A Rende registrato un caso di malaria, patologia ritenuta ormai debellata, contratta attraverso punture di zanzara
RENDE (CS) – Le zanzare uccidono ogni anno 725mila persone. Mietono vittime in silenzio, senza far scalpore. I Comuni sottovalutano il problema, mentre i cittadini ignorano le regole da seguire per evitare la propagazione di pericolose epidemie. Per far luce sul fenomeno l’ANID (Associazione Nazionale delle Imprese di Disinfestazione) ha organizzato l’evento ‘La zanzara da pericolo ad emergenza reale per la nostra salute’ tenutosi questa mattina presso il seminario arcivescovile di Rende in collaborazione con Copyr, India, NewPharm, Orma e Pestnet. Giuseppe De Santis della Brutia Disinfest che ha coordinato l’organizzazione dell’incontro con gli esperti del settore ha sottolineato come sia fondamentale «approfondire e conoscere tutti gli aspetti che riguardano il nostro delicato lavoro. Informarsi è essenziale perché siamo noi ad avere l’obbligo di promuovere queste iniziative per divulgare tutte le nozioni necessarie a scongiurare emergenze ed epidemie». Attività di cui si occupa l’ingegnere Orlando Fazio della Commissione Formazione ANID nazionale il quale ha oggi moderato gli interventi dei relatori cogliendo l’occasione per ribadire che «in Calabria abbiamo eccellenze che studiano il problema e lavorano al nostro fianco. L’obiettivo è di sensibilizzare i cittadini su gli accorgimenti che ognuno può avere per evitare le emergenze. A Guardavalle Marina è stata l’intuizione di un farmacista poco tempo fa a far intervenire le autorità per bloccare l’epidemia di chikungunya quando un signore aveva febbre e dolori articolari inspiegabili, sintomi che hanno poi iniziato a lamentare anche i suoi vicini di casa».
LA ZANZARA TIGRE IN CALABRIA
Docente di Entomologia forense presso l’Università della Calabria, Teresa Bonaccia è un’esperta che rappresenta un punto di riferimento per le Asp e le Procure calabresi. Dallo studio degli insetti riesce a fornire indicazioni utili su scene di delitti e focolai da bonificare. «Non dobbiamo mai dimenticare che sia la zanzara tigre (che punge di giorno) sia la zanzara comune/culex (che punge di notte) sono capaci di trasmettere malattie mortali. Patologie come la malaria, considerate ormai debellate, abbiamo avuto modo di capire come possono essere ancora presenti: l’ultimo caso documentato è di pochi anni fa a Rende. La zanzara tigre è piccola, nera con delle bande bianche e le sue punture, se infetta da chikungunya, possono risultare letali in soggetti debilitati. Il ciclo di riproduzione della zanzara dipende dal caldo che ne accelera la schiusura delle uova e dalla presenza di acqua. Dopo due/tre giorni di vita la zanzara è già fertile e dopo aver succhiato il sangue può riuscire a deporre fino ad 80 uova. Al Nord Italia i livelli di aggregazione massimi sono tra Maggio e Settembre, in Calabria non lo sappiamo perché i monitoraggi sono costosi e per i nostri lavori all’Università della Calabria l’ASP di Cosenza investe solo 2mila euro l’anno.
La zanzara tigre è presente in Italia dalla fine degli anni Novanta, importata attraverso gli scambi commerciali. Si riproduce con un tasso elevato che tende ad aumentare. Nei monitoraggi del 2013 e 2015 a Cosenza, Rende e 20 Comuni vibonesi abbiamo analizzato 64mila uova raccolte verificando che in tutti i quartieri interessati dallo studio c’è abbondanza di zanzare tigre, soprattutto nel verde urbano. Anche a Serra San Bruno che si trova ad 800 metri di altitudine. Purtroppo solo le ASP di Cosenza e Vibo Valentia sono intervenute, tutti i Comuni calabresi invece, pur avendo a disposizione i fondi europei, si sono rifiutati di avviare lo studio e non hanno fatto nulla convinti che nei loro territori non esista la zanzara tigre. Eppure solo attraverso le nostre analisi è possibile conoscere in quali luoghi si aggrega maggiormente. La zanzara tigre per riprodursi necessita di acqua, basta anche solo un bicchiere pieno abbandonato per attirarla. In Calabria essendo una regione sempre più calda, non possiamo che aspettarci un intensificarsi della presenza della zanzara tigre sul territorio. Una specie particolarmente attenzionata perché capace di trasmettere malattie letali. Ricordo inoltre che ogni municipio dovrebbe presentare all’ASP di competenza il piano di disinfestazione».
