COSENZA – Dino Mazzei, 56 anni, stava tornando a casa a piedi quando un mezzo l’ha centrato in pieno, lungo la bretella che collega l’area commerciale di Zumpano al centro storico di Cosenza, scaravantandolo oltre il guardrail. La sua morte risale alla sera tra l’8 e il 9 febbraio del 2020. Percorreva una strada poco illuminata quando qualcuno alla guida di un mezzo, dopo averlo travolto fuggì via, senza prestare soccorso. Un impatto violentissimo visto che il corpo senza vita del 56enne, è stato rinvenuto oltre la carreggiata. Dopo la sua morte era emerso che i familiari ne avevano denunciato la scomparsa il sabato precedente perchè non era rientrato a casa a dormire, e il suo telefono risultava irraggiungibile. Il giorno dopo, la tragica notizia del ritrovamento del suo corpo, senza vita.
Avviate le indagini ed eseguita l’autopsia, era emerso che la morte fu determinata da un politrauma causato dall’investimento. Sul posto vennero ritrovati anche alcuni pezzi di un faro rotto, ma di quel mezzo pirata, nessuna traccia. Un omicidio stradale per il quale nessuno si è fatto avanti o ha avuto la coscienza di prendersi le proprie responsabilità, per aver investito e lasciato morire un uomo, un padre, un marito.
Le indagini per tentare di arrivare al responsabile si sono concluse con un nulla di fatto e così il giudice, a gennaio del 2021, ha disposto l’archiviazione del caso. La famiglia però, non si dà pace e continua a chiedersi “chi è stato?” e vorrebbe che si continuasse ad indagare.
La Procura della Repubblica di Cosenza però, in base alle investigazioni ha valutato che dall’analisi dei reperti trovati sulla strada non è stato possibile individuare l’autore dell’investimento. Un vuoto incolmabile per la famiglia che non ha avuto giustizia sul piano penale ma che potrà solo ottenere un ‘ristoro’ in sede civile.
“Se qualcuno ha visto o sa qualcosa si faccia avanti”
il Gruppo Giesse Risarcimento Danni, specializzato nel risarcimento di incidenti mortali, ha fatto sapere che “non essendo purtroppo emersi elementi utili nel corso delle indagini, di comune accordo con i familiari che assistiamo, la moglie, tre figlie e tre nipoti, già nei mesi scorsi abbiamo deciso di intraprendere, tramite i nostri legali fiduciari, una separata e autonoma causa civile. Agendo contro la compagnia designata dal fondo di garanzia per le vittime della strada, puntiamo a ottenere il giusto risarcimento per i familiari, anche se per loro, purtroppo, al dramma di aver perso l’amato Dino, si aggiungono rabbia e sconforto per il non aver potuto ancora sapere chi lo ha così barbaramente ucciso e lasciato esanime senza neppure soccorrerlo“.
“Vogliamo in ogni caso sensibilizzare i cittadini e chiedere a chi potesse sapere o avesse visto qualcosa di quanto accaduto quel tragico giorno – conclude Giesse – di farsi avanti, anche in maniera anonima, con l’Autorità Giudiziaria: solo così ci sarebbe speranza di poter riaprire le indagini, disporre nuovi accertamenti e trovare, finalmente, il responsabile”.