Processo Bergamini: la deposizione della consulente Innamorato e l’intercettazione con Conte “il morto parla”

A deporre il medico legale della difesa: «nessun segno di soffocamento, si è buttato sotto il camion. Sulla glicoforina spiega che non sia attendibile anche se non l’ho mai utilizzata. E Anselmo fa sentire un'intercettazione con Conte "il morto anche a distanza di anni parla"

COSENZA – Dopo una lunghissima deposizione della dottoressa Liliana Innamorato, consulente e perito di parte della Internò, presente nel 2017 in occasione dell’autopsia e degli accertamenti effettuati sul corpo di Bergamini dopo la seconda riesumazione, si  sono concluse, dopo quasi 60 udienze, le escussioni di tutti i testi dell’accusa e della difesa. Il 23 maggio si terrà un’udienza preliminare sull’eventuale inserimento di nuove prove poi si passerà alle arringhe.

Oggi avrebbe dovuto deporre anche Gianluca Tiesi, marito della sorella della Internò, ma  la sua deposizione è stata cancellata dopo che lo stesso ha presentato un certificato medico che ne attestava il ricovero in una struttura sanitaria e la rinuncia da parte della difesa, dell’accusa, rappresentata dal P.M. Primicerio ma anche della parte Civile (avvocato Anselmo) ad una successiva deposizione.

La deposizione del perito Innamorato e la sua consulenza

Assente in aula Isabella Internò, unica imputata del processo. Era invece presente il marito Luciano Conte così come Donata Bergamini per la parte civile. Il presidente della Corte d’assise, Paola Lucente ha dunque dato la parola al difensore Pugliese e si è passati alla deposizione della dottoressa Innamorato, medico legale, che ha evidenziato, con una lunga disposizione, corredata anche dalle immagini della riesumazione e un video che ne ipotizzava la dinamica, quelle che sono state le sue rilevanze sulla morte di Bergamini.

L’impatto con il camion

Liliana Innamorato ha sostenuto la testi della morte per shock emorragico dovuto all’impatto del mezzo pesante con il corpo di Bergamini che non è stato sormontato. “C’è solo un sormontamento lieve della parte sinistra“. Per la consulente il calciatore si è lanciato sotto il camion e ne sono la testimonianza le lesioni da impatto presenti sulla parte del bacino, nella zona iliaca che appare disarticolata, così come sono lussati i metameri coccigei e c’è la frattura scomposta dei processi trasversi. “Questo ci dice che non è stato sormontato da un camion, perché quel camion Iveco da 16 tonnellate, se la sua ruota anteriore avesse sormontato il corpo di Bergamini avrebbe frantumato tutto. Avrebbe avuto tutte le fratture anche quelle vertebrali. Quindi è stato lievemente sormontato a sinistra“.

La questione soffocamento e plastic bag

Per la consulente della difesa non c’è stato nessun soffocamento e le tracce di edema polmonare alveolare sono dovute a putrefazione. La innamorato ha evidenziato nella sua deposizione che nessuno si farebbe soffocare senza reagire “Chi si fa soffocare senza reagire? Se qualcuno mi venisse da dietro mettendomi le mani sulla bocca e sul naso io mi dimenerei come una pazza. Bergamini era un calciatore e sicuramente era una persona che poteva reagire. Inoltre se uso le mani avrei lasciato ecchimosi e lesioni in corrispondenza degli orifizi respiratori. Se uno un mezzo soft (come una sciarpa) devo comprimere e se non ho lesioni esterne le troverò all’interno. Qui non è stato trovato nulla, non ci sono“. Lo strozzamento? Le mani al collo? Non ci sono segni. Lo strangolamento? Anche qui in corrispondenza del collo non ci sono segni. Parlare di asfissia meccanica violenta è un termine troppo generico. Non ho una lesività sul corpo di Bergamini che mi possa fare pensare a questo”.

