Il drammatico grido di aiuto di Milena: “denunciato 12 volte ma continua a perseguitarmi e picchiarmi”

Conoscere l’uomo sbagliato, provare a chiudere una storia fatta di violenza e umiliazioni, vivendo il dramma di non riuscire a voltare pagina anche perché non sei tutelata e la tua disperata richiesta di aiuto resta inascoltata. Questa è la storia di Milena Magurno, è la storia  di una donna e mamma cosentina che ha deciso di difendere lei e sua figlia da una vita di violenze, e di ricominciare.

 

SCALEA (CS) – Quando ho letto le parole di Milena con il suo grido di aiuto quasi disperato sulle pagine di un social network e guardato le foto del suo viso segnato dalla violenza, con quello sguardo perso nel vuoto, sono rimasta attonita… per certi versi incredula. Non potevo credere a tanto coraggio, ma poi ho capito che l’amore per un figlio e la dignità di donna e mamma ti aiuta a tirar fuori una forza molto più grande della violenza, dei soprusi e degli schiaffi. Non si tratta di ‘sbandierare ai quattro venti la tua triste “storia” ma di metterci la faccia, nome e cognome ed… anche le foto. Sono quelle dell’ultima aggressione subita da parte del suo ex compagno, un uomo violento che l’ha umiliata, picchiata per anni e che poi ha messo le mani anche sulla figlia che di anni, oggi, ne ha solo sei.

Milena ha 37 anni, il suo ex compagno si chiama Vincenzo. Anche il suo nuovo fidanzato di Milena porta lo stesso nome, ma non ha nulla a che vedere con lui. Decido di prendere il telefono e contattare Milena. Al telefono mi risponde il nuovo compagno; gli chiedo l’età della donna e lui mi risponde: “ha 37 anni… ed è bella come il sole” e il tono della sua voce mi trasmette affetto, dolcezza commovente ma anche rabbia. Quella che un uomo che ‘ama davvero’ prova nei confronti della donna che sta al suo fianco ma che da anni subisce minacce fisiche e umiliazioni verbali da parte del suo ex compagno.

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Un sole, Milena, che qualcuno cerca di spegnere da anni perché ‘ossessionato’ ed a’accecato’ dalla gelosia,  arrivato più volte a mettere le mani addosso anche alla loro figlioletta. Milena, aggredita venerdì scorso per l’ennesima volta mentre stava uscendo per portare fuori il suo cagnolino, ha deciso di dire basta da tempo ed ha infatti denunciato ai carabinieri il suo ex, un muratore 50enne, per ben 21 volte. Ma nessuno lo ha ancora fermato.

Venerdì scorso si trovava nell’androne del palazzo quando lui è spuntato ed ha iniziato prima ad offenderla. Poi quando il cagnolino è indietreggiato, lui ha allungato un braccio afferrandola per la maglietta e strappandola. Il suo fedele amico a quattro zampe ha provato a difenderla e lei ha tentato anche di calmarlo. Ma lui per tutta risposta ha ricevuto due schiaffoni, uno in pieno viso e l’altro al collo. Poi da vero vigliacco, è scappato nell’indifferenza generale. Lei ha urlato e chiesto aiuto ma l’uomo si era già dileguato… lui, il vigliacco che picchia una donna e poi scappa!

Milena e il suo ex, abitavano insieme in un palazzo nel centro di Scalea. Al piano di sotto vive un carabiniere che l’ha aiutata ad affrontare quel tormento e che oggi è diventato il suo nuovo compagno. Una notte alle 3.00, Milena ha chiesto il suo aiuto. Era in pigiama, urlava e piangeva perché l’uomo che viveva con lui le aveva sequestrato la borsa. Il motivo? La cugina le aveva prestato dei soldi per andare via da quella “prigione” e trovare una nuova sistemazione. Milena voleva scappare lontano da quell’incubo fatto di gelosia, oppressione e continue violenze fisiche e verbali: “voglio sapere a cosa servono quei soldi, l’ammazzo, se se ne va l’ammazzo“. Ma Milena era decisa: “vado via da quella vita di botte e dolore”.

La sua storia la raccontiamo perché ha un particolare comune ad altre decine e decine di storie: undici denunce, lui a piede libero che continua a minacciarla e che tre giorni fa l’ha nuovamente aggredita. In Italia purtroppo, la violenza sulle donne ancora non è riconosciuta come ‘reato’ fino a che non ti uccidono o ti sfregiano… Milena è andata via, il nuovo appartamento l’ha preso in affitto ma il suo incubo non è finito. Il compagno violento è tornato a vivere dalla madre per un periodo di tempo e nonostante le denunce nei suoi confronti è ancora a piede libero. I carabinieri non hanno fatto altro che ‘chiamarlo’ e ‘redarguirlo‘. Tutto qui.

