LEOPOLI – In questi giorni caldi in cui l’attenzione internazionale si è concentrata sulle vicende della striscia di Gaza, non si è fermata l’offensiva russa in Ucraina. A raccontare cosa succede in quei territori è don Giacomo Panizza, il sacerdote 77enne che, da 50 anni in Calabria dirige la Comunità Progetto Sud. Don Panizza si trova in Ucraina insieme ad altri 110 attivisti italiani per la missione Mean, Movimento europeo di azione non violenta.
Il gruppo partito da Kharkiv e diretto verso il confine polacco, per rientrare in Italia, si trovava in treno, nella zona di Leopoli, nel momento dell’attacco russo. È Panizza a raccontare, raggiunto telefonicamente alla TgR Calabria, cosa è successo ed i momenti di paura vissuti.
“Abbiamo cominciato a sentire come delle mitragliate e poi ci siamo resi conto invece che era la contraerea contro dei droni che stavano arrivando, e li hanno abbattuti”. Così il sacerdote originario di Pontoglio racconta quei momenti drammatici. “La missione è stata buona però dopo questa mattinata tremenda, abbiamo attraversato la paura“.
Al momento dell’attacco, aggiunge, “eravamo molto vicini alla Polonia, ormai il punto è quello lì perché anche un treno era stato assaltato l’altra notte. Paura? Tanta, chi in un modo, chi nell’altro, chi prega per esempio. Le città sono grandi e anche le campagne sono grandi. Ma questi ormai dicono: abito qui, sto qui e voglio continuare a vivere”.