Sila, per l’Unesco diventa patrimonio ma per la Regione continua a restare una discarica

La denuncia del Comitato Ambientale Presilano: “l’impianto di Celico al centro dei flussi di rifiuti del circuito pubblico, così ha deciso la Regione venendo meno agli impegni presi con i cittadini”.

 

CELICO (CS) – “La Regione Calabria ha scelto quale dovrà essere lo sviluppo della Presila: un ricettacolo di rifiuti pubblici e privati provenienti un po’ da ogni luogo della Calabria e non solo.” E’ quanto dichiarato dal Comitato Ambientale Presilano che denuncia, inoltre, il grave disimpegno della Regione nei confronti della discarica di Celico che (a quanto pare) vuol continuare a mantenere attiva, in barba a qualsiasi legge e alla salute dei cittadini.

discarica“Il nuovo dispositivo – continua il Cap – di conferimento emesso dal Dipartimento Ambiente e Territorio della Regione Calabria ha infatti definitivamente messo l’impianto di Celico al centro dei flussi di rifiuti del circuito pubblico, venendo meno agli impegni presi nei tavoli tecnici e politici a cui hanno partecipato sia i sindaci presilani che il Comitato Ambientale Presilano. Dal 27 Marzo 2017 fino a nuove disposizioni, decine e decine di Comuni porteranno i loro rifiuti organici alle porte del Parco Nazionale della Sila, a cui si aggiungono gli altri rifiuti di aziende private di vario genere provenienti da diversi angoli d’Italia. Questo avviene grazie al rinnovo del famoso emendamento Orsomarso, che il consiglio regionale in carica ha approvato all’unanimità, che permette l’utilizzo degli impianti privati, nonostante il nuovo piano rifiuti regionale, prolungando uno stato di emergenza dei rifiuti che non vede ancora la fine.

discarica-celico-735x400 (1)Tutto ciò è dovuto sia al deficit di impiantistica pubblica che ai gravi ritardi sull’avvio della raccolta differenziata, ma soprattutto a causa di una burocrazia che continua a foraggiare le solite aziende private, che hanno creato degli imperi finanziari sullo smaltimento dei rifiuti. La puzza é tornata ad invadere prepotentemente i nostri centri abitati, sulla statale 107 il traffico di tir e mezzi pesanti é visibilmente incrementato e si prevede un’estate di fuoco. Tutto ciò avviene in barba alla normativa vigente e bypassando i diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione italiana, su tutti il diritto alla salute. Il consigli comunali della Presila in questi giorni stanno approvando all’unanimità una delibera per chiedere l’immediata sospensione della autorizzazione integrata ambientale dell’impianto di Celico.

Ci piacerebbe conoscere la posizione politica del Presidente Mario Oliverio. Crede davvero che dopo dieci anni di miasmi pestilenziali il nostro territorio sarà ancora disponibile a respirare veleni e morte senza colpo ferire? Vogliamo vivere in un territorio salubre e non siamo più disposti a subire i disservizi di chi non sa e non vuole fare il suo lavoro. Questa è la nostra terra, é la nostra casa, e non permetteremo ulteriori devastazioni. La Presila ha altri programmi, progetti e prospettive, siamo la porta d’ingresso del Parco Nazionale della Sila e non la discarica della Calabria.”

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