COSENZA – Dopo la pausa estiva è ripreso questa mattina, in corte d’Assise a Cosenza, il processo sulla morte di Rocco Gioffrè, trovato senza vita nella sua abitazione di Cosenza a febbraio del 2023. L’anziano, originario di San Fili, venne ucciso con diverse coltellate in un appartamento di una palazzina in via Monte Grappa, il 14 febbraio dello scorso anno da Tiziana Mirabelli che, cinque giorni dopo, confessò tutto costituendosi ai carabinieri di Cosenza.
Le due testimonianze di oggi
Come sempre l’imputata, difesa dall’avvocato Cristian Cristiano era presente in aula. L’udienza di oggi ha visto la testimonianza del medico di Tiziana Mirabelli e di una vicina di casa che vive sullo stesso pianerottolo dove si trovava sa l’appartamento della Mirabelli che quello in cui fu trovato senza vita l’anziano. Il medico della Mirabelli ha spiegato che, quanto ha appreso la notizia, gli sembrava quasi impossibile che fosse stata Tiziana Mirabelli, tanto è vero che all’inizio ha pensato anche ad un caso di omonimia visto che ha conosciuto una “bella persona”. La vicina di casa, invece ha riferito alla corte di aver visto una persona, che aveva indosso un giubbino, allontanarsi dal pianerottolo il giorno dopo l’omicidio, ma non ha detto di non essere in grado di ricordare se quella persona fosse uscita dall’appartamento della Mirabelli o di Gioffrè.
Acquisite due consulenze tecniche irripetibili
Durante il dibattimento odierno, le parti hanno dato il consenso ad acquisire due consulenze tecniche irripetibili. La prima riguarda gli smartphone ed in particolare le conversazioni Whatsapp (le conversazioni tra Gioffrè e Mirabelli erano frequenti), l’altra invece relative alle telecamere di videosorveglianza con i microfoni posizionati sia dentro che fuori l’appartamento di Gioffrè e i video-registratori sequestrati su indicazione di Tiziana Mirabelli. Il processo è stato rinviato a novembre.