COSENZA – Con l’avvicinarsi dell’autunno, anche in Calabria, scatta la stagione della raccolta di funghi. Quest’anno in anticipo, grazie alle precipitazioni delle ultime settimane che hanno creato le condizioni ottimali per una crescita generosa. La raccolta dei funghi appassiona moltissime persone in un territorio, come quello calabrese, ricco di montagne e boschi e con una lunga tradizione micologica. Migliaia di appassionati si avventurano tra i sentieri e percorsi in cerca del prezioso raccolto. Una vera e propria invasione di “ricercatori”.
Ma se da un lato ci sono i professionisti, sempre più spesso ci sono persone che violano le regole. Un fenomeno sempre più frequente è rappresentato da coloro che fanno razzia e senza il tesserino obbligatorio. Cassette stracolme di funghi, cofani di auto riempiti a dismisura e mostrati sui social come trofei. Raccolte improprie utilizzando buste e contenitori di plastica (vietati) e spesso in zone assolutamente vietate.
Tesserino obbligatorio per raccogliere i funghi
Forse non tutti sanno (o in molti fanno finta di non saperlo), che per raccogliere funghi sulle nostre montagne è necessario ed obbligatorio avere un tesserino e che, in alcune zone, è assolutamente vietata la raccolta, anche di un solo esemplare. La raccolta e commercializzazione dei funghi in Calabria è regolamentata dalla Legge Regionale 26 novembre 2001 e subordinata al possesso di una tessera nominativa amatoriale e professionale dei permessi previsti. Tesserini amatoriale e professionale restano validi per 5 anni dalla data del rilascio, previo pagamento annuale dell’importo dovuto alla Regione Calabria. Questi i tesserini che è possibile avere:
Tessera amatoriale (rilasciata dai Comuni)
Tessera professionale (rilasciata dalla Regione Calabria)
Tessera per raccolta ai fini scientifici (rilasciata dalla Regione Calabria)
Permesso micologico turistico
Aspirante raccoglitore di tartufi (Azienda Calabria Verde)
Noin più di 3 Kg di funghi a testa per gli “amatori”
La quantità consentita a ciascun ricercatore è di 3 chili di funghi al giorno per chi è in possesso del tesserino ad uso amatoriale e di 10 chilogrammi per chi è in possesso del tesserino professionale. Nei comuni con territori classificati montani è consentita ai residenti, in possesso della tessera amatoriale, la raccolta di funghi epigei spontanei in deroga al limite quantitativo di 3 chili e fino ad un massimo di 5 chili giornalieri. Regole che pochissimi conoscono ma che in pochi seguono. Anzi, sempre più spesso, assistiamo ad innumerevoli abusi, oltre che al crescente e impressionante dilagare di cacciatori di funghi improvvisati che mettono in bella mostra le loro ‘sproporzionate’ raccolte.
Addirittura c’è chi si vanta di aver raccolto 10, 20 persino 30 chilogrammi di funghi in un solo giorno. I funghi svolgono un ruolo fondamentale negli ecosistemi forestali: sono responsabili della decomposizione della materia organica e contribuiscono alla fertilità del terreno. Per questo la raccolta indiscriminata, senza tener conto delle specie protette o delle quantità consentite, può portare a una riduzione delle popolazioni di funghi, alterando l’equilibrio dell’intero ecosistema.
Salvaguardia dell’ambiente e diametro per la raccolta di funghi
La legge prevede anche la salvaguardia dell’ambiente con il divieto assoluto di danneggiare e distruggere la flora fungina, indipendentemente dalle caratteristiche di commestibilità e velenosità della stessa. Nella raccolta è fatto divieto di usare uncini, rastrelli o qualsiasi altro strumento che possa danneggiare il micelio fungino o l’apparato radicale della vegetazione. Per i cercatori i funghi è obbligatorio pulire i funghi sommariamente sul posto ed usare, per il trasporto, contenitori forati rigidi che permettano la diffusione delle spore e la giusta conservazione del corpo fruttifero. Molto spesso invece si vedono persone utilizzare buste e contenitori di plastica.
