Dopo dieci anni di lotta, a Cosenza Vecchia nasce il primo sportello per il diritto alla casa
COSENZA – «Dieci anni di lotte, passione, resistenze, successi e sconfitte. Dieci anni in cui siamo riusciti a mettere al centro dell’agenda politica cittadina (istituzionale e non) il bisogno casa, da sempre ipotecato dalla speculazione politica e dagli interessi dei palazzinari. Attraverso la lotta per la casa – affermano in una congiunta il comitato Prendocasa Cosenza e il Comitato Piazza Piccola – abbiamo messo in discussione i meccanismi clientelari che regnavano tra Aterp e uffici comunali e regionali, restituendo dignità a centinaia di persone non più assoggettate allo strapotere politico-clientelare. Meccanismi che oggi l’Aterp cerca di rilanciare con un concorso per l’assunzione di 56 dirigenti e funzionari che, guarda caso, arriva a ridosso delle prossime elezioni regionali. Da dieci anni fa ad oggi i passi fatti sono sotto gli occhi di tutti: dalle occupazioni alle requisizioni, dall’istituzione dell’assessorato alla casa e di Via dell’accoglienza (per permettere di bypassare l’art. 5 del decreto Lupi che nega il diritto alla residenza), alla sanatoria del 2013 (non ancora attivata) fino alla legge regionale sull’autorecupero che potrebbe diventare uno strumento importantissimo se attivato e opportunamente finanziato posto che, ormai, i fondi ex-gescal sono stati saccheggiati.
I piani applicativi della legge sull’autorecupero, collegato ai finanziamenti sul centro storico, potrebbero essere molteplici :
1) risolvere le esigenze abitative delle migliaia di famiglie ancora in emergenza abitativa o in attesa di un alloggio;
2) recuperare e mettere in sicurezza il centro storico;
3) contrastare lo spopolamento della città vecchia che ha caratterizzato gli ultimi 30 anni di storia cittadina;
4) porre un freno alla cementificazione selvaggia del territorio cosentino;
5) vincolare l’aggiudicazione dei lavori all’assunzione di manodopera locale.
Un piano così concepito permetterebbe il risparmio di centinaia di migliaia di euro che ogni anno il Comune, e quindi i cittadini, ormai da 20 anni, butta via in costosi affitti per garantire un alloggio alle famiglie in emergenza abitativa. È dal 2010 che denunciamo gli sprechi per le politiche abitative che garantiscono guadagni esorbitanti ai palazzinari di questa città senza risolvere le emergenze eppure, nonostante il dissesto conclamato, si continua a ricorrere allo strumento dell’affitto, un vuoto a perdere, per sanare una emergenza che diverse sentenze hanno sancito essere causate dall’inefficienza amministrativa, dagli sprechi e dall’appropriazione dei fondi destinati al bisogno casa. Tutto questo mentre il centro storico è pieno di case pericolanti o inagibili, abitate o abbandonate, che mettono in costante pericolo l’incolumità dei residenti e dei passanti.
Sogniamo una città che sia solidale e partecipe dei bisogni degli ultimi, nessuno escluso. Il lavoro di rete svolto negli ultimi mesi nel centro storico ha permesso di tessere relazioni e mappare, oltre ai rischi strutturali, i disagi umani. Questi ultimi rappresentano la cartina di tornasole di una comunità che non è più tale da tempo immemore, ad eccezione di pochi esempi virtuosi, offuscata dalla movida itinerante e da un benessere di facciata che ha messo tra parentesi il bene collettivo, girandosi dall’altra parte di fronte al degrado e ai disagi che attraversano il centro storico. Da mercoledì 30 ottobre, dalle 16:00 alle 19:00, sarà attivo lo sportello per il diritto alla casa presso la sede del Comitato Piazza Piccola in via Galeazzo di Tarsia, per continuare a riprenderci quello che ci è stato levato e disegnare assieme la città che vogliamo: sicura, solidale e a misura di tutti».