REGGIO CALABRIA – La notizia dell’arrivo del presidente del Consiglio a Reggio Calabria ha scatenato le ire dei lavoratori dell’intera regione.
A partire dalle 10 Cosenza in piazza Prefettura, a Catanzaro in piazza Matteotti e nella stessa Reggio Calabria gli USB hanno convocato cittadini, lavoratori, precari, disoccupati, inoccupati, giovani e pensionati a contestare il premier. Le proteste sono volte a rendere nota la drammatica situazione economico-sociale calabrese soprattutto sul fronte sanitario. A tal fine i lavoratori e i precari della pubblica amministrazione si uniranno in massa alle manifestazioni di protesta per far sentire il proprio dissenso in merito alle privatizzazioni annunciate da Matteo Renzi. Nello specifico le richieste dei dipendenti pubblici si focalizzeranno contro il blocco dei contratti, già fermi da 5 anni, cui rinnovo pare sia previsto non prima del 2020 e la richiesta di assunzione dei lavoratori precari. A Reggio Calabria si prevede una massiccia partecipazione della cittadinanza che porterà il proprio disagio all’attenzione del primo ministro. Le denunce portate in piazza dagli Usb riguardano: “la sanità pubblica allo sbando, dove si spinge verso la sanità privata; la scuola pubblica lasciata sempre più a se stessa, mentre quella privata viene foraggiata con soldi pubblici; l’assistenza pubblica agli anziani ed ai disabili ormai inesistente, per cui bisogna rivolgersi ad istituti privati; le pensioni sempre più povere e lontane, ma si apre alle pensioni integrative private; il soccorso dei vigili del fuoco svilito e lasciato per il 50% in mano ai precari“. “In questa situazione i governi, – affermano in una nota gli organizzatori della mobilitazione – anziché aumentare le risorse per il pubblico impiego, garanzia di servizi per tutti, stanno creando un clima di odio verso i pubblici dipendenti, facendo credere che i disservizi, causati nella realtà dalla mancanza di risorse e dai carichi di lavoro ormai esasperati, siano colpa loro. Lavoratori che verranno posti in mobilità e licenziati, non perché inefficienti o perché troppi, ma soltanto per favorire i privati”.