Area Urbana
Rende, gli “impresentabili” alle elezioni. Luciano Bonanno: «nessun provvedimento giudiziario per Iorio»
 
																								
												
												
											RENDE – «In riferimento alla pubblicazione dell’elenco degli “impresentabili” redatto dalla Commissione Parlamentare Antimafia secondo il Codice di autoregolamentazione delle candidature, Libertà in Movimento smentisce categoricamente la presenza di provvedimenti giudiziari a carico del nostro candidato al Consiglio comunale Francesco (Franco) Iorio». È quanto scrive in una nota il candidato a sindaco di Rende Luciano Bonanno in merito alla presenza, nella lista stilata dalla commissione antimafia, di Francesco (Franco) Iorio candidato al consiglio comunale nella lista “Libertà e Movimento” a supporto proprio di Bonanno.
Luciano Bonanno: “violati i principi di correttezza e rispetto”
«La veridicità di quanto affermato – evidenzia Bonanno – è attestata dal Certificato dei Carichi Pendenti rilasciato in data odierna dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cosenza, regolarmente acquisito e disponibile in allegato. Dispiace constatare che, a fronte della sottoscrizione del “Patto di Legalità” promossa dall’associazione Libera – avvenuta lunedì 19 maggio e firmata da tutti i candidati a Sindaco di Rende – alcuni soggetti abbiano già violato i principi di correttezza e rispetto in esso contenuti».
Uso strumentale e scorretto della comunicazione politica
«Nel Patto si prevede infatti, sin dal primo punto, l’impegno a non denigrare, non diffondere informazioni false o mendaci e non alimentare le paure per finalità elettorali. Libertà in Movimento esprime profondo rammarico per l’uso strumentale e scorretto della comunicazione politica, avvenuto a pochi giorni dal voto, e chiede con forza che venga fatta chiarezza e giustizia nei confronti del nostro movimento, dei nostri candidati, dei nostri sostenitori e di tutti i cittadini di Rende che credono in un progetto politico libero, giovane e trasparente. Questi attacchi, infondati e in mala fede, rappresentano purtroppo delle vere e proprie “trappole politiche” che mirano a distogliere l’attenzione pubblica dalla mancanza di contenuti e di proposte concrete da parte di chi le mette in atto».
 
                         
                                 
                                 
                                 
                                 
                                 
                                 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
		
Social