LONGOBUCCO (CS) – Situato nel cuore della Sila Greca, Longobucco è un pittoresco comune della provincia di Cosenza, noto non solo per la sua bellezza naturale e le sue tradizioni, ma anche per la sua affascinante e turbolenta storia, che gli ha valso il soprannome di “paese dei briganti e dell’argento”. La zona mineraria intorno a Longobucco è legata all’attività di estrazione dell’argento, molto fiorente in passato e risalente all’epoca della Magna Grecia. Accanto al centro abitato è stato realizzato il sentiero storico-naturalistico Le Via delle Miniere, dove è possibile ammirare le cave delle miniere d’argento, mentre alcune installazioni illustrano come avveniva l’estrazione e la lavorazione della galena argentifera. MA questo bellissimo comune del cosentino può fregiarsi anche del titolo di città dei telai per l’arte tessile assolutamente artigianale.
Un Paese di storia e leggenda
La storia di Longobucco è antica e intrecciata con le vicende del brigantaggio, un fenomeno che ha segnato profondamente il Sud Italia tra il XVIII e il XIX secolo. I briganti, figure a metà strada tra banditi e ribelli, trovavano rifugio nelle montagne impervie della Sila, rendendo la regione un luogo di resistenza contro le autorità borboniche prima e contro l’esercito sabaudo dopo l’unificazione italiana. Fra i briganti locali più famosi si ricordano Antonio Santoro, detto Re Curemme e, soprattutto, Domenico Straface, detto Palma.
Longobucco, con la sua posizione strategica e il suo territorio aspro, divenne un centro nevralgico per queste bande. I briganti locali, come molti altri in Calabria, non erano solo criminali comuni, ma spesso agivano mossi da una disperata ribellione contro le ingiustizie sociali e le condizioni di estrema povertà. La figura del brigante rappresentava, per molti abitanti della zona, un simbolo di lotta contro l’oppressione e la miseria.
‘Re Curemme’ e ‘Palma’, i briganti di Longobucco
Domenico Strafaci, detto Palma, si diede alla macchia nel 1860 per non essere arrestato, dopo avere schiaffeggiato un ricco signorotto di Rossano. Dal 1862 s’incominciò a parlare di lui, quale capo brigante coraggioso, intrepido, a volte violento, ma anche difensore dei poveri. Il Re della Montagna fu ucciso in un’imboscata la sera del 12 luglio 1869, da un suo amico allettato dalla forte taglia sul brigante. Qualche anno fa al noto capobrigante è stata intitolata una via dall’Amministrazione Comunale di Rossano Calabro.
Longobucco tra storia, natura e tradizione
Longobucco conserva ancora intatti molti dei suoi aspetti storici e culturali, offrendo un affascinante viaggio nel tempo. Le strette vie del borgo, le chiese antiche e le case in pietra raccontano storie di tempi lontani, mentre i musei locali espongono reperti e testimonianze di quella che è stata una delle epoche più affascinanti e controverse della storia italiana. La natura circostante, dominata dai fitti boschi della Sila, offre un contesto ideale per escursioni e passeggiate, durante le quali è possibile immaginare le imprese dei briganti che un tempo percorrevano questi sentieri. Il Parco Nazionale della Sila, di cui Longobucco fa parte, è un paradiso per gli amanti della natura, con una biodiversità ricca e paesaggi mozzafiato.
Eventi e Gastronomia. U “sacchietto”: delizia unica al palato
Durante l’anno, Longobucco ospita numerosi eventi culturali che celebrano la sua storia e le sue tradizioni. Tra questi, le feste patronali e le sagre sono occasioni imperdibili per immergersi nella vita del paese e assaporare la genuina ospitalità calabrese. La cucina locale, semplice e gustosa, è un altro elemento di attrazione, con piatti tipici che rispecchiano l’autenticità e la ricchezza della cultura contadina. Nel comune che si trova nel cuore della Sila Greca, da generazioni viene tramandata una ricetta che richiede passione, tempo ed esperienza. Un prodotto gastronomico unico al mondo, che vede la carne di maiale protagonista, in particolare la zampa anteriore fra il piede e la coscia. Attraverso un faticoso e laborioso procedimento, si estrae tutto il muscolo lasciando intatta la cotenna.
A caratterizzare questo strepitoso prodotto di Longobucco, con una carne compatta e deliziosa, è la lunga e meticolosa preparazione. Per prima cosa viene disossato lo stinco senza rompere la cotenna. La carne viene poi tagliata a pezzetti, e cosparsa di sale e pepe nero in grani. Dopo aver amalgamto il tutto la carne viene rimessa all’interno della cotenna. E qui inizia la parte più laboriosa di tutto il procedimento: effettuare la cucitura della cotenna utilizzando con spago da cucina. Le mani più esperte utilizzano la “zaccurafa” (il grande ago) usato dai calzolai, si inizia a cucire esternamente i lembi della cotenna, ovvero sia nella parte inferiore che in quella superiore.
Cultura, Artigianato e maestria nell’arte tessile
Ma Longobucco non è solo brigantaggio. Il paese è noto anche per le sue tradizioni artigianali, in particolare la tessitura e la lavorazione del legno artigianale. Queste antiche arti sono state tramandate di generazione in generazione e continuano a rappresentare una parte fondamentale dell’identità locale. Visitando i laboratori artigianali, è possibile vedere all’opera maestri tessitori che creano pregiati manufatti seguendo tecniche tradizionali.