COSENZA – La procura di Cosenza ha chiuso le indagini sulla morte di Salvatore Iaccino, storico ultras del Cosenza Calcio scomparso il 17 febbraio 2025 mentre si trovava all’interno della clinica Villa degli Oleandri, struttura sanitaria privata dove scontava una misura alternativa e stata disposta perché ritenuto incompatibile con il regime carcerario e bisognoso di un piano terapeutico dedicato.
Quattro indagati per la morte di uccello: ipotesi omicidio colposo
L’inchiesta, coordinata dalla Procura, ha portato all’iscrizione di quattro persone nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio colposo, perché – secondo l’ipotesi accusatoria – «ciascuno nella rispettiva professione sanitaria non ha impedito un evento che aveva l’obbligo di impedire». Gli indagati sono difesi dall’avvocato Innocenzo Palazzo, mentre le parti offese sono rappresentate dai legali Cristian Cristiano, Maurizio Nucci, Mattia Caruso e Angelo Nicotera.
Salvatore Iaccino: il giorno della morte
giorno della sua morte, il 17 febbraio 2025, Iaccino aveva incontrato il proprio avvocato difensore, Mattia Caruso, intorno alle 16:30. «Lo avevo visto poche ore prima – aveva spiegato il legale. Era certamente provato dalla detenzione, ma stava bene. Lamentava soltanto dei dolori addominali e ci eravamo accordati per chiedere al giudice la possibilità di sottoporsi a visite specialistiche». Poco più tardi, intorno alle 19:00, la clinica aveva contattato il legale per comunicargli il decesso. «È stato un brutto colpo – aveva ancora spiegato Caruso – perché Salvatore era una persona sensibile, consapevole dei suoi errori e desiderosa di intraprendere un percorso riabilitativo e rieducativo». Il sequestro della salma e l’autopsia vennero disposti come atto dovuto, per chiarire l’orario e le cause precise della morte.
La tentata fuga e l’agitazione
Secondo quanto emerso dalle prime indagini, il giorno precedente alla morte Uccello avrebbe tentato la fuga dalla struttura. Ne sarebbe nato un alterco con un sanitario, al termine del quale gli operatori lo avrebbero trattenuto contro la sua volontà. Il pomeriggio successivo, poche ore prima del decesso, l’uomo sarebbe stato colto da un forte stato di agitazione nonostante la somministrazione di farmaci. Avrebbe urlato e chiesto aiuto per diverse ore.
Il suo corpo senza vita venne stato trovato nella stanza al buio, dopo la segnalazione di un residente che aveva notato una sagoma sospetta. L’uomo ha tentato invano di contattare Villa degli Oleandri intorno alle 18:45, senza ricevere risposta. Solo insistendo con altre strutture dello stesso gruppo sanitario (Crispino) è riuscito a inoltrare l’allarme ai sanitari di turno.
La mamma di Salvatore Iaccino: «voglio verità»
Sulla vicenda hanno indagato i carabinieri della stazione di Mendicino, coordinati dal PM Domenico Frascino della Procura di Cosenza. L’obiettivo era stabilire se vi siano state responsabilità da parte del personale sanitario e chiarire le reali circostanze della morte di Iaccino. La comunità cosentina e il mondo del tifo organizzato rossoblù hanno atteso con apprensione gli sviluppi, mentre la famiglia ha sempre chiesto giustizia e trasparenza su quanto accaduto in quelle ore drammatiche.
«Aveva segni in volto, – aveva affermato la mamma- voglio verità. La sera che mio figlio ha perso la vita non ho trovato nessuno in clinica. Non sono mai riuscita a parlare con un responsabile o qualche referente di Villa degli Oleandri. Una settimana prima aveva dei graffi in viso e mi aveva detto che era stato picchiato. Quel giorno alle 17:00 ha incontrato con l’avvocato, alle 18::30 è morto. Voglio sapere cosa è successo».