COSENZA – Una pec rivolta ai carabinieri del Nas, ai vertici all’Asp e dell’azienda ospedaliera di Cosenza, al Ministero della Salute e al presidente della Regione Calabria per chiedere ‘azioni a chi di dovere’. La mail è stata trasmessa anche alla nostra redazione ed è relativa a quanto accaduto alla signora Maria Assunta Pellegrino nella giornata di ieri, 1 ottobre 2025, presso l’ospedale di Cosenza.
La donna racconta l’esperienza vissuta: “Mi reco con mia madre 83enne di buona mattina alle 6:00, presso l’ospedale di Cosenza dell’Annunziata, per andare a fare le analisi ematiche di laboratorio prescritte dal medico di famiglia, munita di regolare prescrizione. Mi era stato comunicato al telefono che le analisi iniziavano alle 7:30 del mattino ma già ore prima si formava una coda all’esterno e vi era una persona che “dava” i numeri progressivi per poter recarsi all’interno ed effettuare gli esami”.
Il “sistema bloccato”
“Intanto il tempo trascorreva e alle 8:00 qualcuno del personale all’interno è uscito dicendo che il sistema era bloccato e già da venerdì avevano dei problemi. Indicava però di attendere che si sarebbe sistemato. Inizio ad avere dei timori di stare perdendo tempo e intanto mi chiedo perché nessuno abbia messo un avviso per informare all’esterno dei problemi in essere e perché nel 2025 un servizio pubblico di tale importanza debba essere in balia da 5 giorni di problemi informatici o telefonici e nessuno abbia compiuto azioni pratiche per risolvere il problema”.
“Il tempo passa e alle 10:00, decine e decine di persone di ogni età vengono lasciate ad aspettare, svegliate alle prime luci dell’alba, senza alcun liquido o cibo ingerito per effettuare le analisi ematiche e delle urine, giacciono sconsolate, arrabbiate e stanche. Molte le urla e le invettive lanciate verso il personale che, uscendo dai locali interni garantiva che “il servizio sarebbe stato ripristinato a breve” ma intanto per un cavillo informatico/telefonico, decine di persone hanno dovuto subire e sperimentare tale nauseabonda odissea che ha apportato disagi, danni, stress”.
La gestione del servizio pubblico
“Chi è alla gestione di un servizio pubblico – scrive la signora nella pec – ha l’obbligo di garantire tale servizio in modo tempestivo, efficace e senza nessuna inerzia. Ciò non è avvenuto e i fatti lo dicono, da 5 giorni il problema persiste e nessun avviso lasciato all’esterno per informare gli utenti maltrattati e ignorati. Come è possibile che tale servizio pubblico sia gestito in questo modo a mio parere assolutamente incapace di garantire tale indispensabile servizio, dato che da 5 giorni permane questo stato delle cose? Questo non doveva accadere ma è incredibilmente accaduto. E’ giusto che chi di dovere intervenga per attuare le azioni indispensabili verso chi doveva garantire il servizio. E’ giusto che si trovino e si attuino le soluzioni indispensabili affinché questo non possa mai più accadere. Da cittadina italiana mi vergogno profondamente di quello che ho dovuto sperimentare e subire per colpa di inetta incapacità”.