L’ex terrorista dei “Proletari armati per il comunismo” lascerà il carcere di Oristano dopo che aveva iniziato uno sciopero della fame contro un isolamento che ritiene illegittimo “è una vendetta di Stato”. Bonafede “offende i familiari delle vittime, si è sottratto alla giustizia per 40 anni”
CORIGLIANO-ROSSANO (CS) – Cesare Battisti sarà trasferito nella Casa di reclusione di Rossano, in cui è previsto il circuito di “alta sicurezza”, a differenza del carcere di Oristano in cui non vi è un reparto idoneo. È quanto scrive l’agenzia di stampa AGI in riferimento al terrorista dell’ex gruppo “Proletari armati per il comunismo”, in latitanza per 37 anni prima dell’arresto e dell’arrivo in Italia il 14 gennaio del 2019 e che da 4 giorni sta attuando lo sciopero della fame contro un isolamento che ritiene “illegittimo” e motivato con una lettera diffusa dal suo avvocato Gianfranco Sollai, che oggi gli ha fatto visita nel carcere oristanese di Massama.
“Mi hanno sequestrato, è una vendetta di Stato”
“Non mi hanno dato scelta: sono stato costretto ad uno sciopero totale della fame. Sono sequestrato: il sequestro è iniziato il 12 gennaio 2019 in Bolivia, continua oggi nell’Isola di Sardegna. Mi sento oltre che prigioniero politico anche prigioniero di una sporca guerra, guerra tra lo Stato e la lotta armata e non del periodo delle grandi contraddizioni sociali che hanno sconvolto l’Italia dalla fine degli anni ’60 agli inizi degli anni ’80”.
“Il ’68, in italia, è durato 15 anni. La guerra delle Istituzioni nei miei confronti viene esternata con la segretazione degli atti, con l’isolamento forzato e illegittimo e con una classificazione retroattiva di 41 anni – ha aggiunto – Questa è vendetta di Stato, vendetta nei miei confronti a distanza di oltre 40 anni dalle contraddizioni sociali, frutto dello stesso Stato e hanno generato anche il fenomeno della lotta armata che ha visto, come risaputo, coinvolte oltre un milione di persone, 60mila fermi e 5.800 condanne, come riportato a suo tempo dal presidente della Repubblica Cossiga. E tutt’oggi – conclude – lo Stato vuole per tutto ciò sacrificare me in nome di una giustizia che non c’è”-
Bonafede “nessuna vendetta. Si è sottratto alla giustizia”
Alle parole di denuncia di Cesare Battisti ha risposto direttamene il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede che ha definito le sue parole “profondamente offensive, sia verso i familiari delle vittime che verso lo Stato italiano. Nei suoi confronti – ha aggiunto il guardasigilli – non c’è nessuna vendetta. La sua vicenda si trascina da quarant’anni unicamente perché si è sottratto alla giustizia, vivendo da latitante“.
Cesare Battisti, come tutti i condannati per reati connotati da finalità di terrorismo, è assegnato al regime penitenziario dell’alta sicurezza (nello specifico, quello denominato “AS2”). E, dal giorno del rientro in Italia, è ristretto presso il carcere di Oristano, dove – pur non essendo presente un reparto destinato ai detenuti “alta sicurezza” – ha trascorso il periodo di isolamento di sei mesi previsto dai provvedimenti giudiziari con cui è stato condannato. Lo scorso 18 maggio, in considerazione del tempo trascorso dai reati per cui è stato condannato, la sua difesa aveva avanzato istanza di “declassificazione”, chiedendo che Battisti fosse collocato in un circuito detentivo di livello inferiore (passando quindi da “alta sicurezza” a “media sicurezza”) e che fosse di conseguenza trasferito presso il carcere di Milano-Opera o Roma-Rebibbia. Le richieste della difesa di Battisti, però, il 24 giugno sono state rigettate dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (Dap), su parere conforme della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo. Quindi – scrive l’Agi – nessuna indulgenza per Battisti, che rimarrà in regime di “alta sicurezza” e non sarà trasferito in un carcere come Opera a Milano o Rebibbia a Roma, ma verrà trasferito a Rossano, in provincia di Cosenza, una località certo disagevole da raggiungere. Il trasferimento, deciso già da un paio di mesi, non è tuttavia stato ancora eseguito dal momento che, così come accade per ogni detenuto nella fase di emergenza sanitaria, il Dap è in attesa che presso l’Istituto di Cosenza risulti libero un posto in cui far trascorrere a Battisti l’isolamento preventivo per Covid-19.