Regionali, il Coordinamento Antiviolenza Donne Insieme Calabria si appella ai candidati: «Servono risorse certe»

Il CADIC alla vigilia delle elezioni si rivolge ai candidati per sottoporre loro urgenti interventi che occorre attuare in regione a sostegno di chi lavora contro la violenza sulle donne

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REGGIO CALABRIA – Il Coordinamento Antiviolenza Donne Insieme Calabria (CADIC) alla vigilia delle elezioni regionali, in programma domenica 5 e lunedì 6 ottobre, lancia un manifesto/appello diretto ai candidati alla presidenza della Regione per ricordare loco come il fenomeno della violenza sulle donne non debba essere sottovalutato e come in Calabria ci siano interventi urgenti da fare. 

“In Calabria il fenomeno della violenza maschile sulle donne è di notevole dimensione. Nel 2024 le donne vittime di violenza di genere sono state oltre 1600; negli ultimi anni sono state 5 le donne in Calabria vittime di femminicidio, a cui bisogna aggiungere altre donne uccise per le quali la giustizia non ha individuato ancora un colpevole. –  precisa il Coordinamento – La Calabria, sempre nell’anno 2024, si colloca al 5° posto tra le altre regioni per i reati di stalking, con un’incidenza del 40,17 (media nazionale 33,64); per i reati di maltrattamenti contro familiari all’8° posto con un’incidenza del 45,54 (media nazionale 46,41); per i reati di violenze sessuali al 19° posto con un’incidenza del 6,51 (media nazionale 10,88)”

“Possiamo calcolare che ogni giorno, per tutti i giorni dell’anno, almeno 4 donne sporgono denuncia per le violenze che subiscono. – chiarisce il CADIC – A fronte di tale rilevante dimensione del fenomeno, il territorio calabrese ha servizi antiviolenza strutturalmente fragili e presenti a macchia di leopardo. In alcune aree i Centri Antiviolenza sono addirittura completamente assenti. Inoltre, i Centri Antiviolenza e le Case rifugio esistenti sono in situazioni di precarietà per fondi insufficienti e vincolati al metodo inadeguato della progettualità annuale e delle rette”.

Cosa è stato già fatto e cosa serve

“La precedente legislatura regionale, ha approvato la nuova legge n.34 del 25 giugno 2025 “Norme per il contrasto del fenomeno della violenza di genere”. E’ stato un traguardo importante, – si chiarisce nel manifesto – che ha consentito alla nostra regione di aggiornare ed adeguare la vecchia normativa alle ultime disposizioni nazionali ed internazionali, prima fra tutte la Convenzione di Istanbul. Pur riconoscendo questo merito al precedente Consiglio Regionale, rileviamo che è rimasta non risolta la questione della sostenibilità finanziaria dei Centri Antiviolenza e delle Case Rifugio. I Centri Antiviolenza sono il perno del contrasto alla violenza di genere ed il punto di riferimento specializzato per le donne che subiscono violenze. Le Case Rifugio sono luoghi che assicurano sicurezza e protezione alle donne ed ai loro figli, in fuga da situazioni ad alto rischio e di elevata pericolosità. Ad essi in Calabria si rivolgono annualmente migliaia di donne”.

La richiesta: “Non retorica ma fatti concreti”

“Nei nostri Centri antiviolenza quotidianamente si erogano servizi psicologici, educativi, sociali di alta qualità e si garantisce la tutela legale. – si ricorda – Le donne e le professioniste dei Centri Antiviolenza e delle Case Rifugio calabresi hanno costruito negli anni un considerevole patrimonio di esperienza e di conoscenze, sperimentano metodologie e pratiche di accoglienza tra le più efficaci in Italia. Ma non ottengono le risorse economiche di cui hanno bisogno. Non possiamo rimanere in questa situazione, riteniamo che vada riconosciuta ai Centri Antiviolenza ed alle Case Rifugio la qualificata ed importante funzione sociale e culturale che svolgono ed un tetto minimo di finanziamento, vincolato ad una programmazione e ad un Piano Regionale pluriennale degli interventi. Non abbiamo bisogno di retorica ma di fatti concreti“.

A tal fine, il CADIC fa appello ai candidati alle prossime elezioni regionali affinchè assumano “l’impegno per l’implementazione della nuova legge regionale n.34 del 2025 e per come la stessa legge dispone all’articolo 15 “predisporre adeguate coperture finanziarie e ad assegnarle con continuità e tempestività affinché i CAV e le Case rifugio siano in condizione di operare sulla base dei requisiti e criteri previsti dalla presente legge”.

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