Area Urbana
Sanità negata, Anna Laura Orrico (M5S) presenta un esposto in Procura “diritti trasformati in ricatti e favori”
 
																								
												
												
											COSENZA – Come annunciato ieri, supportata dall’avvocato Giuseppe Lanzino, la deputata cosentina del movimento 5 Stelle Anna Laura Orrico ha presentato un esposto alla procura della Repubblica presso il tribunale di Cosenza per denunciare non solo gravi disservizi nella sanità pubblica, ma anche per supportare alcune famiglie che hanno denunciato alla parlamentare le difficoltà nell’accedere a quello che è un loro diritto, troppo spesso calpestato e, addirittura, come spiegato dalla parlamentare “trasformato in forme di ricatto o addirittura di piacere e di favore”.
La denuncia di Orrico: «neuropsichiatria infantile ferma da 8 mesi»
“Questa mattina ho voluto depositare un esposto alla Procura della Repubblica di Cosenza – ha spiegato ai cronisti la parlamentare – per denunciare due cose molto gravi e importanti. La prima, un disservizio che ormai si ripete da circa 8 mesi, presso la neuropsichiatria infantile di Rogliano, dove purtroppo il servizio di logopedia non viene garantito alle bambine, ai bambini, ai ragazzi e alle ragazze che frequentano il centro e questo, dal mio punto di vista, è una grave lesione di alcuni diritti sanciti dalla nostra Costituzione. Innanzitutto il principio di uguaglianza sancito dal nostro articolo tre e poi il diritto alla cura, il diritto alla salute. Avendo noi un servizio sanitario pubblico che dovrebbe essere potenziato e invece viene sempre indebolito. Le famiglie di questi bambini, di queste bambine, in questi 8 mesi si sono dovuti rivolgere al privato, chi ha potuto, chi ha le risorse, molti altri purtroppo sono rimasti a casa.
 
“Bambini con gravi disabilità senza cure”
«E per bambini che hanno delle gravi disabilità – aggiunge la Orrico -, anche una sola settimana nel non poter usufruire di questi servizi ne pregiudica il percorso di crescita e ovviamente di inclusione sociale. Ci sono addirittura alcune famiglie che non ricevono proprio l’assistenza domiciliare da almeno tre o quattro anni. Quindi è una grave violazione dei nostri diritti costituzionali.
“Ho raccolto le denunce di alcune famiglie, tante rimaste in silenzio”
«Ma la seconda denuncia riguarda ciò che poi emerge a latere, perché nel costruire l’esposto ovviamente io ho raccolto le denunce di alcune famiglie, ma tante altre hanno deciso di rimanere in silenzio. Hanno deciso di rimanere in silenzio per paura che la loro denuncia si potesse trasformare in un ulteriore pregiudizio sui loro diritti, come se la denuncia potesse in qualche modo generare un’ulteriore torto nei confronti del diritto dei propri figli di accedere alla cura. E questo secondo me è gravissimo.»
«In una regione come la Calabria dove la sanità pubblica sappiamo tutti in che condizioni disastrose si trova, ma in un certo qual modo evidenzia la paura che hanno i cittadini e le cittadine calabresi e anche l’incapacità di salvaguardare i propri diritti, perché questi diritti spesso e volentieri sono stati trasformati in forme di ricatto o addirittura di piacere e di favore. Voglio ringraziare l’avvocato Giuseppe Lanzino che mi ha seguito in questo percorso nella redazione dell’esposto e mi auguro che la Procura Della Repubblica voglia aprire un fascicolo e indagare».
“Un lavoro difficile che dura da diversi mesi”
«L’esposto è stato costruito con non poca difficoltà, proprio per quello che dicevo prima. Io ho ascoltato diverse famiglie, ma poi nell’atto pratico sono state poche quelle che hanno avuto il coraggio effettivamente di denunciare. Quindi è un lavoro che dura da diversi mesi. Sulla sanità noi abbiamo le idee molto chiare, vogliamo restituire il diritto alla salute e il diritto alla cura ai cittadini e alle cittadine. Questo significa che bisogna fare un ragionamento serio sul debito, perché il debito della sanità calabrese è evidente che non è soltanto stato generato dalla mancanza di cura nella gestione pubblica all’interno della sanità calabrese, ma ci sono anche delle responsabilità dello Stato centrale».
“Dobbiamo lavorare sul rafforzamento della medicina territoriale”
«Il commissariamento nasce da un ministero della Sanità e da un ministero delle economie e delle finanze che poi hanno un controllo diretto su quello che è il piano di rientro. Perché in questi 14 anni non si è riuscito a rientrare dal debito? Ci sono delle responsabilità che lo Stato centrale si deve assumere. E poi ci sono i fondi del PNRR che il governatore Occhiuto non ha speso, tant’è che non abbiamo né ospedali e né case della comunità che sono state attivate in questi anni. Dobbiamo lavorare sul rafforzamento della medicina territoriale, lavorare per restituire a quegli ospedali, a quei presidi medico sanitari che si trovano nelle nostre aree interne, nelle nostre aree più fragili, la dignità di poter far usufruire ai cittadini i servizi del sistema sanitario».
 
 
                         
								 
                                 
                                 
                                 
                                 
                                 
                                 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
		
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