CASTROVILLARI – Ha rimosso tutto l’orrore consumatosi nella sua Suzuki gialla.
Non ricorda di aver legato il figlio al sedile e di averlo ucciso con una forbice da cucina. La quarantaquattrenne Daniela Falcone che dal giorno in cui è stata ritrovata non riesce più a vocalizzare i suoni, sottoposta a perizia psichiatrica rivela la propria infermità sigillandola sui fogli bianchi in cui scrive per comunicare. “I medici – scrive la donna – mi hanno detto che mio figlio è morto. Lui è qui. Voi non lo vedete”. Giorgio Liguori, lo psichiatra che l’ha visitata nel carcere di Castrovillari, dichiara che la donna è convinta di avere il figlio ancora al suo fianco. Carmine De Santis il bimbo undicenne trucidato tra i boschi nei pressi della ‘Crocetta’ sembra essere uno spettro con il quale la madre condivide ogni suo momento ignara di quanto accaduto. La donna pare ricordare di essersi messa alla guida della sua macchina per poi risvegliarsi in ospedale piena di ferite causate dai numerosi tentativi di suicidi messi in atto. Delle quarantotto ore che trascorse chiusa in auto con il cadavere del figlio al lato non ha alcuna memoria.
Da quel famigerato venerdì in cui dopo aver scoperto la gravidanza dell’amante del marito perse i lumi, Daniela continua ad accarezzare e stringere a se il suo unico figlio che ormai esiste solo nella sua mente. Ieri pomeriggio doveva essere scarcerata, in quanto incompatibile con il regime carcerario, per essere ospitata da una clinica psichiatrica in quanto ritenuta affetta da amnesia psicogena. La casa di cura individuata dal gip, ‘Borgo dei Mastri’, non ha però accettato di ricoverare la donna che continua quindi ad essere reclusa nel penitenziario femminile di Castrovillari in attesa che si individui un’altra struttura in cui potrà scontare la pena in compagnia dei suoi fantasmi.