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Vandalismo al Parco Romeo, Sergio Crocco: «la città non ha risposto. Meglio smontare i giochi e portarli in Africa»

Vandalismo al Parco Romeo, Sergio Crocco: «la città non ha risposto. Meglio smontare i giochi e portarli in Africa»

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COSENZA – Niente festa, niente musica. Il Parco Piero Romeo ha spento le candeline stasera con un’amara riflessione: «a Cosenza il bene comune non è di tutti, ma di nessuno». Circa 80 persone si sono radunate per protestare contro le ripetute vandalizzazioni in occasione dell’ottavo compleanno del primo parco inclusivo della città. Una struttura restituita alla cittadinanza grazie all’impegno dell’associazione La Terra di Piero che annuncia di voler trasferire i giochi in Tanzania qualora la situazione dovesse perdurare. 

Il Parco Piero Romeo vandalizzato

Giochi distrutti, panchine rotte, immondizia ovunque. I volontari non riescono più a far fronte all’incuria e all’indifferenza degli utenti del Parco Piero Romeo. Di fronte si apre un bivio. Una decisione sofferta: quella di rimuovere le giostrine. E portarle in Africa. L’oasi di civiltà nel cuore dell’area urbana rischia di tornare ad essere abbandonata al degrado, per colpa degli stessi cittadini che non sono riusciti a tutelarla. Per la prima volta non festeggiamo,afferma Sergio Crocco, presidente della Terra di Piero – ma manifestiamo e contestiamo l’atteggiamento di tanti cosentini che non hanno capito che questo parco è di tutti. Soprattutto è dei bambini di diverse abilità e di diverse etnie che parlano un linguaggio comune, quello del gioco. Molte giostre sono rovinate, non dall’incuria, perché noi ci teniamo tantissimo e siamo qui ogni settimana a mettere a posto tutto, ma dal vandalismo gratuito e ingiustificato».

La delusione: «Portiamo tutto in Africa»

«Non so se riusciremo ancora a portare avanti questa iniziativa. La città non ha risposto – ammette con amarezza Crocco – non abbiamo avuto una partecipazione di massa alla protesta, notiamo molta indifferenza. A livello istituzionale, i vigili urbani di Cosenza hanno detto che potremmo forse collegare le nostre telecamere al loro sistema di videosorveglianza affinché dalla loro sala operativa si possa vedere cosa succede. Crediamo che il passo più giusto da fare sia portare tutti questi giochi a Zanzibar dove stiamo per costruire il parco Mario Gualtieri».

«Là siamo sicuri che venga rispettato il nostro lavoro perché ne abbiamo costruito un altro sempre in Tanzania, vicino alla città di Iringa nel 2018 e viene tenuto molto meglio che qui a Cosenza. Preferiremmo che questi giochi andassero a chi li apprezza, fermo restando che i bambini di Cosenza non c’entrano nulla. Il problema è genitoriale, di assenza di educazione civica. Siamo molto delusi».

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