Università
Unical, il ‘caso Piro’ e la richiesta di rimozione arrivano al Ministero dell’Università
RENDE – Una richiesta di parere, riguardo alla conformità delle azioni del Rettore e dei Componenti della governance universitaria con le normative d’Ateneo e le delibere del Consiglio di amministrazione. E’ il contenuto di una lettera inviata al Ministero dell’Università e della Ricerca dopo le numerose sollecitazioni in merito – vengono definite nella missiva – ai “rilevanti quanto singolari avvenimenti che si stanno verificando presso l’Universita della Calabria”.
Riccardo Latella scrive in qualità di studente e componente del Consiglio d’Amministrazione, e spiega le “criticità che coinvolgono diverse aree d’interesse, afferenti tutte ai servizi demandati al Centro Residenziale. In primis il Centro prevede due figure che ne determinino l’indirizzo e l’espletamento delle funzioni: il Pro-Rettore con Delega al Centro Residenziale e il Direttore del Centro Residenziale. Tali incarichi sono ricoperti, rispettivamente, dalla prof.ssa Patrizia Piro e ad interim dalla dott.ssa Giancarla Mase (in qualita di Direttore Generale)”.
Il 31 ottobre scorso durante l’adunanza ordinaria del Consiglio di amministrazione, Latella ha portato all’attenzione del Consesso una serie di “inadempienze statutarie da parte della prof.ssa Piro e di altre criticità scaturite dalle sue discutibili azioni nel ruolo di Pro-Rettore delegato al Centro Residenziale. Nello specifico, risultano, ad avviso mio e della componente studentesca con cui sono stato eletto, gravi le condizioni delle aree: Socialità, Diritto allo Studio e gestione del Centro Residenziale”.
“In un Ateneo come l’Università della Calabria, frequentato da oltre 20mila studenti – scrive Latella nella missiva – ogni giorno (di cui oltre il 75% pendolari e fuorisede), si ritiene che gli interventi sulle sopracitate aree debbano essere numericamente consistenti ed estesi per non essere ritenuti fallimentari. Sovente si registrano attestazioni di merito autoreferenziali da parte della governance per piccoli traguardi che incidono marginalmente sulla vasta platea del nostro Ateneo”.
Da qui la richiesta al Rettore la rimozione della prof.ssa Piro dal suo incarico per manifesta inadempienza statutaria e non solo. In aggiunta a tali problematiche “si necessita segnalare e richiedere parere (ed eventualmente intervento ove necessario) riguardo l’anomala prassi che da anni sussiste nel nostro Ateneo circa la gestione del Regolamento e dell’Albo delle Associazioni studentesche”.
“È importante premettere che l’Università della Calabria risulta essere tra le più longeve e incisive Istituzioni virtuose di un territorio per certi versi difficile come quello calabrese, per cui si manifesta necessario rendere i procedimenti amministrativi più trasparenti possibile e scevri da qualsivoglia influenza di fattori esterni, eliminando ogni tipo di ambiguità. Purtroppo, per quanto concerne le Associazioni studentesche ma non solo, negli ultimi anni si e verificata la tendenza opposta. Infatti, le prime azioni di limitazione della partecipazione e della democraticità (oltre che della trasparenza) dei procedimenti in questione risalgono al 2022″.
“Nello specifico – prosegue Latella nella lettera al Ministero – il Regolamento delle Associazioni Studentesche dell’Università della Calabria all’Art. 7.1 prevede che ‘La Commissione, designata dal Rettore, valuta le iniziative presentate dalle Associazioni Studentesche secondo i criteri stabiliti dal presente regolamento’. In tale Commissione sono sempre stati presenti i rappresentanti degli studenti eletti in Consiglio d’Amministrazione ma il Rettore Leone, con il D.R. 155/2022 ha estromesso la componente studentesca ricostituendo la Commissione con soli componenti afferenti al corpo docenti e PTA. Sorgono su questo punto le prime perplessità circa la legittimità delle azioni del rettore, che ha arbitrariamente estromesso due componenti del Consiglio di Amministrazione da una Commissione riguardante tematiche d’interesse d’Ateneo”.