IL CAMBIAMENTO CLIMATICO E LA ZANZARA TIGRE
L’Emilia Romagna è stata la prima delle tre regioni colpite dall’epidemia di chikungunya. Nel team chiamato a fronteggiare l’emergenza anche Claudio Venturelli entomologo dell’Ausl Romagna Cesena, giornalista direttore della testata Terre e Culture, autore del libro ‘L’innocenza della zanzara’ e attore teatrale che porta in scena ‘Questione di culex’ spettacolo sulla vita della zanzara comune, chiamata appunto culex. «Il cambiamento climatico – spiega Venturelli – ha portato all’innalzamento costante delle temperature impercettibile per l’uomo, ma influente sull’ecosistema. L’inverno mite infatti favorisce la riproduzione delle zanzare che si stanno adattando al clima e persistono fino a dicembre. In generale se una coppia trova acqua e cibo da aprile ad ottobre può riuscire a dar origine a ben 10 generazioni (la vita media di una zanzara è di circa 20 giorni) con 2.500 milioni di miliardi di zanzare: 65 milioni di volte la distanza terra luna se riuscissimo a metterle in fila indiana. Prima le zanzare tigre erano presenti solo fino ad altitudini che non superavano i 150 metri sul livello del mare, ora le troviamo anche in montagna. In più le temperature più alte aprono alla possibilità di importare specie di zanzare che prima non esistevano nel paese.
L’aumento delle piogge rappresenta la possibilità di riprodursi. Nel mondo esistono 3.500 specie di zanzare diverse, in Italia ne abbiamo più o meno 70. I focolai che abbiamo nelle nostre città sono soprattutto artificiali: bidoni colmi d’acqua scoperti, sottovasi, annaffiatoi, tutta l’acqua che ristagna è potenzialmente pericolosa, anche nei bacini più putridi la zanzara sopravvive e si riproduce. Le malattie che le zanzare possono veicolare sono febbri emorragiche, zika, malaria, encefalite giapponese, febbre gialla, dengue, febbre del Nilo, chikungunya. Rispetto al periodo 2014/2017 le zanzare sono decuplicate con un aumento del 42% delle zanzare tigre. Nel 2018 abbiamo avuto ben 595 casi di Febbre del Nilo in Italia che hanno portato a 42 decessi».
COME DIFENDERSI DALLE ZANZARE
«Invitiamo sempre i cittadini – spiega l’entomologo Venturelli – all’uso di repellenti, vestiti di colore chiaro, zanzariere, condizionatori e apparecchi che allontanano gli insetti. I cittadini devono collaborare così come i Comuni, le aziende sanitarie pubbliche e le ditte di disinfestazione devono essere in grado di prevenire e fronteggiare le emergenze. Risposte efficaci come quelle poste in essere in Emilia Romagna possono essere attivate solo con un lavoro di squadra anche perché l’80% dei focolai sono nei cortili delle abitazioni private. Personalmente ho avuto ottimi riscontri ideando il kit del giovane entomologo, un progetto che ha coinvolto gli studenti delle scuole superiori ognuno dei quali durante l’estate deve monitorare 20 case del proprio quartiere informando e invitando a rimuovere potenziali rischi. Con una buona prevenzione riusciamo ad evitare che se c’è un virus che circola si propaghi attraverso le zanzare come è successo con la chikungunya in Romagna, Lazio e anche in Calabria».
Il presidente ANID Marco Benedetti che 23 anni fa ha fondato l’associazione è un tecnico della disinfestazione che punta alla sensibilizzazione dei cittadini. «Siamo i diretti interlocutori tra privati, Comuni, ASL e imprenditori. Duole constatare che oggi nessun sindaco ha inteso partecipare a questo incontro. Purtroppo la zanzara tigre si sta abituando al nostro clima ed è presente da marzo a dicembre sopravvivendo anche a 10° di temperatura. Le attività di monitoraggio sono per noi fondamentali, le Università ci supportano con le indagini genetiche e ci aiutano a capire dove c’è un rischio di infestazione. Un piano di bonifica serio va fatto sulle larve, con la rimozione di uova e focolai. L’intervento sulle zanzare ormai adulte, che di recente hanno iniziato ad essere resistenti ai pesticidi, non aiuta a scongiurare epidemie. Avvalersi di professionisti del settore è importante nelle disinfestazioni perché si tratta di attività pericolose per l’ambiente e per la salute se gestite male. I sindaci solitamente avviano le attività di disinfestazione dopo le sollecitazioni dei cittadini che segnalano la presenza di zanzare, però bisognerebbe intervenire prima sulle larve con dei piani di controllo a partire da marzo. I singoli cittadini però con semplici gesti, come capovolgere un sottovaso, possono fare molto».
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