SAN FILI (CS) – La vicenda risale al novembre del 2020, periodo in cui il virus stava imperversando sul territorio della provincia. Il Comune di San Fili, per venire incontro ai propri cittadini, pensò di organizzare uno screening di tamponi allo scopo sia di fotografare la situazione sanitaria all’interno del proprio territorio ma soprattutto per dare una mano alle tantissime persone preoccupate e disorientate. La Giunta, quindi, guidata dal sindaco Linda Cribari, con delibera del Novembre 2020, fornì ai propri uffici l’atto di indirizzo finalizzato a selezionare, al costo più conveniente per l’ente, il laboratorio di analisi con il quale procedere all’effettuazione dello screening e, su questa base, gli uffici del comune procedettero dapprima ad un’indagine di mercato e successivamente a concludere la convenzione con il laboratorio che offrì il costo più basso.
L’attacco dal profilo Facebook al Comune
E’ in questo quadro, dunque, che si è consumata la vicenda che ha visto il suo epilogo giudiziario in questi giorni. M.S., cittadino di San Fili e titolare di un profilo Facebook, avrebbe preso di mira in diverse circostanze l’operato dell’Amministrazione Comunale. Infatti, su un suo post del 17 novembre 2020, intitolato “Tamponi scontati: favore ai sanfilesi o pagamento di una prima cambiale elettorale?”, il titolare del profilo affermò chiaramente che la procedura, seguita dall’Amministrazione comunale per individuare il laboratorio a cui affidare lo screening, fu illegittima e macchiata da un chiaro scopo clientelare.
Nello specifico, sostenendo che gli uffici del Comune chiesero a tutti gli operatori interpellati di fornire un preventivo dei costi indicando due distinte modalità di effettuazione del servizio, ovvero presso il laboratorio oppure in modalità drive-in, mentre all’operatore aggiudicatario fu chiesto in una sola modalità, con quindi un inevitabile abbassamento dei costi, M.S. accusò pesantemente l’Amministrazione di aver posto in essere un abuso allo scopo di ricambiare non meglio precisati appoggi politici durante la campagna elettorale.
La reazione dell’amministrazione comunale
Di fronte a queste affermazioni, diffuse su di un social network capace pertanto di raggiungere un numero enorme di persone, l’Amministrazione comunale, forte dell’assoluta legittimità delle procedure seguite nell’affidamento del servizio, ha deciso di agire in sede giudiziaria allo scopo di tutelare la propria immagine ma soprattutto l’onorabilità del proprio operato, sporgendo querela contro l’autore dello scritto diffamatorio.
La condanna
Inoltre M.S., non appena appresa dall’Albo Pretorio la notizia della querela a proprio carico, in un successivo post sempre su Facebook, ribadiva e confermava il contenuto del post incriminato, dicendosi addirittura “onorato” della querela sporta nei suoi confronti. Da qui il processo che si è celebrato presso il Tribunale di Cosenza e che ha visto il suo epilogo nella giornata di ieri. L’Amministrazione Comunale di San Fili, difesa dall’avv. Saverio F. De Bartolo, si è costituita parte civile contro l’imputato di diffamazione ed in cui, documentalmente, è stata definitivamente acclarata l’assoluta legittimità delle procedure seguite dall’Ente e, di conseguenza, la falsità e calunniosità delle affermazioni contenute nello scritto di M.S., condannato, per questo motivo, sia per diffamazione sia a risarcire i danni arrecati all’Amministrazione comunale di San Fili.