L’intervista – Pasquale Tridico è pronto a cambiare la Calabria con una “mission” di rinascita e rivoluzione sociale

Un ritorno a casa non per nostalgia ma per missione. Pasquale Tridico non promette miracoli ma una rivoluzione silenziosa: sanità efficiente, infrastrutture vere, dignità per chi oggi vive ai margini

COSENZA – Non solo politica ma una vera e propria missione con una scelta di cuore. Pasquale Tridico, europarlamentare del Movimento 5 Stelle, da cosentino e calabrese, ha scelto di candidarsi alla guida della Regione accettando la candidatura per il campo largo di centrosinistra. Nel corso del suo tour elettorale, che ha toccato anche la città di Cosenza, lo abbiamo incontrato e intervistato. Un uomo che ha scelto di tornare nella sua terra con l’obiettivo dichiarato di contribuire a una vera rivoluzione sociale ed economica per la Calabria.

L’ex presidente dell’Inps vanta un profilo politico e accademico di primo piano: economista e docente universitario, è stato presidente dell’INPS dal marzo 2019 al maggio 2023, guidando l’istituto in anni complessi e cruciali. Successivamente è stato eletto europarlamentare con il Movimento 5 Stelle, portando la voce del Sud e della Calabria in Europa. Calabrese, originario della provincia di Cosenza, Tridico è nato a Scala Coeli, uno dei borghi più suggestivi della provincia. Rivendica con orgoglio le sue radici e oggi si presenta come un candidato pronto a mettere competenze, esperienza e passione al servizio della terra.

La Calabria ha bisogno di lavoro o di assistenzialismo?

La prima domanda non poteva che partire da uno dei suoi punti della sua campagna e che ha innescato furiose polemiche: il Reddito di dignità. Lui, padre fondatore del reddito di cittadinanza, ha annunciato, in caso di vittoria, l’introduzione della misura di sostegno dei cittadini più poveri, che punta a distinguersi dal mero assistenzialismo per diventare un vero strumento di inclusione sociale e sviluppo territoriale. Secondo l’ex presidente dell’INPS, la Calabria vive oggi una condizione di emergenza sociale e sanitaria che richiede risposte innovative e concrete: «La Calabria ha bisogno di tante cose. Prima di tutto di sanità: oggi abbiamo livelli essenziali di assistenza tra i più bassi d’Italia, con ospedali e posti letto in riduzione. In soli quattro anni abbiamo perso più strutture di quante se ne siano chiuse nei quarant’anni precedenti. E in quattro anni abbiamo avuto più poveri che nei decenni passati. Tutto questo non è accettabile».

Una persona su due vive sotto la soglia di povertà

«In questo contesto nasce la proposta di un reddito che non sia solo un trasferimento economico, ma una leva di riscatto sociale. Tridico sottolinea come «in Calabria una persona su due, vive sotto la soglia di povertà» e che esiste una fascia di cittadini considerati “occupabili” ma di fatto esclusi dal mercato del lavoro: uomini e donne tra i 55 e i 60 anni, troppo giovani per la pensione e troppo anziani per trovare un’occupazione stabile.

«Il Reddito di dignità serve soprattutto a loro. Non vogliamo soltanto erogare un contributo, ma restituire dignità attraverso progetti di inclusione: dal recupero di siti archeologici al rilancio di attività culturali, fino alla riapertura di biblioteche come quelle che stanno chiudendo anche qui a Cosenza».

Il reddito di “responsabilità regionale” secondo Pasquale Tridico

La misura prevede infatti che il sostegno economico sia condizionato alla partecipazione a progetti culturali, sociali e comunitari, con una gestione affidata alla Regione. L’obiettivo, spiega Tridico, è far sì che il reddito diventi uno strumento di attivazione e non di passività. «Il Reddito di cittadinanza era una misura statale, questa volta invece parliamo di una responsabilità regionale. Noi la implementeremo in maniera concreta, legandola al territorio e ai suoi bisogni reali. Non solo un aiuto economico, ma una possibilità di riscatto collettivo».

Infrastrutture: per Pasquale Tridico il Ponte non è una priorità

Pasquale Tridico conosce bene la realtà dei borghi calabresi e delle aree interne, che soffrono di isolamento e mancanza di servizi essenziali. Per il candidato del centrosinistra, la priorità non è il Ponte sullo Stretto, bensì il potenziamento delle infrastrutture che uniscono i territori per migliorare la qualità della vita dei cittadini.

«Le infrastrutture in Calabria sono fondamentali, ma il Ponte sullo Stretto è inutile e soprattutto non è prioritario. Oggi ciò che serve davvero, sono i collegamenti nelle aree interne, i collegamenti tra nord e sud della regione, l’alta velocità da Salerno a Reggio Calabria».

