CROTONE – Le ragioni della difesa non hanno convinto la Corte. Non sono cambiate le condizioni ed esiste il pericolo di fuga: per questo Maysoon Majidi resta in carcere.
Nulla da fare, quindi, per l’attivista curda iraniana arrestata dalla Guardia di finanza con l’accusa di essere una scafista. A deciderlo il Tribunale di Crotone che ha rigettando l’istanza di modifica della misura cautelare dal carcere agli arresti domiciliari a conclusione dell’udienza del processo svoltasi stamattina.
Nel corso dell’udienza Maysoon Majidi ha reso alcune dichiarazioni raccontando, di fatto, la propria storia. Da quando ha avuto inizio questa vicenda, l’attivista ha sempre rigettato rigettato le accuse, che si basano sulle dichiarazioni di due testimonianze. Anche su questo aspetto, però, ci sarebbero dubbi legati alla traduzione delle stesse testimonianze. E sarebbero stati gli stessi testimoni, oggi al’estero, ma contattati dalla difesa, a smentire quella che sarebbe stata la loro versione a causa di un’errata traduzione. Bisognerà che lo facciano però in Aula e, finora, le autorità italiane non sarebbero riuscite finora a rintracciare i testimoni che si trovano in Germania ed Inghilterra.
All’esterno del Tribunale, intanto, si è svolto un sit in di attivisti a favore della scarcerazione di Maysoon.