“Ulteriore perplessità provoca l’aggiornamento del Regolamento in questione attraverso il D.R. n. 790/2022 senza la presenza di alcuna delibera o ratifica del Consiglio di Amministrazione (come previsto dall’Art. 10.2. recante: “Il presente Regolamento entra in vigore con l’emanazione di un decreto rettorale a seguito di delibera del Consiglio di Amministrazione”). Principiando da quanto esposto finora, la situazione si aggrava nel momento in cui l’Ateneo manifesta gravi inadempienze in fase di iscrizione e rinnovo di iscrizione all’albo delle associazioni studentesche e per l’assegnazione di spazi e finanziamenti per l’anno 2022. Oltre a ingenti ritardi nell’espletamento delle procedure, risultano dubbie alcune azioni intraprese, per cui è stata prodotta e trasmessa documentazione in Consiglio di Amministrazione, senza ricevere però risposte esaurienti o senza modifiche nella prassi del Rettore, a questo punto consolidata, che pare considerare l’Università della Calabria come un Dominus che la possiede anziché come un amministratore che la gestisce”.
Gli avvenimenti degli ultimi mesi
“Rappresentano, a nostro modo di vedere, il superamento di un limite amministrativo e morale da parte del Rettore e della prof.ssa Piro sua delegata nell’area amministrativa trattata in questo documento, ricordiamo. Infatti, nelle adunanze del Consiglio di amministrazione del 31/10/2023 e del 28/11/2023 aventi punti in OdG recanti “Associazioni studentesche”, si e consolidata una situazione gravissima e senza precedenti. Nella seduta del 31/10 il sottoscritto espone le criticità presenti nei documenti allegati al punto in questione e, in vista di approfondimenti e verifiche, il punto viene rinviato. Nella seduta del 28/11, però, il punto viene riproposto integralmente e senza alcuna modifica a quanto segue. La delibera 103/2022 del Consiglio di Amministrazione recante i criteri di utilizzo degli spazi di Ateneo sancisce:
• la possibilità di conferma della sede alle associazioni che hanno ottenuto l’accreditamento
con numerosità pari ad almeno 3⁄4 della precedente;
• la scelta della sede (per le associazioni che non hanno confermato l’attuale) in base al
punteggio ottenuto secondo i parametri prefissi dal bando:
a. consistenze numeriche degli iscritti alle relative associazioni (da 1 a 6 punti);
b. valutazione delle attivitàsvolte (Rilevanza culturale e organizzativa e curriculum associazione) (da 1 a 3 punti);
c. presenza di eventuali rappresentanti eletti in seno a OO.CC. principali di Ateneo (1 punto per ogni eletto);
L’art 2 del D.R. 417/2023 reca: “La concessione degli spazi è triennale, previo mantenimento dell’accreditamento e della numerosità che ne hanno consentito l’assegnazione (accreditamento 2022)” e la Relazione allegata al punto in OdG in questione, espone una panoramica circa lo stato di assegnazione di spazi alle associazioni che ne abbiano fatto richiesta. Premesso quanto sopra, sono tre le considerazioni estremamente rilevanti quanto preoccupanti:
1. Risulta fortemente iniquo e discriminante collegare la valutazione dell’associazione sulla base degli iscritti nell’annualità precedente: stabilire i punteggi di un bando pubblico corrente ai risultati passati potrebbe penalizzare alcuni partecipanti o quelli che non hanno partecipato in passato. Inoltre, i criteri di valutazione dovrebbero essere trasparenti, oggettivi e pertinenti all’oggetto del bando. L’inclusione di punteggi precedenti potrebbe introdurre un elemento di soggettività e rendere il processo meno trasparente.
2. Ove la succitata prassi dovesse essere legalmente ammissibile, risulta una contraddizione tra la delibera n. 103/2022 del Consiglio di amministrazione e l’art. 2 del D.R. 417/2023. Nello specifico, nel primo caso si attesta la conferma previo il mantenimento dei ¾ dei componenti dell’associazione, nel secondo si afferma che la numerosità deve essere almeno pari alla precedente. Auspicando in un mero errore interpretativo della norma, ove così non fosse si manifesterebbe una grave condizione per cui il Rettore supera e contravviene a quanto deliberato dal Consiglio di amministrazione, Organo di indirizzo politico d’Ateneo, escludendone a priori una sua ulteriore consultazione e svilendone il ruolo attribuitogli dallo Statuto e dalla legge.
