CIVITA (CS) – Era il 20 agosto 2018 quando una piena del torrente Raganello a Civita di Castrovillari, in provincia di Cosenza, travolse alcuni escursionisti che stavano facendo canyoning. Un dramma che scosse l’Italia intera e dove persero la vita dieci persone (nove escursionisti e una guida) trascinate da un fiume di fango, mentre 33 furono tratte in salvo.
“Tutti a Civita continuiamo a ricordarci di quanto successo quel tragico 20 agosto di quattro anni fa. Cerchiamo di reagire ma, purtroppo, siamo costretti a farlo solo con le nostre forze, siamo stati abbandonati da tutti“. Questo lo “sfogo” del sindaco di Civita Alessandro Tocci affidato ai giornalisti, questa mattina, a margine della celebrazione della Santa messa in ricordo delle 10 vittime, nove escursionisti e una guida, che il 20 agosto di 4 anni fa furono travolte da un’onda di piena anomala nelle Gole del Raganello. La Divina Liturgia si è svolta nella Chiesa Parrocchiale “Santa Maria Assunta” ed è stata officiata da Papas Vincenzo Carlomagno. Una Divina Liturgia con l’assenza completa delle diverse istituzioni.
Tragedia Raganello “dopo 4 anni gole ancora chiuse”
“Continuiamo ad avere un sequestro preventivo sulle gole – ha sostenuto il sindaco Tocci – e sicuramente quello probatorio ci doveva essere. Ma a distanza di quattro anni non può esistere, secondo me, un sequestro preventivo su delle gole che sono un bene demaniale oltre ad essere un bene dell’umanità. Un comportamento totalmente differente di quanto avvenuto di recente per la tragedia consumatasi sulla Marmolada dove il Procuratore ha dichiarato che si è trattato di un evento imprevedibile e ha dato mandato al sindaco di operare per la sicurezza di quei luoghi. Per Civita è successo, forse, il contrario”. Tocci, nel ribadire che su quanto successe il 20 agosto del 2018 ” è calato un po’ di silenzio”, ha concluso “io non voglio giustizia, ma verità; e la verità, se si leggono le carte, è molto semplice”.
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