COSENZA – La primavera si sa, è la stagione in cui si svolgono i matrimoni ma la crisi non fa sconti a nessuno, neanche all’amore.
Basta guadare il dato relativo al numero di matrimoni celebrati in in Italia negli ultimi 2 anni, dove si è registrato un calo dell’8%, ovvero quasi 40mila nozze in meno. Come dire che sposarsi di questi tempi sta diventando un vero e proprio lusso. E che dietro al mondo del matrimonio ci sia un vero e proprio business, non ci vuole certo un genio a capirlo. Tra vestiti, biglietti, addobbi floreali, fotografo, bomboniere, ricevimento e viaggio di nozze il sogno degli sposini spesso rischia di diventare un incubo, soprattutto per il ‘portafogli’. Si spendono cifre più che triplicate rispetto a quello che si spenderebbe per un normale evento. Ma le coppie lo sanno bene: quando c’è di mezzo il ‘si’, il prezzo lievita in maniera esponenziale. Quello che però sta diventando un malcostume sono i cosiddetti tariffari delle chiese. Eh si, perchè almeno per la funzione religiosa gli sposini penseranno che la chiesa chiederà al massimo un piccolo contributo a piacere, un’offerta… ma siamo sicuri?
Ebbene anche la Chiesa ‘costa’ e non è affatto ‘un’offerta’ libera. Alcune strutture religiose infatti, praticano dei veri e propri prezzi, imponendo ai futuri sposi addirittura la musica e i fiori e il costo per il ‘fitto’ della Chiesa stessa. Che anche la Chiesa dunque, lucri sulle celebrazioni non solo quelle del matrimonio era risaputo (dai funerali alle messe in suffragio, e poi battesimi, cresime e comunioni…). Di norma però non sarebbe ‘obbligatorio’ pagare, ma anzi, lasciare un’offerta ‘libera’ al Parroco.
Addirittura Papa Francesco, puntò il dito contro i preti “affaristi” che appendono i listini prezzi davanti le loro chiese e chiedono soldi per matrimoni, battesimi ecc… “Io penso allo scandalo che possiamo fare alla gente con il nostro atteggiamento, con le nostre abitudini non sacerdotali nel Tempio: lo scandalo del commercio, lo scandalo delle mondanità… Quante volte vediamo – disse Bergoglio – che entrando in una chiesa, ancora oggi, c’è lì la lista dei prezzi per il battesimo, la benedizione, le intenzioni per la Messa. E il popolo si scandalizza”. Il matrimonio è quello che costa di più, qualcosa in meno il funerale, e a seguire battesimo, cresima e comunione…
Una lettrice di Quicosenza.it ha voluto però rivolgersi a noi per segnalare quanto le è accaduto e consapevoli che non sia affatto un caso isolato, e che questo comportamento venga attuato in numerose strutture religiose cittadine non indicheremo la chiesa in questione ma facciamo appello alla ‘coscienza’ di tutti i parroci.
Di seguito il testo della lettera:
“Salve, sono una futura sposa, mi sposerò a Dicembre (in una nota chiesa del centro città). Il parroco mi ha consegnato un volantino dove c’è scritto che devo dare una “offerta” di 50 euro per le pulizie della chiesa, e che è buona cosa provvedere a fare una offerta anche al sacerdote, perchè “si spendono tanti soldi per bomboniere, fotografi, ecc e quindi anche il sacerdote dovrebbe essere ricompensato”. Ma quindi io mi chiedo: “la chiesa è una attività commerciale; mi emetteranno regolare fattura per questi 50 euro?. Credo sia vergognoso. Sul volantino vengono indicati anche i punti in cui ‘necessariamente’ devono essere collocati gli addobbi floreali… e io che non volevo mettere fiori e donare i soldi ad associazioni umanitarie? Inoltre, si indica anche che è severamente vietato mettere musica registrata e io che risparmiando i soldi del coro volevo donarli in beneficenza… Questa mi sembra una vera e propria “tangente” e sono disgustata”.