Il Cas di Mendicino dopo diverse verifiche è stato chiuso nei giorni scorsi
MENDICINO (CS) – Nei giorni scorsi alcuni Cas situati nel cosentino, sono stati chiusi per inagibilità della struttura. A comunicarne la chiusura il Comitato Civico Liberiamo Mendicino, che già il 18 giugno, aveva affrontato questo scottante argomento, evidenziando le criticità nella gestione di strutture d’accoglienza migranti a Mendicino. “Ebbene anche stavolta – si legge in una nota – abbiamo avuto ragione. Il Cas (Centro Accoglienza Straordinaria) di Mendicino dopo diverse verifiche è stato chiuso nei giorni scorsi. Noi scriviamo solo la verità.”
La causa della chiusura è l’inagibilità del centro, non riconosciuto abitabile dopo ben 15 mesi (in quanto costituito da due sole stanze). Il Cas in questione è quello di via Santa Maria, cooperativa Campana Tre Effe (figlio del proprietario di Villa Ortensia, Francesco Cosenza – consigliere Comune di Campana). Qui vi risiedevano 23 ragazzi che sono stati spostati al Delfino di Castiglione Cosenza.
“Oggi trattiamo un tema scottante: integrazione. Questa amministrazione – dichiara Liberiamo Mendicino – ne fa un vanto. Coglie ogni occasione per cerimoniare l’accoglienza del paese! Vanto di che? Ne vogliamo parlare? Vogliamo parlare di tutti quei poveri ragazzi abbandonati a se stessi che circolano nel centro storico senza un fine, senza un abbraccio, senza un sorriso, persi tra di loro. Anche quando scendono a Cosenza vanno a piedi perché non hanno i soldi per l’autobus, e nessuno che si offre per dare loro un passaggio. Vergognoso. E la chiamiamo integrazione… E vogliamo parlare di quando sono venuti a lamentarsi nel comune e nessuno li ha ricevuti: che amministrazione…
Questi migranti hanno aspettato nell’atrio che qualcuno dell’amministrazione scendesse, e povera una consigliera del PD ha dovuto sorbire tutte le lamentele delle loro condizioni di vita senza poter dare loro rassicurazioni. La realtà è che l’accoglienza in questo paese è solo un business, tutto è ridotto a maneggio di danaro. L’accoglienza senza integrazione è deleteria, significa ghettizzare il quartiere in cui vivono. L’unico esempio di integrazione a Mendicino lo dobbiamo ad un operatore commerciale del quadrivio che fa lavorare una migrante. Da lodare. Sicuramente non è merito vostro. A voi le riflessioni.”
“Il centro è stato chiuso, – ha dichiarato Ahmed Beraou – ma per lavori, i ragazzi sono state trasferiti temporaneamente al Cas delfino di Castiglione per la manutenzione della struttura, l’unico problema che avevano i ragazzi era la residenza perciò va fatta l’abitabilità della struttura. Per quanto riguarda il trasporto, veniva erogato ogni mese a ciascun ospite 75 Euro di pocket money. Ma strumentalizzare il problema dell’accoglienza per fini politici è peggio, sta alla popolazione di sapere includere i migranti insieme alle istituzioni. Purtroppo siamo un popolo accogliente ma non inclusivo. Il percorso d’integrazione è un fatto collettivo spetta a tutti noi coop, associazioni, fondazioni, volontariato, chiesa e cittadini di saper gestire il post-accoglienza.”
Foto di copertina di Fabrizio Liuzzi