Terremoto nella sanità calabrese tra “favori” e corruzione. Appalti e concorsi truccati per 33 milioni di euro

In tre sono finiti ai domiciliari mentre sono stati sospesi dall'esercizio di uffici e servizi pubblici dirigenti medici e di laboratori. Tra loro anche, all’epoca dei fatti , la responsabile Fisica Sanitaria Azienda dell’Asp di Cosenza e Responsabile Tecnologico di Sistema Ris/Pacs della stessa Azienda

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CATANZARO – L’ennesimo terremoto giudiziario nella sanità calabrese, tra favori, corruzione e gare truccate, arriva da Catanzaro, dove la Guardia di Finanza, conclusione di un’indagine, ha eseguito la notifica di 15 misure cautelari che ha coinvolto medici, docenti universitari e imprenditori impegnati nel settore della sanità. L’inchiesta  “Sartoria”, nome in codice che fa riferimento ai bandi cuciti su misura sulle aziende che avrebbero dovuto aggiudicarseli, avrebbero consentito di delineare la turbata regolarità di appalti pubblici e concorsi per un valore complessivo di oltre 33 milioni di euro. Le fiamme gialle hanno anche effettuato un sequestrato preventivo di oltre 520mila euro. In tre sono finiti ai domiciliari: Giuseppe Lucio Cascini 53 anni, professore ordinario di diagnostica per immagini, destinatario anche dell’interdizione, Pasquale Bove 63 anni rappresentante della Medicalray s.r.l. e dalla Teknos S.r.l e Ciro Oliviero 61 anni agente commerciale della Siemens Healthcare Sri.

Sospesi ex dirigenti medici e di laboratori. Anche dell’Asp di Cosenza

Per tutti gli altri è scattata la sospensione dall’esercizio di uffici e servizi pubblici. Tra questi, all’epoca dei fatti, dirigenti che ricoprivano, ad esempio, il ruolo di responsabile tecnico di laboratorio dell’AO “Pugliese Ciaccio” e membro della commissione tecnica di gara, un direttore f.f. del Laboratorio di Chimica Clinica dell’Ao “Pugliese-Ciaccio” anche lui membro della commissione tecnica di gara, un direttore del reparto di Neuroradiologia del Grande Ospedale Metropolitano “Bianchi Melacrino Morelli” di Reggio Calabria, M. G. all’epoca dei fatti responsabile Fisica Sanitaria Azienda dell’Asp di Cosenza e responsabile Tecnologico di Sistema Ris/Pacs della stessa Azienda sanitaria cosentina, il direttore facente funzioni del laboratorio di Virologia e Microbiologia dell’Ao “Pugliese-Ciaccio”, un Responsabile f.f. della Struttura Complessa Centro Emofilia Emostasi e Trombosi del Dipartimento di Ematologia Oncologica dell’Ao “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro. Ed ancora un Dirigente medico e un direttore dell’UOC Radiologia dell’Asp di Crotone. Oltre alle 15 misure risultano indagate altre 28 persone e 6 persone giuridiche (aziende).

Sanità inchiesta finanza

Truccati 17 appalti e concorsi per un valore di 33 milioni

I provvedimenti, emessi su richiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro, scaturiscono dalla complessa attività di indagine svolta dal Nucleo di Polizia Economica -Finanziaria/Gruppo Tutela Spesa Pubblica della Guardia di Finanza di Catanzaro, guidata dal colonnello Daniele Tino, nell’ambito della costante attività di tutela della spesa pubblica, con particolare riguardo al settore sanitario, finalizzato al contrasto delle più sofisticate forme di illecita gestione delle risorse erariali e delle frodi ai danni dello Stato.

L’inchiesta avrebbe consentito di delineare la turbata regolarità 17 appalti o concorsi pubblici per un calore di 33 milioni di euro, banditi dalla Stazione unica appaltante della Regione Calabria, dall’Università “Magna Graecia” di Catanzaro, nonché dall’A.o. “Pugliese – Ciaccio” e dall’Aou “Mater Domini”, ora confluite nell’Aou “Dulbecco”). Per il colonnello Pierpaolo Manno comandante provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro e il Colonnello Daniele Tino comandante del nucleo di polizia Economica finanziaria “si tratta di un‘operazione a tutela della spesa sanitaria che ha consentito di ipotizzare illeciti rapporti, anche corruttivi, posti in essere tra pubblici ufficiali, in servizio presso alcuni enti del servizio sanitario calabrese, preposti a gestire le gare di appalto per l’acquisizione di beni e servizi, e i rappresentanti di alcune società fornitrici.”

Guardia di finanza

Promesse e favori e persino un falso concorso

Rispetto a tali gare sono stati ipotizzati illeciti legami tra alcuni pubblici ufficiali, preposti alla gestione delle gare stesse e gli agenti/rappresentanti delle società che forniscono materiali o servizi sanitari, anche mediante la turbata libertà del procedimento di scelta del contraente con bandi e capitolati redatti in modo da orientare l’aggiudicazione a soggetti predeterminati, in violazione della concorrenza e a discapito dell’economicità e della trasparenza dell’azione amministrativa. In alcuni casi sono state ipotizzate condotte corruttive, con utilità (promesse o erogate) ai pubblici ufficiali coinvolti, intese quale remunerazione delle condotte illecite che sarebbero state perpetrate in favore degli operatori economici interessati alle procedure.
Gli inquirenti hanno ipotizzato anche reati di falso ed altro nello svolgimento di concorsi indetti da alcuni degli enti pubblici, per il reclutamento di personale, e di truffa, in relazione alla ripartizione del fondo incentivi per le funzioni tecniche, a beneficio di dipendenti dell’ex Azienda ospedaliera “Pugliese – Ciaccio”, in assenza dei presupposti previsti.

Tuona Occhiuto “se ci sono ancora mele marce vanno estirpate”

L’operazione della Procura di Catanzaro e del Nucleo provinciale di polizia economica-finanziaria/Gruppo tutela spesa pubblica della Guardia di Finanza, che ringrazio per la preziosa attività inquirente a tutela della cosa pubblica e della cittadinanza, mette in luce uno spaccato inquietante. Se i fatti contestati fossero confermati, si tratterebbe di illeciti gravissimi contro lo Stato, contro la Regione, ma soprattutto contro la collettività calabrese”. E’ il duro commento del presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto a seguito dell’inchiesta “Sartoria”.

roberto occhiuto

“Il mio governo lavora da due anni e mezzo affinché situazioni simili non si verifichino più, e se ci sono ancora delle mele marce all’interno del sistema sanitario, è bene che le autorità giudiziarie svolgano fino in fondo tutte le indagini necessarie per fare luce su responsabilità e reati eventualmente commessi, estirpando i colpevoli. L’impegno sul fronte della legalità, soprattutto quando è in gioco il diritto alla salute, è una priorità assoluta della mia azione di governo, e saremo sempre vicini agli inquirenti e alle istituzioni che si occupano di contrastare l’illegalità e il malaffare, per bonificare la sanità calabrese.
Lo siamo stati già, ad esempio, quando è stata disposta la commissione di accesso per l’Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia, e lo saremmo anche se si optasse per lo scioglimento dell’Asp vibonese per fatti riferiti a diversi anni fa. Se si andasse verso questa direzione potrebbe essere l’occasione anche per consentire ai nuovi commissari di proseguire, con maggiori poteri, nell’opera di bonifica già avviata in maniera eccellente dal generale Antonio Battistini”.

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