Furti d’auto e cavalli di ritorno: otto arresti a Cosenza, tra cui due donne (FOTO E VIDEO)

COSENZA – Per non insospettire le forze dell’ordine contattavano le vittime attraverso cabine telefoniche portando con sè un bimbo.

Otto misure cautelari sono state eseguite all’alba di stamane dai carabinieri del Comando provinciale di Cosenza per reati di estorsione, ricettazione, false dichiarazioni o attestazioni in atti destinati all’autorita’ giudiziaria e favoreggiamento personale. Il provvedimento prevede la custodia cautelare in carcere per sei persone, tra cui due donne, gli arresti domiciliari per un’altra e infine un obbligo di presentazione alla polizia per una vittima di furti che pare abbia negato di aver corrisposto del denaro per reperire il proprio mezzo. Le indagini, iniziate già alla fine del 2014, hanno permesso di porre un freno alle azioni estorsive di un gruppo criminale perpetrate con il metodo del cosiddetto “cavallo di ritorno”. Le persone tratte in arresto, dopo aver “acquisito” autoveicoli rubati a Cosenza e a Rende, contattavano sistematicamente per telefono le vittime del furto per estorcergli del denaro per la restituzione dell’automezzo.

 

Le cifre partivano da cinquecento euro per poi lievitare in base al valore del veicolo. In un caso è stato accertato che la vittima, in seguito denunciata per favoreggiamento, abbia corrisposto la somma di 2.700 euro per riavere la propria auto. Nonostante ciò pare che non abbia inteso collaborare negando di aver pagato per ritrovare la vettura. Sembrerebbe infatti inesistente da parte dei malcapitati la volontà di denunciare le estorsioni subite per recuperare le auto. Un aspetto su cui gli inquirenti hanno inteso lanciare stamattina un vero e proprio appello alla cittadinanza chiedendo di non subire passivamente il ‘cavallo di ritorno’, ma di segnalare tali episodi alle forze dell’ordine. 

 

L’operazione denominata ‘Dine Out’ dalla frase in codice ‘andiamo a cena fuori’ intercettata dagli inquirenti con la quale gli arrestati si accordavano per andare a mediare la restituzione dei veicoli rubati ha portato all’arresto di: Ivan Trinni, Anna Manzo, Franco Abbruzzese, Patrizia Berlingieri, Leonardo Berlingieri, Dorin Adrian Teglas e Hamid Zoubir. Un gruppo che, secondo quanto dichiarato dagli inquirenti, operava con ‘professionalità’ nella zona di via degli Stadi che ospita il quartiere Rom, con un volume di affari ancora non accertato, ma che in un solo giorno ha fatto sì che venissero intercettati otto casi di estorsioni volte a far sborsare del denaro per la restituzione dei veicoli rubati. Le richieste erano inoltrate telefonicamente con cordialità e il versamento del denaro avveniva in un clima piuttosto ‘amichevole’ senza mai alcun tipo di minaccia. Non si esclude che i diversi episodi di auto rubate, date alle fiamme e ritrovate carbonizzate siano da attribuire a trattative non andate a buon fine. 

 

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