La Innamorato boccia anche l’ipotesi, emersa nel corso delle udienza, che Denis Bergamini sia stato ucciso, soffocato probabilmente da un sacchetto di plastica. Citando un vecchio studio dell’Istituto di medicina Legale delle assicurazioni dell’università  di Milano del prof Basile dove vengono analizzati 10 casi di morte da plastic bag, il medico legale evidenzia “sono tutti suicidi tranne uno che è un omicidio ma con delle lesioni contusive in corrispondenza del capo. In tutti questi casi abbiamo un esame esterno on ipostasi abbondante e petecchie ma anche un segni interno come edema e congestione. Tutti elementi indicativi della morte asfittica. Ma soprattutto questo meccanismo di azione è suicidario. Per la dottoressa è impossibile pensare al sacchetto di plastica per un omicidio: “se ti metto il sacchetto in testa ed impedire il passaggio dell’aria lo devo chiudere. E se lo chiudo significa che devo avere un segno“.

Donato Narcotizzato? “Non c’era traccia nella consulenza”

Inoltre la dottoressa, su specifica domanda dell’avvocato pugliese ha ribadito, anche alla luce dell’esame autoptico al quale ha partecipato, che per lei non si può affermare che il calciatore sia stato narcotizzatonon sono state neanche dosate le sostanze volatili visto tutto l’arco di tempo trascorso. Era proprio inutile come accertamento. Il professor Avato (il medico legale che effettuò la prima l’autopsia sul corpo di Bergamini n.d.r.) ha cercato tutte le sostanze volatili ma non le trova. Inoltre non si sa nemmeno con quali sostanze. Si è parlato di etere e cloroformio, ma se fossero stati usati si sarebbero viste delle irritazioni”.

I dubbi sull’uso della glicoforina

Un punto molto dibattuto è quello sulla Glicoforina. La dottoressa Innamorato ha detto subito di non aver mai approfondito la questione, di non aver mai analizzato casi di Glicoforina “viene usata in casi estremamente particolari“. Eppure, citando alcuni studi, soprattutto della dottoressa Cattaneo, la Innamorato ne evidenzia i limiti e ne mette in dubbio il suo utilizzo per capire se le lesioni sono avvenute in vita o post morte. E spiega anche che la glicoforina su Bergamini è stata usata dopo “28 anni” per il perito un tempo troppo lungo. “Io non so se l’esame della glicoforina a distanza di 28 anni abbia una sua incisività. Non posso fare questo esame e avere poi l’assenza di lesioni“. Inoltre la Innamorato, nella sua perizia, evidenzia che “nessuna traccia di DNA sia stata trovata sotto le unghie di Denis”.

Le domande del PM e le osservazioni sulla perizia

La parola passa all’accusa e alle domande del PM Primicerio che che chiesto alla Innamorato, benché presente all’autopsia, se abbia mai fatto osservazioni sui prelievi, sull’attività di campionamenti (31 luglio 2017), sulla lettura collegiale dei vetrini (25 settembre 2017) e sulle letture delle 3 sezioni della laringe (9 ottobre 2017). La risposta è sempre stata “No”. Solo alla luttare delle sezioni della laringe il perito ha spiegato “ho chiesto che mi fosse scaricata la documentazione fotografica su una PenDrive per analizzarle con un anatomo-patologo“. Primicierio aggiunge che i periti avevano assegnato 20 giorni di tempo per eventuali note preventive e chiede se la dottoressa avesse presentato note preventive. Anche in questo caso la risposta è “No“.

“Sulla lettura dei vetrini dei campionamento e della zona della laringe – evidenzia Primicerio – le risultanze sono comprovate dalla positività alla glicoforina”. Evidenzia alla dottoressa, visto che si parla di Glicoforina, come mai non abbia fatto svolto nessuna osservazione. La risposta del perito per questo ho chiesto i vetrini visto che non mi occupo di glicoforina e onestamente ho preso atto di quello che hanno evidenziato i periti“. Il PM incalza: “nella prima relazione ha dichiarato che furono allestiti 8 vetrini sulla sezione della laringe fino a quel momento mai esaminata come appunto già evidenziato.

