Cane randagio ucciso a Sangineto, il legale che difende due giovani: “sono seguiti da uno psicologo” (AUDIO)

“I duri attacchi ricevuti dal sindaco di Sangineto e dai suoi familiari sono certamente da condannare. I ragazzi che io seguo, hanno iniziato un percorso di consulenza psicologica”.

SANGINETO (CS) – Restano alti i toni degli animalisti ma anche da parte di chi ha semplicemente rispetto per la vita altrui, di qualsiasi natura essa sia, contro i quattro ragazzi che il 25 giugno scorso si sono resi protagonisti di un atto di assoluta ferocia e crudeltà. Dopo aver torturato un cane, lo hanno impiccato e ucciso a bastonate filmando le raccapriccianti scene con il telefonino. A ripensarci, nessuno crede che quei quattro giovani possano “non essersi resi conto” di quanto stava accadendo come alcuni vogliono far credere.

Sta di fatto che comunque saranno soggetti ad un procedimento penale perché dopo gli ‘efferati’ fatti, sono intervenuti i carabinieri della Stazione di Cittadella del Capo, coordinati dal capitano Alberto Pinto, al termine di una celere attività investigativa, che li hanno denunciati con l’accusa di uccisione di animali, in concorso.

A difendere due dei 4 ragazzi coinvolti, l’avvocato Alessandro Gaeta, che ai microfoni di Rlb Radioattiva ha voluto fornire alcune precisazioni sul caso

ASCOLTA L’INTERVISTA

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“Il fatto è assolutamente deplorevole e lo dice uno che ha un pastore tedesco e tre gattini. Sono un amante degli animali – premette l’avvocato – e il gesto che hanno fatto i 4 ragazzi è orribile e non trova giustificazione. Il mio compito è solo fare in modo che loro abbiano assistenza legale perchè i ragazzi saranno sottoposti ad un processo”.

I giovani rischiano pene da 4 mesi a 2 anni ma ovviamente, non è previsto l’arresto e dunque il carcere e neanche dei percorsi di riabilitazione: “I due ragazzi che assisto però stanno seguendo un percorso con uno psicologo molto in gamba che si occupa di problematiche di soggetti giovani. Loro con molto impegno stanno seguendo questo percorso”.

Tornando ai fatti, il legale sottolinea: “Loro hanno detto di non essersi resi conto di quello che stavano facendo e soprattutto di dove stavano arrivando. E’ stato un susseguirsi di azioni che loro non volevano compiere. Sono pentiti per quello che hanno fatto ed hanno immediatamente accettato di sottoporsi ad un percorso rieducativo di natura psicologica. Si sono resi conto del gravissimo errore che hanno fatto”.

Nei giorni scorsi il Sindaco di Sangineto, l’avvocato Michele Guardia era intervenuto in merito al caso e forse le sue parole, sono state così travisate che ha ricevuto minacce e parole offensive al suo indirizzo e a quello dei familiari. Il sindaco aveva semplicemente voluto sottolineare che anche lui, è incredulo perché conosce questi ragazzi e le loro famiglie e che il suo Comune “è composto da gente onesta, sensibile e perbene. L’accaduto è certamente un caso isolato, ovviamente un gesto da condannare, ma vorrei anche considerare la possibilità del ravvedimento e del recupero di questi giovani” affidando il caso nelle mani della giustizia.

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