Sit in al Palazzo di Giustizia per Ilaria: «non siamo qui per fare un processo, vogliamo la verità»

Che sia stato un incidente o no, le persone che questa mattina hanno partecipato al sit in davanti al Tribunale vogliono saperlo: "cosa è successo realmente ad Ilaria?"

COSENZA – Organizzato dal collettivo “Fem.In Cosentine in Lotta” il sit in è stato promosso per chiedere che venga accertata la verità sulla morte di Ilaria Mirabelli, la 38enne cosentina deceduta lo scorso 25 agosto in circostanze ancora poco chiare sulla statale 108 bis nei pressi di Lorica, in località Baracchelle. Negli ultimi giorni, dopo l’iscrizione nel registro degli indagati di Mario Molinari con l’accusa di omicidio stradale, lo stesso e anche il padre, hanno rilasciato diverse dichiarazioni.

I due, che stavano insieme da qualche tempo, quella domenica erano bordo di una Volkswagen Up ritrovata a bordo strada. Il corpo senza vita di Ilaria era distante alcuni metri dalla vettura, mentre Molinari non ha riportato ferite. Da quel momento sono scaturiti diversi dubbi su come siano stati eseguiti i rilievi e sulla dinamica di quanto accaduto, che la magistratura dovrà chiarire nel corso delle indagini. Una verità richiesta anche dai familiari della ragazza, che hanno avviato una raccolta fondi per chiedere aiuto alla comunità nel sostenere le spese legali.

“Vogliamo sapere cosa è realmente successo ad Ilaria”

A mezzogiorno numerose persone si sono radunate davanti al Palazzo di Giustizia di Cosenza, in un clima di rabbia e dolore. Tutti vogliono risposte: “È stato un incidente o no?”. Sono trascorsi oltre 15 giorni dal 25 agosto e «c’è una città intera – ha dichiarato Vittoria Morrone, del collettivo Fem.In. – che chiede risposte. Da parte delle istituzioni non ci sono state smentite o chiarimenti. Non siamo qui oggi per fare un processo o puntare il dito contro qualcuno, ma chiediamo la verità e indagini serie e con dovizia di particolari».

«Abbiamo assistito a settimane di silenzi che non riusciamo a comprendere da parte delle Istituzioni. Sono circostanze che non sono state chiarite con tantissime domande. Vogliamo che le Istituzioni siano presenti. Oggi ci troviamo di fronte ad una ragazza morta in circostanze molto misteriose che si infittiscono sempre di più e che fanno pensare veramente a quello che potrebbe essere un ‘insabbiamento‘».

«Non c’è chiarezza e la città è arrabbiata e sono molto emozionata a dover dare voce a questa rabbia. Non possiamo cancellare due settimane e il silenzio da parte della Procura e dei carabinieri di San Giovanni in Fiore». Secondo il collettivo cosentino infatti, le indagini «sono state eseguite in maniera parziale e non è stato neanche transennato il luogo del sinistro. Chiunque poteva andare sul posto e inquinare gli elementi che potrebbero dare indicazioni importanti. Siamo turbati perché le versioni cambiano di continuo».

Intanto ieri, in Procura, è stato conferito l’incarico, da parte dei sostituti procuratori Donatella Donato e Mariangela Farro, al perito Fausto Carelli Basile per l’esecuzione di accertamenti tecnici irripetibili da eseguire sulla Volkswagen Up sulla quale viaggiava la coppia. L’attività si svolgerà il prossimo 20 settembre alla presenza di tutte le parti coinvolte.

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