“Educare mangiando” è stato il tema della II Giornata Nazionale “Mangia sano” organizzata dall’Associazione Verdi Ambiente e Società. Tra le attività proposte, anche il progetto “Il seme che cresce” con l’allestimento di un campo sperimentale con tredici ecotipi di grani antichi recuperati insieme agli studenti dell’Istituto Agrario “Tommasi” di Cosenza.
COSENZA – Il 21 maggio 2016 l’Europa ha proposto l’European Obesity Day, perché ogni anno, il sovrappeso dei bambini cresce al ritmo di 400.000 casi e, l’Italia, in questa emergenza sanitaria resta purtroppo ai primi posti d’Europa per l’eccesso ponderale infantile: un bambino su tre, in età scolare, è in sovrappeso oppure è obeso. Alla luce di questi dati gli ambientalisti del VAS (Verdi Ambiente e Società) di Cosenza il 21 maggio scorso hanno presentato, presso il parco sociale ex officine FdC di Cosenza, un incontro dibattito sul tema “Educare Mangiando”.
All’incontro sono intervenuti Pino Boccia del VAS di Cosenza-Rende, Stefano Ammirato dei GAS di Cosenza, Laura Corradi del Dipartimento Scienze Politiche e Sociali dell’Unical.
Nel suo intervento Pino Boccia (VAS) ha fatto notare che soprattutto le nuove generazioni stanno assumendo abitudini alimentari controcorrente rispetto alla dieta Mediterranea. Il consumo di frutta e verdura è molto limitato, l’olio di palma sostituisce in molti prodotti il nostro olio extravergine di oliva, mentre è abituale il consumo di merendine “spazzatura”, snack ipercalorici e bevande zuccherate.
In questo modo, oltre a alimentare la crescita di una produzione agroalimentare insostenibile per l’ambiente e per la biodiversità, contribuisce ad aumentare i costi del sistema sanitario per curare tutte le malattie croniche e degenerative causate dal sovrappeso e dall’obesità. Questa linea dell’associazione, già ribadita in diversi documenti, mette in evidenza la necessità di un coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, dalla famiglia alla scuola e alla politica.
L’associazione VAS, inoltre, con queste giornate propone che sia ridotto l’accesso al “cibo spazzatura” e che sia vietata la sua promozione, per disincentivarne l’utilizzo dei giovani e della popolazione a basso reddito. Tale cibo dovrà essere vietato nelle scuole e non pubblicizzarlo nelle fasce di ascolto dedicate ai bambini e ai ragazzi.
È intervenuta in seguito Laura Corradi , dell’Unical, che ha riproposto la gravità dei dati riguardanti l’obesità in tutto il mondo industrializzato, divenuta una vera e propria epidemia mondiale a fronte di dati altrettanto terribili di fame e carestia in Africa. Il bambino globale, con un’assurda e atroce contraddizione, soffre di fame e di sovrabbondanza nello stesso tempo.
Che cosa fare allora per cambiare lo stato delle cose?
Tre cose soprattutto: respirare aria buona, bere acqua pulita e mangiare sano, attività quest’ultima strettamente collegata alle prime due. Una prima cosa da fare per una sana alimentazione del bambino e del ragazzo è di abolire tutte quelle merendine e biscotti prodotti industrialmente ma con valore nutrizionali pari a zero. Allora, anche per risparmiare, costa di meno utilizzare le farine integrali (ad esempio quella di grano saraceno), un buon olio d’oliva locale, marmellata prodotta artigianalmente per preparare una crostata per la famiglia che duri tutta la settimana.
Altri dati preoccupanti da evidenziare sono quelli riguardanti le statistiche nazionali dei malati di cancro (in costante ascesa negli ultimi venti anni) e quelli che interessano i bambini sempre di più intolleranti ai componenti chimici di alimenti processati industrialmente che possono indurre a quella che è considerata una vera e propria patologia: la sensibilità chimica multipla, che come un’epidemia va estendendosi a tutte le società industriali.
Sono intervenuti, infine, diversi produttori appartenenti ai GAS che hanno illustrato le loro tecniche di produzione agricole biologiche e i tentativi di recupero di diverse piante (soprattutto di frutta) ormai non più di uso comune. L’abbandono di questi prodotti deriva in parte dal cambiamento dei gusti dei consumatori e dall’altra dalla pubblicità ingannevole che invoglia al consumo durante tutto l’anno di prodotti che un tempo erano presenti solo nei giusti periodi stagionali di maturazione.
Il progetto “Il seme che cresce” dei GAS di “Utopie sorridenti” – Cosenza
Nell’ambito del progetto “Il seme che cresce”, portata avanti dai GAS di “Utopie sorridenti” di Cosenza e di cui abbiamo parlato nei mesi scorsi (http://www.quicosenza.it/news/magazine/nutrimenti/79632-lutopia-del-recupero-produzioni-cereali-antichi-progetto-seme-cresce-della-rete-sociale-utopie-sorridenti), è proseguita l’attività di ricerca per la ricostruzione di una filiera locale del grano da agricoltura biologica. A questo riguardo, presso l’Istituto Agrario “Tommasi” di Via Panebianco a Cosenza, sono proseguite le attività del campo sperimentale allestito con tredici ecotipi di grano recuperati insieme agli studenti della scuola.
Mercoledì 18 maggio è stata, inoltre, fatta una visita al Campo Sperimentale per illustrare la fase di spigatura e la tecnica del “sovescio”, che consiste nel lasciare riposare il terreno dopo il grano coltivando leguminose che fissano l’azoto. L’incontro è, infine, terminato con l’assaggio di pane preparato con farine antiche, ottenute da varietà locali contadine.