Il teste replica “la laringe non fu mai analizzata ma a livello istologico. Anche perchè Avato la descrive la laringe quindi la esamina e c’è anche una foto“.  Primicerio fa notare alla testa che nella sua relazione scrive che il corpo era in posizione supina. La Innamorato spiega “ho sbagliato e per lapsus ho scritto supino. Oggi ho evidenziato in aula, anche guardando la Tac che il lato è il sinistro”.

Anselmo e l’intercettazione del perito con Conte “il morto parla”

L’ultimo a prendere la parola è il difensore di parte civile, che assiste la famiglia Bergamini, Fabio Anselmo che incalza la consulente a iniziare dalle domande del difensore della Internò Pugliese: “ha avuto rapporti professionali con l’ingegner Tiesi?”. “Si mi ci sono interfacciata”. Anselmo chiede anche lui come mai non abbia fatto una sola osservazione anche perchè “nella sua consulenza dice delle cose molto nette a critica dell’operato del dottor Crisci e delle valutazioni. Perchè non le ha dette durante le operazioni e perchè non la ha dette dopo“.

Qui la Innamorato fa evidenziare come sia la Internò che il marito Conte “mi avevano indicato come consulente di parte ma c’è stato sempre un tira e molla. Io sono andata a presenziare ma loro non erano convinti di dover nominare un consulente di parte. C’è stato anche un momento di disappunto da parte mia e a loro l’ho anche detto. Perchè avevano intenzione di non nominare un consulente perchè per loro era una verità acclarata (il suicidio n.d.r). Ecco perchè ho partecipato e non mi sono nemmeno esposta. Ma sin dal principio, e l’ho ripetuto anche oggi, non mi ritengo un’esperta di immunoistochimica. Quindi non potevo obiettivare”.

Qui Anselmo spiega che la dottoressa Neri (consulente tecnico della Procura di Castrovillari) fece delle note critiche alla relazione tecnica della Innamorato nel 2021 nella quale in sintesi veniva spiegato che la Innamorato ha sempre partecipato alle operazioni peritali e non ha mai avuto nulla da osservare. Anselmo spiega che sono almeno “sei pagine di note dedicate al fatto che lei non abbia mai fatto osservazioni durante le operazioni e neanche dopo. E controbatte anche con delle risposte “non credo di aver controbattuto – spiega la Innamorato”. Perchè? Chiede Anselmo “Ho ritenuto di non averlo dovuto fare – ribatte la dottoressa“.

Dopo alcune domande sulle perizie di Avato, Anselmo fa ascoltare in aula un’intercettazione del 5 ottobre del 2017 dove la Innamorato parla con Luciano Conte dove la dottoressa dice al telefono al marito della Internò “il problema è un altro. Le indagini le cose che stanno facendo…. stanno destando dei sospetti delle cose“. Conte replica “possono fare quello che vogliono”. E la Innamorato si ho capito ma il morto anche a distanza di tempo parla“. Anselmo fa notare che la dottoressa a Conte non dice il morto è putrefatto, sta parlando della glicoforina che non serve a nulla. Lei dice che “il morto parla e devo capire perchè a me sembra che voglia dire che il morto sta dicendo qualcosa“.

E la dottoressa spiega ho detto quella frase quando c’era stata già a lettura dei preparati istologici. Avendo visto questa positività degli esami e l’orientamento dei periti (non sono una stupida) allora mi sono preoccupata“. Ero preoccupata dai risultati dell’immunoistochimica e glicoforina che non uso e non avevo mai studiato. Non avevo neanche le evidenze”. Nell’ultima parte dell’udienza c’è stato un confronto, ammesso dalla Corte, tra periti, sulla questione asfissia ma non sulla glicoforina.

 

 

 

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