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CETRARO (CS) – Arrivano le richieste di condanna della corte d’Appello di Catanzaro per il processo, celebrato con rito ordinario, scaturito dall’inchiesta della Dda di Catanzaro denominata “Katarion”. Una attività di indagine che si è svolta principalmente nell’area del Tirreno cosentino e riferita al sodalizio criminale legato al clan Muto di Cetraro, terminata nel mese di marzo del 2021.
Si tratta di pene pesanti, che arrivano anche fino a 24 anni, richieste dal sostituto procuratore Romano Gallo all’udienza che si è svolta ieri. Un totale di 325 anni e 6 mesi di reclusione oltre alle pene accessorie per i 35 imputati nel processo noto come “Katarion”. C’è, invece, una sola richiesta di assoluzione per insufficienza o contraddittorietà della prova per Davide Caccamo, assistito dall’avvocato Luigi Crusco di Scalea. Fra le parti civili risultano l’associazione antiracket di Cosenza; sono 7 le parti offese, fra le quali anche i ministeri della salute e dell’interno oltre a titolari e amministratori di aziende.
Il pubblico ministero Romano Gallo, inoltre ha fatto richiesta di trasmettere alla Procura della Repubblica competente la contestazione del reato di falsa testimonianza per la deposizione, ritenuta appunto non veritiera, di ben 17 testimoni. Chiesta anche l’applicazione delle pene accessorie, come per legge, la revoca dei benefici assistenziali e previdenziali, oltre alla confisca di quanto è stato posto sotto sequestro.
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