Pd Cosenza: Lettieri ratificato segretario provinciale. Ma il partito resta spaccato
Venerdì 18 luglio a Cosenza la riunione della mozione Le Fosse: “si vuole gestire il partito come una proprietà privata”
Venerdì 18 luglio a Cosenza la riunione della mozione Le Fosse: “si vuole gestire il partito come una proprietà privata”
RENDE – Come previsto, l’assemblea del Partito Democratico della provincia di Cosenza ha ratificato l’elezione del segretario provinciale Matteo Lettieri, quella della direzione provinciale, composta da 13 membri su 23, in attesa dell’integrazione dei 10 che spettano alla minoranza: Carmela Dodaro, Gianfranco Tinto, Edwige Ruffo, Damiano (detto Gianni) Bruno, Emilia Di Tanna, Maria Briglio Nigro, Matteo Runco, Marco Bonaro, Roberta Vitaro, Damiano Covelli, Chiara Branca, Carolina Casalnuovo e Aurelio Lavia, ed è stata approvata la Commissione di garanzia, composta da Giovanna Oliverio, Tommaso Savoia e Luca Sireno, anche questa da integrare con due membri espressione della minoranza. Presidente provinciale è stata eletta Francesca Branchicella.
Nel suo intervento, il segretario provinciale ha dichiarato che il Pd non dovrà più essere autoreferenziale, ma dovrà aprirsi, riavvicinando coloro che, negli ultimi anni, si erano allontanati. Infatti Lettieri ha evidenziato come: “in dieci anni siamo passati dai 14.000 iscritti del 2015 ai 2.600 di oggi”.
Al segretario spetterà ora il compito di tentare una difficile ricomposizione con i rappresentanti della mozione Le Fosse, i quali, per venerdì prossimo, hanno convocato una riunione, continuando a contestare la legittimità dell’elezione di Lettieri, ritenendola irregolare per la mancata convocazione secondo le regole statutarie e in assenza del numero legale. “Alla seduta in cui è stato eletto Lettieri – sostengono- risultavano assenti non solo i delegati della mozione Le Fosse, ma anche alcuni esponenti della stessa maggioranza che lo ha sostenuto. Secondo le critiche, la riunione di ieri avrebbe forzato i tempi, offrendo l’immagine di un partito spaccato in due.
Non è solo la gestione del congresso a preoccupare, – sempre secondo la nota diffusa dalla minoranza – ma l’idea stessa di democrazia interna, pluralismo e rispetto delle regole e dei militanti, che sarebbero stati calpestati. Chi pensa di aver vinto un congresso con ricorsi ancora pendenti e comunque con una manciata di voti, in un contesto pieno di ombre, si è affrettato a gestire tutto come se nulla fosse, ignorando ogni richiamo all’unità, alla trasparenza e alla responsabilità, non solo verso la nostra mozione, ma ormai verso l’intero partito. Quanto accaduto non rappresenterebbe un rilancio del PD in provincia di Cosenza, ma al contrario un fattore di ulteriore disgregazione. Quella di ieri è stata un’assemblea dove la presunzione di autosufficienza di chi pensa di aver vinto il congresso è diventata il vero fattore distruttivo del partito.
Ancora più grave, secondo la minoranza, sarebbe il comportamento “attendista e salomonico” della direzione regionale del partito che, a fronte di evidenti forzature e di una rottura politica senza precedenti, avrebbe scelto finora di non intervenire con chiarezza, contribuendo di fatto a legittimare un esito contestato e lasciando irrisolte questioni etico-politiche che rischiano di compromettere la credibilità del PD, non solo in provincia di Cosenza, ma nell’intera Calabria.
Tutto ciò avviene in una fase politica estremamente delicata. La Calabria ha bisogno di un Partito Democratico forte, coeso, capace di rappresentare un’alternativa credibile a un centrodestra regionale travolto da inchieste giudiziarie e da evidenti limiti di governo. Le sfide future, dal rilancio della sanità pubblica al contrasto all’emigrazione giovanile, dalla questione ambientale alla creazione di una vera agenda per il lavoro – richiederebbero ben altro spirito unitario e una ben diversa qualità politica. Invece – conclude la nota – si preferisce blindare e gestire il partito come una proprietà privata”.
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