La raccolta di funghi epigei spontanei commestibili e maturi può avvenire solo se il diametro della cappella abbia raggiunto le dimensioni minime per ciascuna specie, fatto salvo il caso di esemplari concresciuti in cui almeno un individuo del gruppo abbia raggiunto le dimensioni minime richieste:
Amanita caesarea (Ovolo buono), cm 5 (cinque)
Boletus edulis e relativo gruppo (Porcini), cm 4 (quattro)
Macrolepiota procera e simili (Mazza di tamburo), cm 10 (dieci)
Agaricus campestris e simili (Prataioli), cm 4 (quattro)
Russula virescens e altre russule commestibili (Verdone, etc.), cm 4 (quattro)
Clitocybe géotropa (Agarico geotropo), cm 4 (quattro)
Per tutte le altre specie delle quali è consentita la raccolta, la dimensione minima è di cm 3 (tre)
Nonostante le regolamentazioni, sempre più persone si addentrano nei boschi senza alcun rispetto per le leggi vigenti. Alcuni lo fanno per semplice ignoranza delle normative, altri per negligenza o addirittura per motivi commerciali. La raccolta abusiva è spesso vista come un passatempo innocuo, ma in realtà porta con sé numerosi rischi e danni. In molti casi, chi pratica la raccolta illegale non ha nessuna conoscenza dei funghi commestibili e velenosi, esponendosi così a pericoli di intossicazione. Ogni anno, i centri ospedalieri ricevono decine di pazienti avvelenati a causa di funghi raccolti senza competenza. Alcuni funghi velenosi possono infatti sembrare molto simili a quelli commestibili, e solo una conoscenza approfondita può evitare rischi fatali.
Ricercatori di funghi che si perdono in montagna
Altro problema segnalato è quello dell‘improvvisazione nell’avventurarsi in zone di montagna che porta a perdersi tra i boschi fitti. Solo negli ultimi 20 giorni sono state soccorse in Calabria decine di persone smarrite. La raccolta dei funghi è un’attività che può essere svolta in modo responsabile e sostenibile, ma solo se si rispettano le regole. Ignorare le normative non è solo una questione di legalità, ma anche di rispetto per l’ambiente e per la salute propria e altrui. Il Soccorso Alpino (Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, risorsa tecnica del Sistema Sanitario di Urgenza ed Emergenza 112) registra ogni anno, sull’intero territorio nazionale, diverse centinaia d’interventi a favore di fungaioli in difficoltà; qualche decina risultano le vittime. E questo anche in Calabria.
Spesso gli interventi di ricerca e soccorso si dimostrano particolarmente difficili a partire dall’individuazione precisa della zona dove la persona è dispersa. La scivolata va considerata come il pericolo maggiore; non di rado vengono soccorse persone colte da malore, presumibilmente generato da eccessivo affaticamento. I consigli che si possono dare sono pochi, a volte apparentemente banali ma comunque importanti.
- NON ANDARE MAI DA SOLI
- LASCIARE SEMPRE DETTO CON PRECISIONE L’ITINERARIO CHE SI VUOLE COMPIERE, AGGIORNANDO PARENTI E AMICI DI EVENTUALI VARIAZIONI DI PERCORSO
- CONSULTARE SEMPRE LE PREVISIONI METEO
- INDOSSARE SCARPONI E UNO ZAINO CON MATERIALE DI EMERGENZA
- IN CASO DI EMERGENZA CHIAMARE SENZA INDUGIO IL 112
Con poche accortezze, prudenza e preparazione (e poco peso sulle spalle), si è in grado di risolvere molti problemi. Così, con un po’ di consapevolezza, la raccolta dei funghi potrà essere semplicemente una ludica (e gustosa) esperienza, libera da rischi eccessivi.
Controlli, multe e sanzioni
Infine la questione dei controlli. In molti invocano più multe e un maggiore presidio. Le sanzioni per chi viola queste regole possono essere molto severe e variano a seconda della gravità dell’infrazione. La violazione delle norme incluse nella Legge regionale comporta la sanzione amministrativa del pagamento di una sanzione pecuniaria da
un minimo di Euro 100,00 ad un massimo di Euro 500,00 nonché la confisca dei funghi raccolti. Le principali sanzioni riguardano la mancanza di tesserino, la raccolta di specie protette, l’eccesso di quantitativi raccolti e il danneggiamento dell’ambiente. In un territorio così vasto come quello calabrese è sempre difficile individuare e sanzionare i responsabili di comportamenti sbagliati.