L’alta velocità, la Ferrovia Jonica e la Statale 106

Pasquale Tridico ricorda che per l’alta velocità erano stati stanziati 9 miliardi di euro, ma il progetto proposto dal centrodestra, aumenterebbe ulteriormente il divario tecnologico e di sviluppo già accumulato dalla nostra regione. Le vere urgenze sono altre: collegamenti est-ovest, come quelli tra Catanzaro e Cosenza, il potenziamento della ferrovia jonica, e la messa in sicurezza di strade spesso teatro di gravi incidenti.

«Alcuni gironi fa, sulla Jonica, a Mirto, è morto un ragazzo a causa di una strada insicura. Questo è inaccettabile. Dobbiamo investire per rendere sicure e moderne le nostre vie di comunicazione, non in opere faraoniche dal forte impatto ambientale e commerciale che non risolvono i problemi quotidiani dei calabresi».

In questo senso, il candidato rilancia la prospettiva di un Sud federato nelle infrastrutture, capace di connettere Calabria, Puglia e Campania in una rete comune di trasporti moderni ed efficienti: «Pensare che fra poche settimane in Puglia si voterà con Antonio Decaro, mentre in Calabria e in Campania ci saranno altri progetti comuni, fa sperare in una visione nuova e condivisa. Dobbiamo ripartire dai collegamenti del Sud per ridare centralità al Mezzogiorno».

Sanità «serve un reclutamento serio, non soluzioni tampone»

La sanità è uno dei nodi centrali della proposta politica. Per il candidato del centrosinistra, la Calabria paga oggi il prezzo di anni di tagli, carenze strutturali e soluzioni emergenziali che non hanno prodotto i risultati sperati.

«Innanzitutto bisogna fare un reclutamento serio ed efficace. Ilprogetto dei medici cubani, sebbene animato da buone intenzioni, è fallito: il 25% di loro ha già abbandonato la Calabria. E questo perché, a fronte di uno stipendio lordo di circa 4.500 euro, il netto che percepiscono si riduce a 1.200 euro, insufficiente per vivere dignitosamente qui». Pasquale Tridico sottolinea che la Regione si è fatta carico anche dei costi di alloggio e trasporto, ma la misura si è rivelata troppo onerosa e poco efficace nel lungo periodo.

Riportare a casa i medici calabresi

La vera sfida, spiega, è che i medici calabresi che lavorano altrove, tornino nei propri territori d’origine. «Bisogna rivolgersi ai tanti calabresi che esercitano la professione in giro per l’Italia, offrendo loro non solo uno stipendio competitivo, ma anche ciò che abbiamo garantito ai medici cubani: alloggio, trasporti, incentivi reali. Solo così potremo convincerli a restare stabilmente nei nostri ospedali».

Per Tridico, la rinascita della sanità calabrese passa quindi da un piano di reclutamento strutturale, che premi il merito e restituisca dignità al lavoro dei professionisti: «Il reclutamento va rafforzato e noi lo porteremo avanti, perché non ci si può più permettere di affidarsi a soluzioni tampone. La Calabria ha diritto a una sanità efficiente, vicina ai cittadini e capace di garantire servizi essenziali a tutti».

«Parlare al cuore dei calabresi, non alla loro pancia»

Tridico non risparmia critiche all’attuale governo regionale guidato da Roberto Occhiuto, sottolineando come la Calabria negli ultimi anni abbia visto aggravarsi i problemi strutturali senza risposte concrete. «In quattro anni abbiamo assistito a spopolamento, alla riduzione dei servizi nelle aree interne, ad una Calabria dimenticata. Invece di interventi concreti abbiamo visto soltanto luci psichedeliche ed eventi patinati che finivano il giorno dopo. Io voglio parlare al cuore dei calabresi, non alla lo pancia».

I guai giudiziari di Occhiuto? «Sue questioni personali»

Le questioni giudiziarie di Occhiuto non sono il tema centrale della sua campagna: «I suoi problemi giudiziari sono questioni personali. A me interessa costruire una Calabria che sappia riscattarsi, che faccia rivivere i luoghi dove siamo nati, le città ma anche le aree interne, che restituisca vita agli ospedali abbandonati e che realizzi le infrastrutture ancora ferme. Serve un PNRR finalmente implementato e non dimenticato».

Per Pasquale Tridico la Calabria necessita di un vero riscatto

Tridico conclude ribadendo la sua volontà di mettere al centro le comunità e i cittadini, augurando comunque il meglio al presidente uscente sul piano personale: «Occhiuto i suoi problemi li risolverà. Indipendentemente dall’esito delle elezioni, a lui va il nostro augurio. Ma oggi la Calabria ha bisogno di un vero riscatto, di una politica che torni a essere al servizio del cittadino e non della propaganda».

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