COSENZA – Servizio di neuropsichiatra infantile in provincia di Cosenza. La Confederazione UGL e la Federazione Salute di Cosenza lanciano l’allarme su una situazione definita “inaccettabile” che da mesi colpisce le fasce più fragili della popolazione, in particolare minori e persone con disabilità. «Da circa sei mesi, infatti, nel centro di riabilitazione di Acri – che serve anche i comuni di Bisignano, Santa Sofia d’Epiro, San Demetrio Corone e San Giorgio Albanese, per un bacino complessivo di decine di migliaia di abitanti – manca la figura del neuropsichiatra infantile».
La denuncia dell’UGL di Cosenza
La segnalazione è stata inoltrata ai Garanti regionali della Disabilità e della Salute dal segretario confederale UGL di Cosenza, Guglielmo Nucci, e dalla segretaria della Federazione Salute, Francesca Rizzuti. L’iniziativa segue le ripetute denunce della Fand (Federazione tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità), rimaste finora senza risposta da parte delle istituzioni competenti, ovvero l’Asp di Cosenza e il Dipartimento Salute della Regione Calabria.
“Grave lesione dei diritti a minori e alle famiglie”
Secondo l’UGL, l’assenza del servizio di neuropsichiatria infantile rappresenta una grave lesione dei diritti costituzionalmente garantiti ai minori e alle famiglie, costrette a vivere disagi enormi e a fare i conti con un vuoto assistenziale che compromette sia la salute che il percorso educativo dei bambini.
Neuropsichiatria: “intervento immediato dei Garanti regionali”
«Non possiamo tollerare che i cittadini più fragili siano privati di un diritto fondamentale – afferma Nucci –. Per questo abbiamo chiesto un intervento immediato dei Garanti regionali affinché sollecitino le autorità competenti a ripristinare il servizio e a porre fine a un’ingiustizia che dura ormai da troppo tempo».
Nell’esposto, l’UGL richiama inoltre le violazioni delle principali normative di riferimento – dalla legge 104/1992 al Dlgs 66/2017, fino alla legge 92/2019 – oltre alle linee guida del Miur sull’importanza del sostegno scolastico per gli studenti con bisogni educativi speciali.
Il sindacato ribadisce la propria storica vocazione alla tutela sociale e chiede con forza che venga data una risposta concreta alle famiglie, ponendo fine a un disservizio che definisce «incredibile e intollerabile».