BELMONTE CALABRO (CS) – “Come ogni anno, purtroppo, la storia si ripete. Senza addentrarmi in querelle politico amministrative o prendere a pretesto riferimenti di altre località di villeggiatura, mi preme farle osservare che essendo un villeggiante di lunga data di questa amena località, riscontro ahimè, e sempre più negativamente che, puntualmente, per chi vive l’esperienza estiva del mese di luglio, (siamo al 18) ha dei tratti di indifferenza sistematica”.
A scrivere la lettera rivolgendosi al primo cittadino del centro tirrenico, Roberto Veltri, è il sindacalista cosentino Pino Assalone. “Che la cultura dell’accoglienza non sia una prerogativa di questa, come quelle delle passate amministrazioni, è un dato incontrovertibile. Ma una amministrazione che fa del progressismo la sua forza portante nei confronti dei suoi cittadini, deve per forza di cose, mettere a disposizione tutti quei servizi perché il cittadino si senta accolto”.
“Belmonte è una località marina frequentata in larga misura da nuclei familiari piuttosto compositi. Mi rendo conto che l’amministrazione ha a disposizione risorse limitate, tuttavia questo non giustifica che le stesse non debbano essere orientate al buon senso. Acquistare una o più passerella per consentire l’accesso al mare delle tante mamme con passeggini o facilitare il percorso delle persone anziane o addirittura dei diversamente abili, davvero costituiscono un esborso economico così gravoso da parte dell’amministrazione?”.
“O il taglio dell’erba alta – scrive Assalone – oltre all’aspetto estetico poco gradevole, come tutti sappiamo favorisce la proliferazione di insetti e altri animali pericolosi per le tantissime persone che utilizzano quei percorsi per raggiungere la spiaggia; può costituire un aggravio per i bilanci della amministrazione? E che dire della mancanza di un WC pubblico utile a quanti hanno bisogno di eliminare gli essenziali elementi fisiologici, senza che questi vadano ad aggravare l’inquinamento del mare, può influenzarne l’acquisto? O tutto cio sarà riservato ai villeggianti agostani, a quei villeggianti che nella cultura nostrana rappresentano un surrogato di una classe privilegiata e quindi meritevoli di una attenzione doverosa da parte sua e della amministrazione, attuando in modo sibillino una concezione delle diseguaglianze tra villeggianti”.
“Purtroppo – conclude Assalone – mi duole constatare che la distanza culturale per chi viene a villeggiare a Belmonte e chi amministra questo comune è veramente abissale. Quella visione culturale dell’accoglienza, di quell’atto umano e sociale che identifica e orienta l’agire stesso dell’amministrazione deve essere reso esigibile. Da cittadino calabrese non vorrei che il Comune di Belmonte venisse ricordato solo per i suoi squisiti prodotti, come i pomodori, ma soprattutto poter vantare una cultura marina che abbia messo a disposizione quei servizi minimi essenziali da evitare le sacrosante imprecazioni quotidiane. Non mi resta che sperare che queste modestissime segnalazioni vengano prese in debita considerazione prima che la stagione estiva volga al termine”.