COSENZA – Nuova udienza questa mattina in Corte d’Assise a Cosenza per l’omicidio di Rocco Gioffrè, (i cui familiari i figli Francesca, Giovanna e Pasquale, sono rappresentati dall’avvocato Francesco Gelsomino) avvenuto il 14 febbraio dello scorso anno e confessato da Tiziana Mirabelli (difesa dall’avvocato Cristian Cristiano), cinque giorni dopo, il 19 dello stesso mese. L’imputata è accusata di averlo colpito con oltre 40 coltellate e il procedimento in corso, si basa proprio sui rapporti tra i due. Nel corso delle precedenti udienze infatti, sono emersi i rapporti tra i due, attraverso le chat di whatsApp e sono stati in parte ricostruiti gli ultimi istanti precedenti alla morte del pensionato visionando le immagini di una telecamera che la vittima aveva installato in casa, nel suo appartamento di via Monte Grappa. In aula è presente l’imputata.
Versati 1.800 euro sul conto il giorno del delitto
Come primo teste viene sentita l’addetta allo sportello dell’Ufficio Postale di Piazza Crispi che il giorno 14 febbraio 2023, alle 8.24 registrò il versamento di denaro sul proprio conto/libretto di 1.800 euro in contanti. Per fare ciò l’addetta spiega che è necessario presentare un documento e il codice fiscale che corrisponde alla sig.ra Mirabelli.
Il corpo ‘avvolto’ e non coperto
Si passa poi alle annotazioni, che saranno acquisite dalla Corte, sulle quali ha riferito il tenente dei carabinieri Luigi Bazzurri e che riguardano le immagini della videosorveglianza di impianti esterni, precisamente quello di Scarpelli. Immagini integrali che riprendono l’ingresso dell’abitazione del condominio di via Monte Grappa. “C’è una discrepanza di 22 minuti di ritardo tra l’orario display e l’orario in vigore (20 minuti prima) e la registrazione presa in esame, dal 14 al 16 febbraio, è integrale fatta eccezione per un’ora circa (dalle 20.47 alle 22.16 del giorno 14 febbraio).
Il tenente racconta che fu lui a fare il primo accesso nell’abitazione dell’imputata ma solo per accertare la presenza di un cadavere e parla della presenza di due carrelli utilizzati solitamente per la spesa nei centri commerciali, uno più grande e l’altro più piccolo. “C’era un carrello nell’abitazione del defunto di dimensioni più grandi del normale, posizionato nel salone, con all’interno un boccione d’acqua. Quello più piccolo – spiega – entra in casa della sig.ra Mirabelli alle 19.16 del 14 ed esce il 16 febbraio”.
Rispetto all’accertamento del cadavere il tenente riferisce: “Quando siamo entrati, non ci siamo avvicinati più di tanto per non contaminare la scena ma ricordo – spiega Buzzurri – che il corpo era in camera da letto, a terra, avvolto da una coperta e da buste di colore nero e sembrava avvolto e non semplicemente coperto, arrotolato. Fuoriusciva la testa ed il corpo nella parte superiore era parzialmente scoperto. Io ho visto il corpo solo dall’esterno ma per quanto concerne altri elementi sarà la Scientifica chiamata ad intervenire a rispondere”. Tra le altre riprese di questa telecamera, il tenente spiega che la sig.ra Mirabelli viene vista passare nuovamente tra le 10.29 del 14 febbraio e le 10.50 circa su via Monte Grappa, con in mano un sacco nero, il cui contenuto però non è stato accertato”.
Mirabelli “ho paura che qualcuno possa farmi del male”
L’udienza è stata poi aggiornata al 20 maggio prossimo. Il Giudice, Paola Lucente, visti i ritardi che spesso si verificano per tradurre l’imputata dall’abitazione in cui è ristretta ai domiciliari in aula, da parte della Polizia penitenziaria, ha anche chiesto alla Mirabelli di presentarsi in tribunale da sola ma lei stessa ha risposto di avere paura, di sentirsi minacciata chiedendo di essere tradotta in Tribunale dalla Polizia penitenziaria: “ancora non sono state trovate tre pistole che Gioffrè deteneva in casa e ho paura che qualcuno possa farmi del male“.