I sindaci attaccano il governo: “No allo scaricabarile”. Il riferimento è alla decisione affidata ai primi cittadini di chiudere vie o piazze dove possono verificarsi assembramenti
COSENZA – “Il governo c’è ma ciascuno deve fare la sua parte – ha spiegato ieri sera il Premier – e le misure più efficaci restano le precauzioni di base: mascherina, distanziamento e igiene delle mani. Facciamo attenzione nelle situazioni in cui abbassiamo la guardia, con parenti ed amici. In queste situazioni occorre massima precauzione”. Nelle ultime ore però si leva la protesta dei sindaci che hanno accusato il governo di giocare allo scaricabarile.
Il presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio De Caro: “Il governo, senza nemmeno affrontare il tema nelle numerose riunioni di queste ore, inserisce in un Dpcm una norma che sembra avere il solo obiettivo di scaricare sulle spalle dei sindaci la responsabilità del coprifuoco agli occhi dell’opinione pubblica. Questo non lo accettiamo. Ci saranno le forze dell’ordine a controllare le aree pubbliche in cui sarà vietato l’ingresso e a riconoscere residenti e avventori dei locali? I cittadini non si sposteranno da una piazza a un’altra? Nei momenti difficili le istituzioni si assumono le responsabilità non le scaricano su altre istituzioni con cui lealmente dovrebbero collaborare. I sindaci sono abituati ad assumersi le loro responsabilità. Vorremmo che tutte le istituzioni facessero lo stesso”.
Anche il sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto parla di “scaricabarile e demagogia“. E infatti è stato tolto dal DPCM il riferimento ai sindaci dopo il discorso di Conte grazie alla protesta del presidente di Anci. “In ogni caso a Cosenza – scrive Occhiuto su Facebook – in questo periodo in cui i contagi aumentano in modo esponenziale organizzeremo un servizio di Polizia municipale dopo le ore 21 per vigilare ed invitare i ragazzi ad evitare assembramenti in piedi, ma sempre senza eccessivi allarmismi e senza atteggiamenti da “sindaco sceriffo” che ho sempre rifiutato e disprezzato”.