L’Amministrazione comunale di Rende, dopo aver definito e fatto approvare in Consiglio Comunale la bozza di Regolamento del progetto degli Orti urbani, si appresta a pubblicare, nel prossimo mese di novembre, il bando per le domande di ammissione al progetto da parte di famiglie e associazioni.
RENDE (CS) – In Italia la superficie coltivata dentro o nelle immediate vicinanze delle città è triplicata tra il 2011 e il 2013. Secondo un censimento di Coldiretti, infatti, nel periodo considerato la superficie degli orti urbani è triplicata passando da 1,1 milioni a oltre 3 milioni di metri quadri. Complice anche la crisi economica che ci accompagna da qualche tempo nella stessa indagine è certificato che il 46,2 per cento d’italiani si dedica alla coltivazione di orti, giardini e terrazzi. Siamo passati dunque dalla coltivazione amorevole di piante e fiori a quella di peperoncini, lattughe, pomodori, zucchine e melanzane.
Per quanto riguarda il progetto portato avanti dal Comune di Rende, si tratta di terreni di proprietà comunale, già identificati nelle zone di viale Parigi e di Villaggio Europa, che potranno essere dati in concessione per la coltivazione di ortaggi e piccoli frutti per un periodo di 3 anni.
L’Amministrazione ha individuato due categorie alle quali potranno essere concessi i terreni:
a) “orti per famiglie” – categoria A, per residenti nel Comune di Rende che non abbiano nelle loro disponibilità appezzamenti di terreni coltivabili nel territorio comunale e non siano imprenditori agricoli titolari di partita iva;
b) “orti per associazioni”– categoria B, per associazioni (riconosciute o meno), fondazioni, cooperative sociali, organizzazioni di volontariato, onlus.
Sono stati stabiliti, altresì, l’elenco degli arredi e delle attrezzature a carico di chi vorrà aderire e i criteri con i relativi punteggi che concorreranno alla formazione delle graduatorie per l’assegnazione dei terreni prescelti, quali la residenza, le fasce di età e di ISEE, per la Categoria “A” e la residenza degli associati, i progetti e le attività collegate, per la Categoria “B”.
Del progetto, entrato oramai nella sua fase realizzativa, ne parliamo con l’assessore alle politiche agricole del Comune di Rende, Vittorio Toscano il quale spiega che “nasce dalla volontà dell’Amministrazione di valorizzare gli ambienti urbani e sensibilizzare i cittadini sull’esigenza di salvaguardare e riqualificare il territorio comunale, anche attraverso il contrasto al degrado e il miglioramento estetico del paesaggio. Inoltre gli orti urbani, per come ipotizzati, possono contribuire, attraverso la produzione orto frutticola a km zero, a dare adeguate risposte alle esigenze di un’alimentazione più sana e sicura, un tema che ritengo di estrema importanza nella nostra società contemporanea“.
“E se la riqualificazione dell’aspetto urbano è importante – chiarisce Toscano – si cercherà anche di coinvolgere le famiglie e i singoli cittadini in un’attività che, se al momento non consente il commercio dei prodotti, permette ai giovani coinvolti di avvicinarsi al mondo dell’agricoltura facendogli maturare un’esperienza utile per un possibile futuro avvio di nuove imprese agricole. Il giovane potrà così intraprendere un percorso d’imprenditoria agricola “a titolo principale” e ciò facendo avrebbe la possibilità di utilizzare gli strumenti messi a disposizione dalla Regione per iniziare un’attività agricola con un intervento economico a fondo perduto. Insieme ai cittadini si è inteso, poi, coinvolgere anche le associazioni in questi progetti che possono avere un importante rilievo per la crescita e lo sviluppo socio-economico della città”.
Nell’elaborazione del progetto ha avuto una parte importante anche la Coldiretti che, come spiega l’assessore, “ha collaborato all’individuazione dei contenuti e dei punti qualificanti del Regolamento approvato in luglio. Predisporre, infatti, un orto urbano oggi richiede conoscenze di organizzazione e predisposizione delle coltivazioni, quali progettazioni di spazi minimi, di siepi di separazione, individuazioni delle aree, scelte dei materiali da utilizzare (ad esempio casette di legno, panche e altro)”.
Dall’altra parte il Comune di Rende ha da qualche tempo sottoscritto un protocollo d’intenti con la stessa organizzazione per servizi d’informazione al cittadino, per tutte le attività che riguardavano il mondo dell’agricoltura e per promuovere nuove idee e politiche agricole sul territorio. Continui sono anche i contatti con l’Università della Calabria cui è stato proposto un progetto per il Km zero nell’area universitaria.
“Il progetto Orti Urbani – prosegue Toscano – potrebbe essere l’occasione per raccogliere, all’interno dell’UNICAL, le conoscenze utili, come dicevamo, per avvicinare i giovani al mondo dell’agricoltura e indirizzarli a diventare imprenditori agricoli. La collaborazione con agricoltori, imprenditori, associazioni e Università può portare a risultati importanti, perché, a mio avviso, anche difronte a progetti difficili e ambiziosi come quelli che stiamo portando avanti, si ottengono risultati solo se si crede fino in fondo all’idea da mettere in campo”.
Queste le idee e i propositi, bisognerà però vedere, dopo la pubblicazione del bando come e chi risponderà all’iniziativa per misurare la reale possibilità di raggiungere un risultato positivo per questo progetto.
“Ciò è vero – ammette Vittorio Toscano – perché dopo aver trovato i giusti strumenti per operare serve la volontà di chi poi mette in atto il progetto in maniera attiva. Penso che, di questi tempi, i margini ottenibili dalla produzione agricola, anche con un investimento minimo, non li possa assicurare nessuna attività. Il mio timore, però, nasce dalle esperienze passate quando sono venuti a mancare negli anni passati le conoscenze e il lavoro degli artigiani e delle piccole aziende che rappresentavano una ricchezza per portare avanti progetti di questo tipo. La crisi economica ha distrutto in parte queste realtà e da queste che dobbiamo ripartire. Sarebbe il caso – conclude l’assessore Toscano – che l’azione di politica economica regionale non determini solo grandi investimenti per poche aziende, ma focalizzi la propria azione su investimenti per una platea di piccole realtà imprenditoriali che altrimenti non avrebbero possibilità di essere finanziate“.