Rende: “Chiamami Paolo”, al teatro dell’UniCal un omaggio a Borsellino
“Chiamami Paolo”, è un monologo di Attilio Palermo con musiche di Luigi Morrone e coreografie di Mario Palermo
“Chiamami Paolo”, è un monologo di Attilio Palermo con musiche di Luigi Morrone e coreografie di Mario Palermo
RENDE – Memoria, legalità e impegno civile sono i contenuti della rappresentazione teatrale andata in scena al Teatro dell’Università della Calabria dal titolo “Chiamami Paolo”.
Un omaggio che gli autori hanno voluto rendere a Paolo Borsellino, simbolo dell’antimafia.
L’opera, intensa e toccante, racconta con forza il coraggio e l’integrità del magistrato nella lotta contro la mafia, trasformandosi in un viaggio emotivo tra memoria, legalità e impegno civile.
La scenografia essenziale, le luci evocative e le musiche originali contribuiscono a ricreare l’atmosfera degli anni ’90, mentre gli interpreti offrono performance di grande impatto emotivo.
Al centro del messaggio, il valore della memoria e il richiamo all’impegno civico come strumenti per costruire una società più giusta. “Chiamami Paolo” è più di uno spettacolo: è un invito alla riflessione e all’azione per un futuro fondato sulla legalità e sul coraggio.
Paolo Borsellino ripeteva sempre, soprattutto ai giovani, di non restare in silenzio, perché “il silenzio alimenta la mafia”. Li esortava a parlarne, sempre e in ogni occasione.
Lo ha ricordato con il procuratore della Repubblica di Cosenza, Vincenzo Capomolla, presente in platea insieme al capo della DIA di Catanzaro, Beniamino Fazio.
Per il rettore dell’Università della Calabria, Gianluigi Greco, l’ateneo, in quanto presidio di pensiero critico, deve essere anche un presidio di libertà e legalità.
“È importante parlare di mafie – ha sottolineato – per capirne il fenomeno e provare ad arginarlo, ponendo le basi per una Calabria diversa e per un futuro migliore”.
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