COSENZA – “Stiamo arrivando ad un punto di non ritorno, non è cambiato nulla, anzi la situazione è peggiorata sia per quanto riguarda i danni e sia per quel che riguarda il disbrigo delle pratiche per i risarcimenti, ed in modo particolare quelle del Parco Nazionale della Sila”. La denuncia dell’agricoltore silano si riferisce ai danni procurati da cinghiali, un problema che si è acuito ulteriormente, nonostante le tante manifestazioni di proteste dei mesi scorsi.
Sempre per l’agricoltore silano, “bisognerebbe rivedere anche i criteri di liquidazione, sia per quanto riguarda il Parco Nazionale della Sila che quelli della Regione, perchè non si possono adottare scaglioni, con una percentuale che viene risarcita allo stanziamento dei fondi. Noi abbiamo delle programmazioni anche finanziarie alla quale dobbiamo ottemperare. Se non riusciamo a vendere i prodotti, in che modo andiamo a soddisfare questi impegni? Di questo passo – conclude – rischiamo la chiusura”.