COSENZA – Padri di famiglia alla gogna.
Nonostante i proclama della Regione gli ammortizzatori sociali in deroga non arrivano. Da settembre i lavoratori in mobilità di diversi settori dall’edilizia ai trasporti non ricevono alcun sussidio. “Ci hanno preso in giro” a parlare è uno dei tanti manifestanti che stamattina si sono riuniti davanti la sede dell’INPS bruzia. “Hanno promesso che ci avrebbero pagato subito almeno due mensilità, – continua – ma sono passate due settimane e ancora non abbiamo ricevuto nessuna comunicazione. Chiediamo chiarezza e dignità”. A piazza Loreto, però, non si intravede neanche l’ombra dei sindacati che con la manifestazione di fronte alla sede RAI del 5 Febbraio avevano portato in piazza le istanze dei lavoratori ottenendo dalle istituzioni la garanzia dei pagamenti. “Quando li contattiamo, – afferma uno degli operai in mobilità – dicono di stare tranquilli, che i soldi ci sono e ci pagheranno”.
In realtà il direttore dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale cosentino spiega ai lavoratori che non è proprio così. “E’ una farsa. Mi ha appena ricevuto – dichiara un delegato del comitato spontaneo di lavoratori – e mi ha spiegato chiaramente che il provvedimento del Governo sbandierato da Scopelliti, che dice di aver ottenuto fondi facendo pressione sulla Fornero, vale solo per i nuovi lavoratori in mobilità, non per noi”. La boccata d’ossigeno, da circa 500 euro mensili, ventilata dal governatore della Regione non pare essere contemplata per questi dipendenti. “Non sappiamo più cosa fare! Ci sono i nostri figli in gioco. Abbiamo sempre lavorato. Se ci fosse lavoro non saremmo qui a chiedere l’elemosina. Torneremo domani. Torneremo tutti i giorni qui, se necessario. Finché non ci pagano”. Immancabile il richiamo alla politica. “Ci hanno abbandonato – tuona un manifestante – sia i sindacati sia la politica. Andare a votare? O chiediamo il non voto registrato alle urne o votiamo Grillo in segno di protesta”.