RENDE (CS) – Cantieri e transenne colorano la città di Rende. Lo scioglimento per infiltrazioni mafiose non ha fermato le opere pubbliche progettate dalla Giunta Manna. Anzi. La terna commissariale sta procedendo a realizzare i lavori programmati per spendere al più presto i 168 milioni di euro del PNRR che ha ottenuto il Comune. Soldi che serviranno, salvo rare eccezioni, a ristrutturare strutture già esistenti. Insomma non cambieranno il volto della cittadina, né leniranno i disagi di rendesi e studenti che vivono nelle periferie. A spiegarne le ragioni è l’ex assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Rende, Pino Munno.
L’“incidente di percorso”
Attualmente a processo con le accuse di corruzione, peculato e corruzione politico-elettorale aggravata dal metodo mafioso, si dice fiducioso: «ho la coscienza a posto, tanto da dimostrare, piena e massima fiducia verso la legge che dovrà giudicare». «C’è stato questo “incidente di percorso”, ma abbiamo lavorato per migliorare la città. È stato un peccato. In questi anni – spiega Munno – si è tentato di dare più servizi possibili ai cittadini: nella totale trasparenza e legalità. Consapevoli che l’amministratore ha il dovere di garantire la piena sicurezza alla comunità. Non critico i commissari, fanno sicuramente quello che è di loro competenza. Non possono andare oltre. L’amministrazione politica invece ha un’altra visione di amministrare i soldi pubblici. È diversa. Il politico, il sindaco, la Giunta, il Consiglio comunale hanno una visione differente di come gestire i soldi».
Il PNRR: «Stanno realizzando tutti i nostri progetti»
Pino Munno è una presenza storica nel municipio d’OltreCampagnano. Ex presidente della Rende Servizi ed ex assessore alla Manutenzione della Giunta Bernaudo (sindaco arrestato e poi assolto dalle accuse di concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione elettorale aggravata dal metodo mafioso), frequenta il Comune sin dai tempi ruggenti del “Principato”. Sa bene quanto e come si è investito in città, soprattutto sul fronte dei lavori pubblici. «Tutti i progetti PNRR programmati, finanziati e appaltati dall’amministrazione Manna quando io ero assessore – spiega Munno – sono andati in porto. Sono stati aggiudicati, le aree sono cantierizzate e vedo che stanno andando avanti nei lavori. Riguardano le scuole, l’efficientamento energetico, le rotatorie, i marciapiedi, le strade invase dalle radici degli alberi, la ristrutturazione delle scuole, l’illuminazione pubblica, l’area benessere del parco Robinson, il centro storico. Si tratta di opere pensate e messe a terra da noi con dedizione e fatica».
I lampioni a led con segnalatore di guasti automatico
«Oggi nei parchi comunali e in gran parte della città abbiamo i nuovi lampioni, ma è opera nostra non dei commissari. Per risparmiare sull’energia elettrica e inquinare meno, – afferma Munno – abbiamo previsto che tutta l’illuminazione pubblica fosse a led. Realizzata con corpi illuminanti comunicano l’eventuale guasto in automatico a una centrale di manutenzione che effettua l’intervento per la riparazione entro 24 ore. Per quanto riguarda le zone non illuminate, come assessore ai Lavori Pubblici avevo disposto il riuso dei pali, dei cavi elettrici e d’acciaio. Sarebbero stati tinteggiati e riutilizzati dimezzando i costi per dare punti luce a strade che non li hanno mai avuti e oggi sono effettivamente diventate pericolose. Era un progetto da realizzare con fondi comunali, non PNRR. La terna commissariale però non credo intenda o possa procedere in questa direzione, per quanto sia la strada più virtuosa da percorrere».
Stop nell’area dell’Università della Calabria
Intanto l’area più frequentata della città, quella che costeggia il campus dell’Università della Calabria, è al buio, senza marciapiedi, senza segnaletica orizzontale e con crateri sparsi sulla carreggiata. Ad eccezione delle zone di diretta competenza dell’Unical. «Arcavacata e le periferie sono ormai escluse dagli interventi che avevamo previsto in quanto volevamo finanziarli con fondi comunali, mentre la terna dei commissari sta procedendo per ora, – secondo Munno – solo con i nostri appalti del PNRR. Le strade che sono un colabrodo peggioreranno sempre di più nei prossimi 17 mesi di gestione commissariale. Dubito che andranno a bitumare le strade o fare altre opere, perché di soldi non ce ne sono e non penso che possano adoperarsi per reperire nuovi fondi».
I soldi e i disagi per i cittadini
«Stavamo per uscire dal predissesto. Avremmo potuto accedere ai prestiti – dichiara Munno – perché eravamo in regime di riequilibrio. Per questo motivo per il 2023 e il 2024 avevamo programmato una serie di interventi da finanziare attingendo ai mutui della Cassa Depositi e Prestiti. Volevamo completare ancora altre opere previste dal nostro piano triennale dei lavori pubblici. Se i commissari riuscissero a trovare risorse, dovrebbero subito mettere in sicurezza le strade. Sono diventate estremamente pericolose, si rischiano frontali, si minaccia l’incolumità dei pedoni, di chi usa bici o motociclette. È un problema serio, nella zona industriale hanno finanche chiuso una strada perché le buche erano troppo estese e profonde».
Lo scheletro di cemento armato sul torrente Surdo
Del ponte pedonale sul Surdo che collega Viale dei Giardini resta, per ora, solo lo scheletro. La passerella da oltre 400mila euro finita nel mirino degli inquirenti è incompiuta, anche se il 19 dicembre 2023 è stata conclusa la procedura negoziata per l’affidamento di 193mila euro finalizzati alla sua realizzazione. «Certamente non è finanziata con il PNRR, – ricorda Munno – noi avevamo partecipato a un bando che però non copriva interamente i costi. Mancava qualcosina. È un’opera fondamentare per strappare il quartiere dall’isolamento e creare una via di fuga in caso di calamità. Se però i commissari non trovano i soldi per asfaltare le buche, dubito che riescano a trovare le risorse per terminare la passerella».
Le opere che rimarranno incompiute
«Tra le opere che temo rimarranno incompiute c’è anche l’altra passerella, quella del torrente Emoli nel parco fluviale tra Villaggio Europa e Quattromiglia. Il ponte pedonale in legno è ormai chiuso da anni. Con fondi comunali, meno di 40mila euro, era già programmata la sua riapertura. Allo stesso modo non penso che verranno realizzati gli interventi previsti per l’area mercatale dove a tutt’oggi i bagni non funzionano e il bar è chiuso. La priorità – ripete l’ex assessore ai Lavori Pubblici – restano le strade». La viabilità rendese è oggi in condizioni che destano particolare allarme soprattutto per l’elevato rischio di commettere incidenti anche a basse velocità.