo che svolge un ruolo fondamentale in termini di monitoraggio e prevenzione”.
La tutela dell’ambiente è un tema molto sentito dalla comunità. Oggi esistono strumenti tecnologici come i droni che vengono già utilizzati per monitorare i boschi e le aree salate, secondo lei quali altri misure possono sono necessarie per proteggere il nostro territorio?
“E’ vero, i droni sono già in uso e rappresentano uno strumento prezioso. Un’ intuizione vincente del presidente Occhiuto, ma la tecnologia moderna funziona meglio se coadiuvata dall’esperienza. Alla tecnologia dobbiamo affiancare i controlli più serrati sulla tutela delle acque e dei boschi, perché solo con una presenza costante possiamo prevenire danni irreparabili. C’è però un aspetto che ritengo fondamentale che è troppo spesso viene trascurato il ruolo dei cacciatori”.
Quale riconoscimento pensa debba essere dato a questa figura?
“Credo che bisogna restituire dignità e giusto riconoscimento a questa figura, promuovendo un nuovo patto tra ambiente, caccia e agricoltura, fondato sul rispetto e sul dialogo. Serve una gestione più moderna e responsabile della fauna selvatica”.
Qual è, una delle emergenze più evidenti oggi?
“I danni provocati dai cinghiali, ad esempio, sono sotto gli occhi di tutti: intere coltivazioni distrutte, incidenti stradali sempre più frequenti, squilibri negli ecosistemi locali”.
In che modo la caccia può diventare parte della soluzione?
“In questo contesto, la caccia selettiva, praticata con rigore e competenza, può diventare uno strumento di riequilibrio, nell’interesse di tutti: agricoltori, cittadini e ambiente. Non si tratta di fare ideologia, ma di affrontare la realtà con serietà”.
In questo contesto, che ruolo deve avere la Regione?
“La Regione deve investire in formazione venatoria, controlli sul campo, sanzioni chiare ed efficaci per chi viola le regole. Chi non rispetta la legge danneggia non solo la fauna, ma anche la reputazione di migliaia di cacciatori onesti”.
Fattivamente come può intervenire coinvolgendo gli altri organismi?
“Credo che la Regione Calabria debba farsi promotrice di tavoli permanenti di confronto tra associazioni venatorie, ambientaliste e agricole. Solo attraverso il dialogo possiamo superare le contrapposizioni e costruire politiche condivise che tutelino la biodiversità senza rinnegare la nostra identità. La caccia, quando ben regolamentata, non è un nemico dell’ambiente, ma può esserne alleata. Dobbiamo avere il coraggio di andare oltre gli slogan, di riconoscere il valore delle competenze e dell’esperienza maturata sul campo”.