RENDE – “Rende rischia di sacrificare gli spazi pubblici per favorire il costruito. Dalla Giunta e dalla maggioranza una delibera che lascia assolutamente perplessi. Noi fermamente contrari a questa impostazione che non fa ben sperare e apre delle dinamiche urbanistiche di dubbia efficacia e trasparenza”. A dirlo è Marco Saverio Ghionna, capogruppo consiliare “Futuro” in merito alla recente delibera del Consiglio comunale di Rende, “votata dalla maggioranza con il voto contrario di tutta l’opposizione, rappresenta un passo indietro per la qualità della vita in città”.
“Meno parchi e più cemento”
“Con questa decisione si è alzata da 1.000 a 2.500 metri quadrati la soglia entro cui i costruttori, anziché cedere le aree destinate a verde, parcheggi e servizi, possono semplicemente pagare un corrispettivo al Comune. In parole semplici: meno parchi, meno spazi per i bambini, meno luoghi di incontro per le famiglie e più cemento”.
“È una scelta che tradisce lo spirito originario delle norme urbanistiche, pensate per garantire che ogni nuovo edificio portasse con sé anche pezzi di città pubblica: spazi verdi, piazze, servizi. Con questa modifica, invece, si mette al primo posto la convenienza del costruire, lasciando potenzialmente i cittadini con quartieri più densi e meno vivibili”.
“Chi governa – dichiara Ghionna – sembra più attento alle esigenze dell’edificato che a quelle della comunità. Era un sospetto che avevamo già percepito in campagna elettorale ed adesso inizia a trovare una sua definizione operativa. In una città che dovrebbe valorizzare spazi pubblici e verde urbano, ridurre le garanzie di standard significa peggiorare la qualità della vita dei rendesi”.
“Agli spazi collettivi si preferisce un’entrata immediata nelle casse comunali”
“In un’epoca in cui si parla di rigenerazione urbana, sostenibilità e salute pubblica, Rende dimostra di andare in controtendenza, preferendo al futuro dei suoi spazi collettivi per un’entrata immediata nelle casse comunali. Una soluzione alternativa è semplicemente non costruire finché non saranno garantite le condizioni di vivibilità. Rende ha bisogno di un nuovo piano urbanistico, e presto, ma un piano che tuteli le condizioni di vivibilità che hanno sempre caratterizzato la città. Il contrario sarebbe cedere a fretta e approssimazione, rischiando di trasformare Rende in un agglomerato disordinato ed entropico, come già si osserva in aree nate senza una visione di insieme, basti guardare al quartiere Maiorana“.