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Milena è nata a Maierà ma vive a Scalea. Ha vissuto per sette anni maltrattamenti, gelosie e scatti di rabbia. In questa storia c’è in ballo il coraggio di una donna che è soprattutto mamma. Ieri dopo aver denunciato il suo ex 12 volte, ha deciso di lasciare un messaggio chiaro e forte “Io non ho più paura – mi scrive Milena – non mi interessa se scateno l’inferno perché l’inferno l’ho già visto, vissuto, toccato, annusato ma adesso sto cercando di uscirne e di togliermelo da dosso“. L’ex compagno da mesi non versa il mantenimento per la piccola e va dicendo in giro che non lo farà fino a che non vedrà la bambina. E così Milena vive e tira avanti con il solo stipendio del suo nuovo compagno.

Quando lui prese la bambina: “non la vedi più”

Nella difficile causa per l’affido della piccola era stato deciso che il padre, avrebbe potuto trascorrere con lei i weekend. Ma un bel giorno di dicembre del 2015 “ha sottratto mia figlia e l’ha letteralmente rinchiusa a casa di sua madre – mi racconta Milena – per un mese e mezzo (dagli inizi di dicembre ho rivisto mia figlia a metà gennaio). Ho sporto denuncia e chiesto aiuto agli assistenti sociali. Sono intervenuti i carabinieri per sapere come stava visto che non portava più la piccola all’asilo e la teneva chiusa in casa… ma non hanno fatto nulla“.

Milena queste cose me le scrive in privato. La donna non può parlare al telefono perché ha difficoltà a causa del dolore ad una mandibola dopo il colpo ricevuto. Scrive e mi racconta delle continue minacce: “ti tolgo tua figlia e non la rivedi più“. Intanto avvocati e assistenti sociali le consigliano di farla vedere al padre, con la ‘minaccia psicologica’ che potrebbero portarla in una casa famiglia. Lei non vuole ma acconsente per non perderla e lui allora ricomincia con le violenze.

La bimba è stata per un mese e mezzo dalla madre di lui, senza uscire, senza andare all’asilo. La piccola che aveva poco più di 4 anni piangeva e si chiedeva perché la mamma l’avesse lasciata sola. Lui gliela faceva sentire solo per telefono e la piccola diceva alla mamma: “che mi hai fatto…mi hai lasciato per andartene con lui“, incalzata dal padre che gettava fango sulla sua mamma.  Nonostante i carabinieri e gli assistenti sociali siano andati a controllare le condizioni della piccola non è cambiato nulla. Dopo decine di incontri con avvocati, accordi e ancora ‘minacce psicologiche’ di affidare la bimba ad una casa famiglia se la situazione non si fosse sistemata, arriva un giorno in cui l’ex decide di contattare Milena. L’ennesima telefonata minatoria: “oggi vieni dall’avvocato firma la custodia perché altrimenti ti devo solamente sparare“. E ancora: “non ti permettere di venire ad abitare nel palazzo tu e quell’infame bastardo che ti faccio passare i guai tuoi“. Una conversazione che anche il primo figlio di Milena che ha 14 anni (avuto da una precedente relazione e sentito da inquirenti e assistenti sociali) ha ascoltato. Oppure quando l’uomo passando con la figlia in auto vede la coppia fare la spesa e rivolgendosi alla bimba le dice: “ eccola la vedi tua madre è una ‘zoccola’, una ‘puttana’ e la piccola tenta addirittura di difendere la madre. Il padre allora, secondo quanto raccontato successivamente dalla piccola al medico del Pronto soccorso, le molla uno schiaffone in faccia, così forte che le rompe i capillari delle guance. La bambina però non ha il coraggio di raccontare tutto alla mamma che insieme al nuovo compagno la portano in ospedale. Lui è ancora libero e noi speriamo che qualcuno lo tenga lontano da lei e da sua figlia perché l’ultima aggressione, dopo ben 11 denunce, risale solo a venerdì scorso. A molte donne uccise, sfregiate perseguitate è comune questo particolare: tutte avevano denunciato ma poi?

Questa la vita di soprusi di Milena che ha voluto lanciare il suo messaggio di aiuto e dolore su Facebook a centinaia di donne, mamme, che l’hanno abbracciata virtualmente (con oltre 300 commenti di affetto). Ma altrettanti sono i post in cui le donne chiedono che lo Stato sia presente per prevenire fenomeni di violenza prima che sia troppo tardi prima che si debba parlare dell’ennesimo caso di femminicidio. Noi speriamo che la storia di Milena sia utile anche a tutte le donne che vivono la sua stessa situazione

La redazione di QuiCosenza.it resta a completa disposizione per la replica ad un’eventuale differente versione dei fatti qui raccontata.

 

LEGGI ANCHE Il caso di Milena, replica il legale dell’ex compagno: “accuse gravi, dovrà assumersi le sue responsabilità”

 

 

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