CAMIGLIATELLO SILANO (CS) – Era stato presentato in pompa magna, nel gennaio del 2021, alla presenza di tutta la governance del Parco Nazionale della Sila, dal presidente Francesco Curcio fino all’allora direttore facente funzione, Domenico Cerminara, con tanto di conferenza stampa. Stiamo parlando del progetto di riqualificazione e restauro della Colonia Silana, l’edificio – ubicato in località Federici di Camigliatello e ricadente nella zona 2 del Parco – di straordinario pregio architettonico, culturale e sociale, di proprietà del Comune di Spezzano della Sila e, per l’occasione, concesso in uso gratuito al Parco Nazionale della Sila.
Un complesso che comprende tre ettari e mezzo di terreno, costruito nei primi anni dello scorso secolo, con la funzione di “centro estivo” per i bambini affetti da malaria, per permettere loro, di respirare l’aria salubre della Sila. Negli anni più recenti (tra la fine degli ’90 e inizio 2000) vi è stato il tentativo di rilanciarlo attraverso qualche manifestazione nel suo corpo centrale, fino ad essere utilizzato come centro di formazione professionale alberghiero dalla Regione Calabria.
Il progetto di riqualificazione e restauro
Prevedeva un finanziamento del Ministero dell’Ambiente di ben 3 milioni e mezzo di euro. Curcio e Cerminara, spiegarono alla stampa che questi fondi sarebbero stati impiegati per la sua ristrutturazione edilizia e la relativa riqualificazione energetica. Una volta riefficientate le strutture presenti e l’intera area, sarebbero state (avevano assicurato sempre il presidente Curcio e l’allora direttore f.f. Cerminara) avviate una serie di attività, come una Scuola di formazione della montagna, destinata alla specializzazione degli operatori, allo studio e al monitoraggio del bosco, al fine di completare l’Inventario Forestale del Parco Nazionale della Sila, e una foresteria per ospitare i docenti della Scuola e i ciclisti in transito lungo la Ciclovia dei Parchi.
Ma da allora sono trascorsi ben tre anni e, oltre ad una rete di delimitazione del perimetro dell’area, i lavori non sono mai iniziati. Un vero peccato, perchè una volta restaurata, l’intera area ed in modo particolare il corpo centrale avrebbe potuto rappresentare per l’intero altopiano silano, un centro culturale di eccellenza. Ma dopo la realizzazione del progetto, pagato fior di quattrini, dell’inizio, manco a sentirne parlare.