“I debiti della giunta tenuti nascosti”, Coalizione Straface: “danni finanziari collaterali”

"L'Amministrazione deve dare queste risposte alla Città, anziché buttare la palla in tribuna e fare solo confusione"

CORIGLIANO ROSSANO (CS) – “La Vicesindaco ed assessore Maria Salimbeni, spalleggiata dal sindaco Flavio Stasi, ha mal replicato alla nostra nota sulla difficile situazione finanziaria che la loro Amministrazione ha creato al Comune di Corigliano-Rossano. Un vero autogol. La gente – scrive in una nota ‘Coalizione Straface Sindaco’ – ha ormai capito la manfrina: per non rispondere del proprio operato, si chiamano in causa i debiti contratti da ciascuno dei disciolti Comuni, non si sa da quali e da quante amministrazioni di un passato che si perde nella notte dei tempi, cui non sono stati estranei anche tanti sostenitori e partecipi della Giunta Stasi, a partire dalla Salimbeni.

Ancorché fornire risposte alle questioni sollevate, l’assessore ineffabilmente persiste nel definire “presunti” i problemi finanziari del Comune a fronte di debiti – fin qui limitati ai consumi elettrici – portati dalla prova regina, quella scritta: il decreto del Tribunale di Roma del settembre 2023 che – per bollette inevase nel periodo 2020/2022 (amministrazione Stasi) – ingiunge il pagamento della somma di € 3.697.020, oltre accessori e spese, tenuto nascosto fin quando non ne abbiamo dato noi notizia; la famigerata determina n. 32 del 12/03/2024 che riconosce un debito per € 1.558.920 consumi elettrici dell’anno 2023 (sempre amministrazione Stasi) e lo liquida posticipatamente ed in maniera illegittima, per come riconosciuto dai Revisori su nostra denuncia.

Poiché carta canta, non si può negare – continua la nota – questo debito di quasi 6 milioni di €uro per ordinari consumi di energia elettrica somministrata agli edifici comunali, che avrebbero dovuto essere pagati correntemente secondo una sana gestione. Come ciò sia potuto accadere? Sicuramente non è serio invocare, come fa il Sindaco “gli imprevedibili aumenti dei costi dell’energia dello scorso 2023“. In primo luogo perché nel 2023 i costi si sono stabilizzati rispetto al 2022; in secondo luogo perché la legge di Bilancio dello Stato di quell’anno (art. 1/com.29) ha costituito un apposito Fondo di 400 milioni accessibile ai Comuni per far fronte ad eventuali maggiori spese per utenze energetiche; e poi perché i Comuni virtuosi godono della tutela dell’accesso a tariffe di favore e stabili con l’adesione a Consip. Poi c’è l’aspetto più serio: cosa si intende fare per porre rimedio, in maniera legittima e con atti di corretta gestione, alla difficile situazione? Quel che emerge è preoccupante in entrambi i casi.

Perché l’importo di quasi 4 milioni di €uro ingiunti con il decreto del Tribunale di Roma non è stato inserito nell’elenco dei debiti fuori bilancio portato all’attenzione del Consiglio Comunale nel Dicembre 2023? Nascondere un debito di tale portata configura una gravissima omissione che falsa i dati contabili e non consente la verifica della permanenza degli equilibri. Il sindaco ed il suo vice sanno dare una spiegazione a ciò? O si è voluto nascondere questa vergogna a pochi mesi dalle elezioni? Anche per quanto riguarda la determina n. 32/2024, in via di revoca, il tentato pagamento dei consumi del 2023, posticipato nel 2024, non ha altra logica giustificazione se non quella di eludere la procedura dei debiti fuori bilancio, con le conseguenze dette sulla veridicità del Bilancio. Altrimenti perché farlo?

In attesa di comprendere bene il sibillino richiamo dell’assessore alla nuova imputazione a residui dell’importo dei circa 1,6 milioni di euro, non resta che la strada della riconduzione della spesa nell’alveo delle corrette regole contabili e ragionevolmente ipotizzarsi una sua sistemazione in forma straordinaria ed extra bilancio, in linea con le deliberazioni della Corte dei Conti in funzione di Controllo, comprese quelle – non funzionali alle sue tesi – incredibilmente citate dall’Assessore, cui si può aggiungere anche la n. 4/2020 della Sezione della Valle d’Aosta, che si basano sulla distinzione tra passività pregresse e debiti fuori bilancio, evidentemente non chiara all’assessore Salimbeni. Restiamo in attesa e vigili di capire in che direzione si andrà.

La conclamata morosità – per come si evince dagli atti – oltre agli interessi, deve aver comportato la perdita dell’adesione del Comune alla convenzione Consip, cioè alla tariffa vantaggiosa: gli amministratori sono in grado di dire alla Città se ed in che misura da ciò può derivare un danno economico alle casse dell’Ente? Ed ancora, se ne sono state individuate le responsabilità? Responsabilità per maggiori oneri da imputare a rappresentanti politici e funzionari che vi hanno concorso, per come statuito sempre dalla Corte dei Conti, ma questa volta in sede Giurisdizionale con severe condanne (C. dei C. Sardegna n. 200/2023). L’Amministrazione – conclude la nota – deve dare queste risposte alla Città, anziché buttare la palla in tribuna e fare solo confusione”.

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