ROMA – Ogni anno in Europa si registrano circa 400mila arresti cardiaci extraospedalieri, di cui 60mila avvengono in Italia. Nonostante la diffusione delle tecniche di rianimazione e l’impegno degli operatori sanitari, la sopravvivenza media nel nostro Paese è ferma al 6,6%, contro una media europea del 7,5%. A denunciarlo è l’Italian Resuscitation Council (IRC), che punta il dito sulla mancanza di una mappa nazionale dei defibrillatori (DAE) e sull’assenza di strumenti operativi previsti da una legge ormai in vigore da quattro anni.
L’allarme emerge dallo studio europeo “EuReCa Three”, pubblicato sulla rivista scientifica Resuscitation, che ha analizzato oltre 45.000 casi in 28 Paesi. In Italia, alla raccolta dei dati ha collaborato proprio l’IRC, che riunisce medici, infermieri e operatori esperti in rianimazione cardiopolmonare (RCP).
«Ogni minuto perso può costare una vita»
Il presidente di IRC, Andrea Scapigliati spiega che «la possibilità di sopravvivenza cala del 10% ogni 60 secondi. È quindi vitale agire subito. Peccato che, nonostante la legge 116 del 2021 preveda un’app nazionale per geolocalizzare i defibrillatori e guidare i soccorritori occasionali, ancora oggi non esista un sistema operativo funzionante a livello nazionale. E solo poche regioni hanno provveduto in autonomia».
L’assenza di una mappa digitale dei DAE e di un registro nazionale degli arresti cardiaci limita drasticamente la capacità di intervenire in modo rapido ed efficace, impedendo anche una reale valutazione della qualità del soccorso. Eppure i dispositivi ci sono, ma non si sa dove siano.
La Settimana “Viva!”
Per sensibilizzare la popolazione e diffondere la cultura del primo soccorso, IRC promuove anche quest’anno la Settimana “Viva!”, giunta alla 13ª edizione, che si terrà dal 13 al 19 ottobre 2025. Decine di eventi aperti al pubblico – tra simulazioni, incontri, giochi e maxi-formazioni – si svolgeranno in tutta Italia per insegnare le manovre salvavita e aumentare la consapevolezza su un tema tanto delicato quanto decisivo. Il 16 ottobre la Giornata internazionale della rianimazione cardiopolmonare, promossa dal European Resuscitation Council (ERC). «Insegnare a riconoscere un arresto cardiaco e ad agire subito può fare la differenza tra la vita e la morte. Serve un impegno concreto da parte delle istituzioni per mettere in campo tutti gli strumenti previsti per legge. Non possiamo più permetterci di perdere tempo».