COSENZA – Conclusa la fase cautelare il collegio dei giudici ha respinto la richiesta della Busitalia Birs, società del gruppo Ferrovie dello Stato, che aveva impugnato l’ordinanza di reintegro a favore di Elda Renna, dando ragione all’unica donna autista della Simet spa. A renderlo noto è la stessa lavoratrice che scrive a Birs: “la ‘femmina fastidiosa’ non ha torto allora, i giudici le danno ancora ragione, alla fine vince la perseveranza, il coraggio e l’onestà di chi ha fortemente voluto lottare per riprendersi il proprio lavoro legittimamente”.
Nessuno credeva che c’è l’avrebbe fatta, a parte lo studio legale dell’avvocato Susanna Cecere. Queste donne hanno spalancato così un portone per tutti i licenziati che vorranno riprendersi il proprio lavoro. Ma cosa preoccupa Elda Renna, qual’è la fotografia attuale della situazione? Il contratto d’affitto di ramo d’azienda si è prolungato sino al 31 dicembre del 2024 e dopo cosa accadrà? Renna e lo studio legale stanno seguendo passo dopo passo la vicenda, affinché si arrivi al passaggio definitivo da Simet S.p.a al gruppo BusItalia Birs Ferrovie dello Stato, perché solo questo salverà effettivamente tutti i lavoratori dal licenziamento.
Tanto che lei ed i suoi colleghi reintegrati dal tribunale stanno agevolando questo passaggio, rinunciando al pagamento in unica soluzione, del risarcimento danni riconosciuto dai giudici. Un sacrificio che Elda ed i suoi colleghi licenziati come lei, fanno per salvare il posto di lavoro a tutti, anche a quei quattro che remano contro. Elda continuerà a lottare per questa giusta e sacrosanta causa, anche se la mentalità che questa società adotta l’ha sfiancata, perché continua a non essere ben vista neanche da un gruppetto di lavoratori che dovrebbero ringraziarla per aver lottato, salvaguardato e tutelato il loro posto di lavoro. Questa storia noi speriamo che si chiuda con un lieto fine per i lavoratori, per le battaglie e per i tanti risultati ottenuti, che questa donna sta conducendo per tutti, sostenuta dalla cocciutaggine e dalla perseveranza dell’avvocato Cecere, solo due donne così potevano avere, due donne che non si sono mai arrese credendo fermamente nella giustizia, senza ricevere nessun tipo di sostegno dalla Regione Calabria, che ha fatto spallucce.