COSENZA – Continua, in Corte d’Assise a Cosenza, il processo che mira a far luce sulla morte dell’ex calciatore del Cosenza calcio Denis Bergamini, avvenuta a Roseto Capo Spulico il 18 novembre 1989. Stamattina in aula era assente l’unica imputata per la morte del calciatore rossoblu Isabella Internò accusata di omicidio pluriaggravato e premeditato con l’aggravante dei futili motivi.Due i teste di maggior importanza si tratta di Antonio Serra presidente del Cosenza Calcio nel 1989 e fino al 1993 e Paolo Pagliuso, anche lui presidente dei rossoblu dal 1994 al 2003.
Serra dichiara alla corte di non aver mai pensato al suicidio ma che, la terribile morte di Denis, fosse legata ad un drammatico incidente, probabilmente – secondo lui – scaturito al culmine di una lite con Isabella Internò. L’ex presidente Serra dipinge Bergamini come una persona seria, uno dei ragazzi più professionali che il Cosenza Calcio abbia avuto nel corso del tempo. “Non c’erano mai stati segnali che facessero presagire ad un possibile suicidio. Lo stesso Ranzani, direttore sportivo dell’epoca, non ha mai creduto alla possibilità che si trattasse di un gesto estremo, tant’è – continua Serra – ingaggiamo l’avvocato Manfredi per capire se ci fossero le condizioni per essere risarciti della morte di Denis. Fu tutto nullo poiché le varie sentenze confermarono la teoria del suicidio. Unico cavillo per non avere il risarcimento”.
La scoperta della morte di Denis
Serra ripercorre con la corte la sera di quel 18 novembre “restai colpito dal fatto di non trovare Bergamini in hotel con la squadra. Era insolito, non era da lui. La Internò chiamò per parlare con Ciccio Marino. Vidi Ranzani e Pini partire per Roseto. La stessa sera arrivò a casa mia – continua il racconto Serra – una telefonata dal numero della famiglia Internò. Ma a casa c’era solo la tata, che rispose. Provai in un secondo momento a richiamare quel numero ma non ricevetti mai risposta“.
“La scienza dice che Bergamini è stato uccido. Ed io ci credo”
Dopo la morte di Denis Serra e Ranzani andarono a casa della Internò per capire meglio cosa fosse successo su quella maledetta strada. Senza troppi giri di parole l’ex presidente confessa alla corte che lo scopo della visita era quello di far avvicinare la Internò alla teoria dell’incidente e non del suicidio. Serra chiese ad Isabella “ma sei sicura?” lei fu irremovibile sulla sua versione. “Non eravamo per niente convinti da quella chiacchierata con la Internò e non solo perché speravamo almeno in un rimborso per la società e per la famiglia ma soprattutto perché in obitorio il corpo di Denis era intatto, sul viso non aveva nulla e sembrò strano considerato l’incidente che descriveva la fidanzata”.
Ad oggi il pensiero di Serra sulla tragica morte di Bergamini è più chiaro e nitido: “io credo nella scienza. La scienza che cosa ci dice? ci dice che Bergamini è stato ucciso, ed io credo a questo“.
Denis doveva andare al Parma ma scelse “i Lupi”
In aula si è parlato a lungo di un altro tema molto dibattuto negli anni, ovvero il contratto che Denis avrebbe dovuto firmare con il Parma. “All’inizio il Parma era fortemente interessato a Bergamini – dice Serra – e lui era convinto di andare. Alla fine del calciomercato il Parma era diventato meno pressante. Non erano certi di far diventare Bergamini un titolare della squadra, lo volevano lasciare come secondo, in panchina. Ranzani a quel punto – spiega l’ex presidente – mi chiese di alzare la cifra del contratto di Denis per farlo restare al Cosenza Calcio. Accettai, perché per noi Denis era il giocatore di punta. Così Ranzani convinse Bergamini a non partire: ‘vuoi fare la comparsa a Parma o il protagonista a Cosenza?’. Raddoppiai il suo contratto e Bergamini restò in squadra“.
“Bergamini si doveva sposare con una ragazza delle sue parti”
Altro teste di giornata è stato Paolo Fabiano Pagliuso, ex presidente del Cosenza calcio dal 1994 al 2003. “La sera del 18 novembre ero con la squadra al Motel Agip quando Ranzani disse della morte di Denis”.
Pagliuso racconta alla corte di sapere che, all’epoca dei fatti, Denis era fidanzato con una ragazza delle sue parti “Ranzani me lo diceva che era fidanzato lì e che stava per sposarsi”. L’avvocato Anselmo legge poi in aula un’intercettazione telefonica tra Pagliuso e Santo Fiorentino, dirigente accompagnatore in quegli anni del Cosenza calcio. Nella conversazione, Fiorentino dice a Pagliuso “lo hanno ammazzato prima” e Pagliuso risponde “non ne parliamo per telefono”. L’ex presidente ha giustificato quella frase rivelando che non gli andava di essere intercettato ed avere ancora una volta a che fare con la giustizia.
Il processo si aggiorna il prossimo giovedì. In aula uno dei testimoni più attesi del processo: Donata Bergamini.