3. Quand’anche dovessero rivelarsi legittime le azioni esposte finora, continueremmo a trovarci in una condizione di inadempienza: infatti, la classifica non palesa alcun tipo di punteggio per cui un’associazione si trovi in posizione precedente l’altra, ma soprattutto pare presentare casi di iniquità. Esistono, infatti, associazioni con numerosità di iscritti maggiori di altre, rappresentanti eletti in seno a OO.CC. principali di Ateneo e valide attività svolte, che si trovano in posizioni inferiori rispetto ad altre con minori requisiti. Trattandosi di fondi e spazi pubblici, oltre che alla mortificazione dell’impegno costante di studenti che dedicano all’aiuto dei propri colleghi parte della loro carriera universitaria, e ovvio sottolineare la gravita di un eventuale “errore” in tal senso.
“Se ogni dubbio riguardo la consapevolezza di quanto avvenuto venisse fugato – è scritto ancora nella missiva – si delineerebbe, a questo punto, un macabro scenario in cui il Rettore e la prof.ssa Piro utilizzano un bando pubblico per l’attribuzione di finanze e spazi pubblici con finalità ingerenti nelle dinamiche di politica studentesca dell’Università della Calabria”.
“Infatti, se non adeguatamente trattate e corrette, le prassi finora segnalate, casualmente danneggerebbero in questi casi le associazioni afferenti a una componente studentesca non affine alle politiche intraprese dal Magnifico Rettore e dalla sua Governance, l’unica ad aver mai assunto determinazioni di astensione o contrarietà negli Organi di governo d’Ateneo (Senato Accademico, Consiglio di Amministrazione)”.
“In perfetta continuità con quanto detto finora, i rappresentanti allineati con l’attuale Governance (mai un’astensione o voto contrario negli Organi) risulterebbero, invece, favoriti dalle prassi citate. Inoltre, alcuni di loro, accrescendo le perplessità già numerose, risultano essere destinatari di affidamenti di incarichi di lavoro autonomo presso l’Ateneo (contravvenendo a quanto normato dalla Legge 240, art 18 comma 1, lett. b e c) e addirittura sovvengono dubbi circa la legittimità del mantenimento della loro carica.
Risulta dubbia, appunto, la permanenza in carica di un Consigliere d’Amministrazione che, laureatosi a un Corso di Laurea Magistrale, si iscriva a un corso di Dottorato”.
“Il Regolamento di Ateneo per le elezioni delle rappresentanze studentesche, infatti, reca: «Il rappresentante degli studenti che, nel corso del proprio mandato, consegua la Laurea e presenti domanda di ammissione ad un corso di Laurea Magistrale del quale sia stato pubblicato il bando, non decade e resta in carica fino al termine del predetto mandato se la domanda ha esito favorevole. In nessun caso, la permanenza in carica prevista dal presente comma potrà protrarsi oltre l’originaria scadenza del mandato. La sussistenza delle condizioni di permanenza in carica viene verificata in occasione della convocazione della prima adunanza utile successiva alla data di pubblicazione delle graduatorie definitive di ammissione previste dal bando al quale l’interessato ha partecipato. Resta esclusa la possibilità di mantenere la carica elettiva attraverso qualsiasi procedura di immatricolazione in deroga a quanto previsto nei bandi», non menzionando affatto la possibilità di permanere in carica iscrivendosi a un corso di Dottorato.
“Alla luce di quanto finora esposto – conclude Latella – è facile convenire circa la conclusione che siamo di fronte a pratiche che, qualora si rivelassero totalmente legittime a livello normativo, risultano in netto contrasto con i valori fondanti del sistema Istruzione della nostra Nazione. In quanto componente di un Consiglio di Amministrazione di un ente pubblico, è mio dovere segnalare pratiche ambigue e che potrebbero richiedere un intervento da parte del Ministero competente”.
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