Presunta malasanità al Sacro Cuore di Cosenza, clinica ignora familiari vittima

Nessun messaggio di solidarietà per il decesso della piccola Matilde Anna. 

 

COSENZA – Nove mesi di gravidanza trascorsi senza alcun tipo di problema. Poi la tragedia. La giovane madre lamenta dolori addominali e si reca nella clinica in cui intende attendere il lieto evento. E’ ormai alla 40° settimana di gestazione, ma per i sanitari del Sacro Cuore di Cosenza non è ancora arrivato in momento di partorire. Il ginecologo di turno la rassicura e la invita a tranquillizzarsi consigliando una ”passeggiata a Corso Mazzini”. Una ‘terapia’ che però non sortisce alcun effetto. Per ben due volte con le contrazioni in corso la donna, trentenne cosentina, ritorna nella clinica del gruppo iGreco, nel reparto di Ostetricia guidato dal primario Achille Morcavallo, fratello di Oreste Morcavallo noto penalista presidente dell’Ordine degli Avvocati di Cosenza. Solo al terzo tentativo, grazie all’intervento del proprio ginecologo, la partoriente verrà ricoverata. Ed è in quel momento che per la giovane coppia inizia un vero e proprio calvario. Dopo un’attesa durata diverse ore la ragazza viene sottoposta al monitoraggio. Il battito cardiaco della piccola è rallentato.

 

I sanitari decidono quindi d’intervenire con la manovra artificiale per indurre la rottura delle acque. Qualcosa però sembra non andare per il verso giusto quindi si procede d’urgenza al parto cesario. Al risveglio però la bimba non è tra le sue braccia. E’ stata ricoverata nel reparto di Terapia Intensiva Neonatale dell’Annunziata dopo un tentativo di rianimazione durato circa mezz’ora. Entrata nell’ospedale di Cosenza il 27 luglio, la piccola Matilde Anna muore in poche ore. Alla madre viene comunicato il decesso della figlia senza alcun chiarimento. La giovane coppia, distrutta dal dolore, immediatamente denuncia medici ed infermieri della clinica Sacro Cuore che l’hanno avuta in cura. Sette persone accusate di omicidio colposo su cui la magistratura indaga per accertare le precise responsabilità nella vicenda. Si tratta di: Tucci Bruno, Gallo Francesca Paola, Sgromo Giuseppe, Costa Matteo e delle ostetriche Sbarra Rosanna, Scarcella Rosangela e Bottino Maria.

 

La salma della neonata viene sequestrata e sottoposta ad autopsia. L’esito degli esami necroscopici rivela che la bimba non presentava alcun tipo di malattia congenita mentre la placenta dalla quale è nata pare fosse di colore nero. La clinica Sacro Cuore di Cosenza in queste settimane ha deciso di mantenere il massimo riserbo sul caso. Un silenzio tombale. Alla famiglia infatti sembrerebbe non sia stato recapitato alcun messaggio di cordoglio, solidarietà o vicinanza. Resta invece aperta l’inchiesta volta a chiarire i contorni dell’ennesimo presunto caso di malasanità nella città di Cosenza. Intanto dal reparto di Ginecologia ed Ostetricia in cui si sono consumati i fatti, informano che attualmente non sono presenti né il direttore sanitario, né il primario, né il responsabile, né ginecologi, né ostetriche che possano esprimere la propria versione dei fatti. I familiari della piccola sono rappresentati dall’avvocato Alessandra Masala.

 

PRESUNTA MALASANITA’

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